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Room 107

20-09-2012

ERIK WØLLO

"Airborne"

Cover ERIK WØLLO

(Projekt)

Time: (67:52)

Rating : 7.5

Ci eravamo occupati dell'arte strumentale di questo compositore norvegese - attivo dal 1980 - sul finire del 2010, quando egli approdava alla Projekt con l'eccellente "Gateway", ed evidentemente questo sodalizio si è rivelato proficuo, visto che ritroviamo Wøllo ancora sotto l'ala protettrice della storica label americana per il suo sedicesimo album solista, dopo un doppio live e la seconda collaborazione col nume tutelare Steve Roach (più un altro paio di uscite per etichette differenti). Proprio questa collaborazione, stando sia alle note ufficiali che a quanto abbiamo modo di ascoltare con le nostre orecchie, sembra aver lasciato traccia di sé nel songwriting di Erik, oggi naturalmente più vicino ai dilatati afflati ambientali di Roach rispetto al succitato "Gateway", ma sostanzialmente sempre affine alla materia new age. Armato come di consueto di chitarre (elettrica, synth, slide, fretless, Ebow), basso, tastiere, percussioni, sequencer e campionatori vari, il 51enne scandinavo dice chiaramente nelle note di aver immaginato un viaggio aereo e di averlo raccontato coi suoni, ma più dal punto di vista squisitamente psichico che non a livello di congiunzione fra un punto di partenza ed uno di arrivo. Nasce così un lavoro più tenue e sottile, dove gli echi di chitarra pinkfloydiani si limitano a sparute apparizioni (il preludio "Spring Equinox" e l'avvolgente "Time River"), col ritmo che sa farsi suadente e pulsante (la misteriosa "Red Earth", la melodiosa "Airborne 1", le percussioni invitanti di "Lost And Found" ed "Airborne 2"), senza mai sconfinare oltre la pacatezza dell'incedere dei pensieri che accompagnano il viaggio aerotrasportato di cui sopra. Momenti di lieve malinconia emergono con "Circle Lake" e la sfuggente "The Longest Day", mentre il trittico finale formato da "North Of The Mountains", "The Magic Spot" ed "Airborne 3" va a lambire lidi maggiormente elettronici, sempre con la sottile ed educata grazia ritmico/melodica che contraddistingue l'intera opera, al solito prodotta in maniera esemplare e capace di porre in evidenza tutti i gustosi dettagli che sono nelle corde di un artista così esperto e capace. Senza dubbio un lavoro più riflessivo rispetto a svariate altre opere del passato più o meno recente, ma non meno affascinante e ricco di spunti analitici: buon viaggio, e godetevi la splendida vista dall'alto.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.wollo.com/

http://www.projekt.com/