06-11-2010
BVDUB
"The Art Of Dying Alone"
(Glacial Movements)
Time: (78:06)
Rating : 7.5
Il gelido isolazionismo della Glacial Movements incontra le tessiture pop ambientali di Bvdub (al secolo Brock Van Wey), per un album che sembra segnare una svolta per la label romana, capace di distaccarsi considerevolmente dai suoi standard oscuri e, in parte, industriali. Dall'altro lato l'artista americano epura i propri suoni da alcune derive electro/techno per dare spazio ad un interessante coacervo di prominenti tappeti sintetici e temi strumentali. Da qui nasce "The Art Of Dying Alone", lavoro intimista atto a disegnare panorami spaziosi e freddi che sintetizzano l'infinito, evitando le inquietudini che caratterizzano la canonica dark ambient. L'uso parsimonioso di sonorità acustiche ripetute in loop sposta spesso le coordinate dell'album verso i lidi del post-rock, battuti a tratti da lievi basi ritmiche ("To Finally Forget It All") e segnati da morbide voci angeliche ("No More Reason Not To Fall", "No One Will Ever Find You Here" e la title-track). Anche i titoli conducono verso una fine solitaria e tranquilla, anticamera per un angolo di paradiso distante dai fastidiosi brusii umani. La Glacial Movements licenzia il suo prodotto più personale, fornendo probabilmente le ispirazioni giuste a Bvdub. Il risultato è un sogno ad occhi aperti ai confini del mondo, una morte solitaria che ispira una forma d'arte.
Michele Viali
http://www.glacialmovements.com/