10-01-2012
SIMON WHETHAM & FRIENDS
"Meditations On Light"
(Monochrome Vision)
Time: CD1 (64:19); CD2 (75:41)
Rating : s.v.
Eclettico sperimentatore attivo dal 2005, l'inglese Simon Whetham lavora essenzialmente tramite field recordings, mettendo spesso i suoni a disposizione di esibizioni e immagini di vario genere. La base di questo doppio CD, metà opera di Whetham e metà frutto di reinterpretazioni di altri musicisti, parte dal breve album "Lightyears" del 2009, una monotraccia commissionata dalla pittrice Kathryn Thomas come commento audio al Darkspace Project, una serie di dipinti a tema inseriti nella sua ampia esibizione intitolata "Lightyears". Il tema sonoro fu fissato su CDr e rilasciato poi ai visitatori della mostra. Il primo CD di "Meditations On Light" è un rifacimento di quel breve e acerbo disco, allargato a due tracce ("Lightspace" e "Darkerspace") ed arricchito di più elementi musicali. Si tratta di linee sonore sintetiche monocordi che aumentano o diminuiscono di intensità, al limite tra l'ambient minimale e il semplice commento audio esente da implicazioni prettamente musicali. La prima traccia si muove su tonalità alte e - ovviamente - luminose, l'altra presenta tonalità più scabre e cupe: la coppia dà luogo ad una sorta di ying e yang acustico, basato su temi speculari e continui. I brani appaiono comunque orfani di immagini, ed è forte la curiosità di vederli associati ai dipinti della Thomas o in qualche particolare video-installazione che darebbe loro linfa vitale. Di discreto interesse è il secondo dischetto intitolato "Reconstructions", una compilation di rivisitazioni firmate da importanti sperimentatori di ultima generazione. Nel complesso ci si muove ancora nei paraggi di un dronico e prevedibile ambient-sound, ma non mancano le variazioni e alcune piacevoli sorprese. Tra i momenti più suggestivi emergono "De Biscanti" di Philippe Petit (che mescola frequenze disturbanti e motivi di archi in salsa elettronica), i temi semi-orchestrali e astrali di Mise_En_Scene, le ritmiche break che rompono la silenziosità in "Souvenir" di Scanner, e ancora il canto e la melodiosità che non ti aspetti in "Alien Nebula Rider" di Iris Garrelfs. Impossibile avvicinarsi a questo doppio lavoro per un ascolto tout-court o cercando di utilizzarlo come sottofondo in ambienti privati: il suo vero e unico compimento è il supporto a video-installazioni, filmati, mostre, esibizioni ed altro ancora. Solo in questo modo ne ricaverete il massimo e ne carpirete le qualità. Indicato ad un pubblico che sa esattamente cosa cercare.
Michele Viali
http://www.simonwhetham.co.uk/
http://www.monochromevision.ru/