27-06-2012
UNDERHILL
"Silent Siren"
(Ad Noiseam)
Time: (79:00)
Rating : 8.5
Quando reali esigenze artistiche ed una visione che vuole guardare oltre le convenzioni sin qui conosciute spingono musicisti di estrazioni differenti come la singer Martina Astner (nata Hornbacher e nota per i suoi trascorsi vocali in ambiti metal-gotici coi vari Therion, Dreams Of Sanity, Alas e Korova), Marvin Hay (cantante hip-hop noto nella scena d'appartenenza come MC Coppa), Tim Elliot (Current Value, Machine Code), Ivan Shopov (Cooh, Balkansky) e Dean Rodell (Machine Code) a riunirsi sotto un'unica sigla e coi medesimi intenti, c'è da aspettarsi qualcosa di ben più interessante di quei sedicenti 'super-gruppi' messi in piedi al solo scopo di tirar su un po' di soldi grazie ai nomi coinvolti. Dietro a questa operazione non c'è infatti un colosso dell'industria musicale coi soldi per andare in tv, bensì la berlinese Ad Noiseam, etichetta la cui lungimiranza nello scovare i migliori talenti dell'ibridazione fra correnti elettroniche è qualcosa di ammirevole e che sta dando i suoi meritati frutti. E se c'è in giro qualcosa di realmente esemplificativo di ciò che s'intende per ibridazione fra generi, quel progetto è senza ombra di dubbio Underhill, ideale crocevia fra downtempo, dubstep, trip-hop ed hip-hop, passando per tutte le sfumature che musicisti di siffatta caratura sono in grado di apportare alla propria creazione artistica. Negli anni Martina ha senza dubbio saputo guardare in altre direzioni, e finalmente con Underhill ha modo di esprimere tutto quel grande potenziale mai pienamente concessole in una scena limitante come quella metal, marchiando a fuoco con la sua pregiata ugola episodi clamorosi come il singolo pre-album "Blind" (ovvero: il trip-hop che scopre i penetranti suoni della dubstep), la magnetica "Hiding The Light" (su cui viene innestata con immane sagacia persino una chitarra reggae, col supporto di due membri dei Senser), la gentile e suadente "The Miss" ed una "Solace" da brividi, dove le esplosioni ritmiche contrastano magnificamente con la pura soavità. Merito di una scrittura che denota un coraggio ed un'apertura mentale che hanno pochi eguali, ma soprattutto di capacità esecutive importanti e di una fase di arrangiamento interpretata ai massimi livelli, combinando la grazia femminea alla forza d'urto dei beat e dei bassi, con la spettacolare produzione ad esaltare ogni singolo dettaglio di queste magnifiche gemme sonore. E nonostante l'hip-hop sia inevitabilmente lontano per cultura alle sonorità di cui amiamo parlare, sentite la scura performance di MC Coppa in frangenti quali "Trippin", la vorticosa e serrata "Law Enforcement", una title-track dalle squisite movenze downtempo (dove Martina è la gradita controparte) e le solide "Creator" e "River Of Hades", e capirete quale sia la maestria dei Nostri nel coniugare esperienze così diverse all'interno di un flusso sonoro assolutamente coeso nella sua efficacissima ricchezza di soluzioni. Impossibile non citare le magnifiche movenze etniche della magnetica "My Shadow" e la ruvidità tipicamente dubstep di "Civil Lies", così come il ritmo penetrante dell'ipnotica "Black Sun Butterfly": ulteriori momenti dove l'estro di Martina emerge netto e puro come mai l'avevamo potuto apprezzare. Tre remix, interessanti ma non trascendentali (a parte quello di Balkansky per "Blind", ove la veste più mite e liquida non sfigura affatto), chiudono uno dei debutti più coraggiosi ed interessanti di tutta la scena elettronica a tinte scure da diverso tempo a questa parte: se non ragionate per comparti stagni e volete godere della bellezza di grandi canzoni, non esitate oltre. Disponibile anche in vinile con sei brani per facciata, con all'interno una versione in CD comprendente tutte le 17 tracce.
Roberto Alessandro Filippozzi