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Room 107

22-02-2010

CAGES

"Folding Space"

Cover CAGES

(Cold Spring/Audioglobe)

Time: (49:19)

Rating : 6

Cages, ovvero le gabbie. Metafora appropriata per un combo che le gabbie le vuole distrutte, almeno quelle artistiche, per mostrare la propria musica senza limiti mentali a chi sa recepire oltre la canonica espressione sonora, captando segnali, suoni, timbri vocali che seguono linee non convenzionali. Da Buffalo negli States la voce di Nola Ranallo, unita all'impostazione musicale (soprattutto di tastiera e chitarra) di David Bailey, giunge a noi con questo nuovo album registrato qualche tempo fa, ma che ha atteso due anni per vedersi prodotto dalla Cold Spring. Con la partecipazione di Steve Baczkowski al sax (musicista con cui Nola collabora in altri side-project) e le bacchette di Ravi Padmanasha, si chiude il cerchio di artisti che hanno contribuito alla realizzazione di "Folding Space". Suoni destrutturati e voce senza schemi: questo ci porgono su un vassoio marmoreo i Cages, dopo un paio di limitatissime cassette rilasciate nel 2007 e nel 2008 (e da quest'ultima, "Immovable Object", vengono ripresi un paio di episodi). Trovare un parallelo non è immediato: Diamanda Galás ha probabilmente influito sul background dei due, ma ciò non si manifesta così palesemente (in comune con la strega di San Diego c'è l'apporto musicale, che rimane spesso in disparte ed a servizio del canto). Piuttosto i Nostri sono vicini ad un combo quasi speculare nel dualismo uomo/donna e nella capacità extrasensoriale di concepire l'arte: i Jack Or Jive. Simili le tonalità alte e vibrate con cui si dipanano le note cantate da Nola, come allo stesso modo lavora Chako sulle sue corde vocali. Recitati sempre sul filo dell'acuto non impostato, interpretati con pagano senso della preghiera, a tratti sciamanica. Un rito che nasce nelle ugole di entrambe per 'stregare' l'ascoltatore, e ciò in "Folding Space" avviene fin dalla mantrica opener "Dying". Voce quasi sempre isterica e una chitarra suonata da Bailey con l'effetto di una scordatura voluta che richiama le sonorità degli strumenti a corde pizzicati di matrice nipponica. "Psalm To Mother" o "If It Flies, It Dies" ne sono gli esempi principali; conferme in tal senso arrivano anche dalla scelta canora di Nola Ranallo, che in quest'ultimo brano citato può richiamare per distacco emotivo, anarchia interpretativa e note sempre sulle righe alte del pentagramma le fredde atmosfere artiche dei distacchi emozionali di Björk. Rispetto però ai 'folletti' nipponici ed islandesi la Nostra ha ancora bisogno di trovare l'equilibrio tra 'volatilità' e centratura: spesso è difficile seguirla tra le note, e la mancanza di momenti più inquadrati spiazza nel cercare di capire il sound dei Cages. Un esempio di ciò che intendiamo è "Prisons Of Light", in cui persiste la voglia di evadere: tra minimali tocchi di presenze percussive, chitarra plettrata con la personale tecnica di David ed i mille colori della voce della singer, ne risulta un ottimo connubio tra la singolare arte del duo ed una musicabilità più fruibile. Il catalogo Cold Spring si arricchisce di un progetto che può incidere lasciando un segno, un artiglio ferale che si offre come alternativa ai colleghi dalla gentile poesia - opposta ma non opponibile - dei Rose Rovine E Amanti. I Cages ci permettono di tenere le nostre gabbie aperte e di essere sempre liberi di vedere oltre e, perché no, volare nei mondi acustici di Nola e David sulle ali protettive della sperimentazione, augurandoci che sia sempre una planata calcolata... Icaro docet.

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/cages

http://www.coldspring.co.uk/