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Room 107

13-10-2012

X-NAVI:ET

"Brain Overloaded"

Cover X-NAVI:ET

(Zoharum)

Time: (58:13)

Rating : 6.5

Singolare progetto solista per Rafal Iwanski, autore polacco meglio noto per il duo sperimental-industriale Hati, messo in piedi insieme a Dariusz Woitas. X-Navi:Et nasce circa un paio di anni fa, incentrando - attraverso un paio di split ed un 12" - il proprio stile su coordinate noise-ambientali parecchio cerebrali ed ossessive; "Brain Overloaded" (dedicato a William S. Burroughs) sfrutta tali peculiarità per riflettere sui tempi moderni, ed in particolare sull'annoso rapporto tra la mente umana ed il mondo digitale. Nell'arco di sette brani ci si chiede se l'universo industriale creato dall'uomo stia effettivamente superando le capacità di accumulo d'informazioni dei nostri cervelli, che a loro volta subiscono un 'overload' di dati rischiando la follia. Per mezzo di synth, software, toni analogici ed oggetti acustici Rafal crea tracce lineari, basate su strutture continue e vagamente cibernetiche, variate con intromissioni di picchettìi e riverberi metallici, a volte architettati con sali-scendi sibilanti e stridenti. I primi pezzi passano dalla fase introduttiva di "Is It Your Brain?" al crescendo ansioso di "Artificial Landscape", per finire prima con la glitch-oriented "Contra-Stasis", fatta di un rumorismo lieve e retrò, e poi con l'ambientale e piana "Minute By Minute, Second By Second", uno dei passaggi più legati alla vecchia scuola dei Tangerine Dream. Con i medesimi presupposti viene elaborata anche "Total Overproduction", forse la summa del disco, nonché il pezzo più riuscito, fondato sulla sovrapposizione di un tono alto ed uno basso programmati per oltre 10 minuti con movimenti ondulatori, ai limiti di una trance music privata della base ritmica. Il minimalismo compositivo, fatto di stranianti dilatazioni sintetiche, diventa il veicolo principale per un album che vuole annichilire la mente, talvolta ricorrendo anche a mezzi 'alternativi' come il rintocco percussivo, quasi tribale, di "Reversed Space For No One". La conclusiva "Reset Digital Demon" ripete lo schema degli altri brani portando tutto ai limiti della sopportazione, dalla durata di venti minuti ai toni squassanti che, probabilmente, sanciscono un definitivo sovraccarico mentale. L'effetto complessivo porta ad un stato ipnotico ed ad un abbassamento delle capacità percettive e sensoriali, perse dietro alla ripetizione ciclica di un macchinario. La finalità principale è trasferire l'effetto cibernetico nella mente dell'ascoltatore mimando un surplus di materia insostenibile, capace di mandare in tilt la testa di chiunque. In tutta sincerità alcuni passaggi sembrano ricavati dai Pink Floyd più psichedelici, incrociati con le cose più assurde dei Coil. Non per tutti i gusti ma globalmente incisivo, e con un paio di momenti che non si scordano facilmente. Da provare con un ascolto in cuffia ad alto volume.

Michele Viali

 

http://www.myspace.com/xnaviet

http://zoharum.com/