20-05-2010
K. STANISLAVSKY
"End Of All Things"
(Zoharum)
Time: (44:11)
Rating : 8
Zoharum è una piccola etichetta polacca che si affaccia per la prima volta sulle nostre pagine grazie all'esordio di un artista con potenzialità molteplici, attraverso il quale è fondamentale fracassare le pareti invisibili ma percettibili di una realtà musicalmente interessante, ma sin qui isolata. L'adiacente Germania potrebbe essere il giusto tramite per promuovere il sound di questo artista polacco, ma è intuibile che, Berlino e la sua sete di novità e futuro a parte, nel resto dei länder difficilmente diventerà immediata la diffusione di un suono che abitualmente oltreoceano trova estimatori numerosi. Soundtrack: questa è la sembianza ufficiale che Krzysztof Stanislawski assume come propaganda immediata del suo album. Noi andiamo più a fondo, scoprendo invece che se i grandi colleghi (Zimmer come Shore) indubbiamente sono parte integrante della voglia di immaginario fisico per le sue undici tracce, la realtà dei fatti si concede come una lunga, frammentata, sinuosa suite intelligent ambient, neologismo che ancora una volta facciamo nostro per rendervi un'immagine fedele del sound di "End Of All Things". Non è un caso, perché spesso l'IDM e l'arte figurata sono una figlia dell'altra ed il cinema è la nicchia ideale come il reportage documentaristico o le videoinstallazioni, che sempre accompagnano le live performance di questi musicisti fisicamente rigidi e concentrati dietro un laptop. Angosce e stasi sono le altalene di "End Of All Things", aperto da una situazione sonora in cui le macchine creano lo spleen più oscuro, e "Labirynth" diventa claustrofobica nei suoi momenti di glitch etereo improvvisamente demolito dai synth, così armonici ma anche così fobici. Perfetta apertura d'album, che nel succedersi si concede lunghe introspezioni degeneri sottolineate da breackcore lievi ma incisivi: "Revealing The Pain" ne è la somma/espressione, o anche le successive e cerebrali (immaginate però il cervello come un labirinto perverso, dove ricordi ed immagini sfocate diventano patologie tradotte in suono) "Severe Brain Damage" o "There's No Way Out", arricchite da beatwork avvicendati a soluzioni più droniche sfruttando ogni potenzialità offerta dalle macchine o dai sequencer. Nella seconda è fondamentale il piano, condotto verso soluzioni introspettive ma pericolose, romanticamente affini al gotico ottocentesco e macabro, sorta di potenziale stallo riflessivo: traccia-trampolino e tramite nelle future incursioni dell'aggressivo dinamico gioco delle luci e delle ombre, di cui diventano mentori le partiture drum'n'bass percussive come in "Endless Path Of Failures", oppure la definitiva uscita dal mondo dell'ancora raziocinante verso lo Cthulu di Lovecraft, la Cibola orrorifica di Barker (la città dei mostri) che con "Redemption", dalle tinte così nere e dalla musica finalmente esplosa senza compromessi, diventa rito necronomico. Stupendo cervello quello di Stanislawski: le undici tracce del suo debutto sono il monito che IDM è 'proto-plasma' di suoni che possono e devono subire evoluzioni seguendo istinto e ragione, nuotare verso liquide partiture di ovatta o spazi aperti ed aerei. In questo caso scavando, nell'io come nella Terra, per trovare ciò che non vuole o non DEVE essere trovato, il mostro archetipo che forse risiede nella nostra convulsa testa umana. Il finale di "End Of All Things" è anche la sua title-track, summa di un album che in soli quaranta minuti o poco più scorre tra più blasoni dell'universo elettronico, intelligente e statico, formulato e 'glitchato', ma che ora, nel finale del tutto, nell'apocalissi del suono, nella grandezza dell'oltretomba sonoro diventa estasi squilibrata: ora Stanislawski incontra Howard Shore e le sue apocalittiche orchestrazioni underground, anche se il polacco non mette la sua musica a servizio delle immagini, ma decisamente richiede immagini schiave della sua musica. Ed è solo il debutto: attenzione però, perché Zoharum ne ha prodotte solo 444 copie, quindi meglio non abusare del tempo che vi servirà a procurarvelo...
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/krzysztofstanislawski