01-09-2008
SKITLIV
"Amfetamin"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (44:33)
Rating : 6
Maniac, chiusa la collaborazione con i Mayhem, si è lanciato entusiasticamente nella creazione di un nuovo progetto che, sin dal 2005 (anno di fondazione del gruppo), percorre territori musicali inusuali e di non facile assimilazione, specialmente per quanti hanno seguito le gesta del frontman norvegese in altri contesti sonori. Gli Skitliv sono artefici di un melange sonoro ruvido, abrasivo, orientato principalmente al doom metal, ma che si colora di sfumature black metal (inevitabile retaggio della passata esperienza del cantante) e di noise. Sotto l'egida della storica etichetta albionica vede la luce l'opera prima del combo scandinavo, suddivisa in otto tracce, di cui due in studio e sei dal vivo. Ad accompagnare il Nostro, oltre ad una line-up che raccoglie alcuni musicisti già attivi nella scena, troviamo alcuni ospiti d'eccezione come Attila Csihar (attuale frontman degli stessi Mayhem) e soprattutto i Current 93, autori dell'intro "Who Will Deliver Us From Gold & Planets?". Le premesse, dunque, sembrano più che incoraggianti, come traspare dai due brani posti in apertura: la title-track è un convulso impasto di accordi sinistri, di suoni distorti ed ipnotici ripetuti sino al parossismo su cui si staglia il cantato lacerante di Maniac e i vocalizzi del già citato Attila. La successiva "Slow Pain Coming (Cold Spring Mix)" è introdotta da una breve sezione rumorista, rapidamente squarciata da un pesantissimo e ferale doom/black metal. Permangono, anche se collocate sullo sfondo, le sfumature noise, che donano un taglio ancor più psicotico alla particolare interpretazione musicale degli Skitliv. Seguono, quindi, le sei canzoni dal vivo, registrate durante l'esibizione tenutasi al The Underworld, a Camden Town, nei pressi di Londra. La scelta di esordire con un prodotto registrato quasi interamente dal vivo risulta quantomeno discutibile, considerata l'impossibilità di riprodurre sul palco, con la stessa dovizia di particolari, quelle sfumature e quella pulizia sonora che solo lo studio di registrazione è in grado di donare. Il suono scarno e diretto dei cinque brani (più intro) in oggetto ed il cantato sgraziato ed ossessivo di Maniac possono generare, sulla lunga distanza, un inevitabile senso di tedio, e, soprattutto, non offrono un quadro esaustivo delle reali potenzialità della band. Attendiamo fiduciosi, quindi, maggior concretezza dagli Skitliv, i quali, ne siamo certi, sapranno un confezionare un prodotto più completo ed appetibile.
Paolo Sola
http://www.myspace.com/skitliv777