13-03-2011
DEVAS
"A Vision Of Hydrogenium"
(Klangwirkstoff Records)
Time: (50:17)
Rating : 8
La berlinese Klangwirkstoff è un'etichetta da pochissime selezionate produzioni (siamo giunti solo alla sesta, partendo dal 2006), tra ambient ed elettronica minimale, e questo per via di un manifesto programmatico non esattamente aperto a chiunque: l'idea è infatti quella di realizzare musica basata sulla filosofia dell'ottava cosmica (di cui si trovano ovviamente cenni in rete, per i più curiosi). È facile immaginare che siano in pochissimi a basare il proprio suono su tali prerogative, ma quando questi si affacciano in superficie, la label berlinese si fa trovare pronta a supportarli, come nel caso del duo in esame, proveniente dalla Germania del Nord e qui al debutto ufficiale. Jewel (voce ed elettronica) e Sigyn M (elettronica) segnalano apertamente sul booklet che "i suoni del CD sono sintonizzati su frequenze di toni bassi analoghe alle ottave delle risonanze spettroscopiche dell'idrogeno trovate da Johann Jakob Balmer" e che "è stato il matematico ed esperto di armoniche Hans Cousto ad essere riuscito a calcolare queste frequenze, ispirando quindi il nostro lavoro". Se tutto ciò si traduce in un'elettronica sottile e sfuggente, cosmica e spesso ambientale nel suo muoversi ariosa, vocalmente Jewel regala una grande performance, passando con disinvoltura dal canto sciamanico a quello jazz. È proprio la splendida voce della Nostra a guidare l'ascoltatore attraverso l'opera, sempre ben supportata da linee di synth sottili ma decise nel delineare l'ossatura dei brani. L'atmosfera assume toni sacrali tanto nell'iniziale "Great Coloured Universe" quanto nella conclusiva "Black Nothing", richiamando sensazioni sospese tra i raga di certi lavori di Ravi Shankar, l'alchimia della 'strana coppia' Lisa Gerrard/Klaus Schulze e le piccole magie di Louisa John-Krol con Oophoi. La versatilità di Jewel va però ben oltre questi preziosi ricami vocali: la singer riesce infatti ad infondere malinconia ad una "Little Floathing Lights" a tratti più oscura, ma tiene la sua performance migliore per "Like Fishes In Deep Water", dove seduce come solo una primadonna da elegante jazz-club notturno saprebbe fare, coadiuvata dalla fluttuante elettronica sullo sfondo. Un debutto che rivela tutto il talento di un duo che, se indubbiamente ha da una parte già dimostrato il proprio valore in questo contesto sonoro, dall'altra possiede tutti i numeri necessari per cimentarsi con successo anche in altre forme stilistiche. Che ciò si manifesti all'interno del microcosmo di Devas o con un diverso moniker, poco importa: saremo ben attenti ad ogni mossa di questo meritevole tandem artistico.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/devaskiel