05-06-2013
KEADAAR
"Monosound"
(Echozone)
Time: (42:45)
Rating : 7
Questo trio svizzero nasce dall'esperienza del proprio frontman, chitarrista e compositore principale Steff Kerkhof e dei suoi due amici René Adank (basso) e Andy Waar (batteria). Steff e Andy non sono nuovi nel panorama rock/alternative elvetico, avendo militato insieme in svariate band fino al 2005. Tra i molti act si ricordano gli Elverson, che diedero alle stampe anche un disco di notevole successo. Il fiore all'occhiello di René restano però i Be For Nothing, che infiammarono le chart svizzere e lo impegnarono in un tour mondiale. Dopo una lunga pausa, nella quale Steff Kerkhof si è guadagnato un buon nome come produttore (i suoi Kerkhof, ma anche Lenker e Skyfire), mentre Andy Waar era intento a partecipare a molti progetto dark-wave, finalmente i tre uniscono le forze e la passione e nascono questi Keadaar, usciti in origine per la If Then Records, ma adocchiati subito da una Echozone sempre più eterogenea. Il risultato è un piacevole disco che non soddisfa la sete di musica goth, ma ricalca piuttosto quei territori alternative-rock americaneggianti e radiofonici. Tredici pezzi orecchiabili, ben prodotti dalla stessa band, che magari non sorprendono per la personalità, ma dimostrano un'appassionata ricerca della melodia. Un prodotto mainstream, che forse meriterebbe più attenzione da parte dei media, di quella che la Echozone non ha il potere di garantire. Canzoni come "Leave Again", "Sticky Dust" o la sofferta title-track potrebbero dare filo da torcere a una buona metà del palinsesto di MTV, conquistando fans in più di un paese. "Between The Lines" ha un amabile e conciso ritmo pop/punk, e non sono da meno i brani seguenti (splendida la conclusiva "Scratch My Back", vagamente poetica, o la danzabile "Lights Out"). Pennate dirette, vocals emotive, una sezione ritmica che non esagera nei virtuosismi. Un gruppo semplice, ma vitale. Un platter lontano dal capolavoro, ma un perfetto trampolino di lancio per il successo. Che la Echozone se li goda, ma sappia anche che i Keadaar necessitano di ben altri canali oltre a quelli della scena goth. Speriamo un giorno di ritrovarli per radio a portare un po' di democrazia per le nostre orecchie, in alternativa a Justin Bieber o a baggianate a stelle e strisce come i Green Day.
Max Firinu