07-11-2022
HEMESATH
"So Schön"
(Echozone)
Time: CD (40:57)
Rating : 7.5
"Das ist harter deutscher Rock", recita orgogliosa la biografia degli Hemesath, quintetto tedesco al debutto sulla lunga distanza nel 2015 con "Für Euch", già per la conterranea Echozone, giunto poco tempo dopo la loro formazione, coadiuvati anche dal successo dell'EP precedente "Rot So Rot". Questo nuovo lavoro, fresco di rinnovato interesse di pubblico (almeno in patria, grazie al vincente singolo "Heile Segen"), è prima di tutto prova di quanto la squadra Echozone e il gruppo rock/gothic germanico abbia intenzione di proseguire nell'investimento e nella collaborazione. E ben conviene a entrambi, visto il significativo risultato. Gli Hemesath godono delle giuste caratteristiche per spiccare su una scena immensa, iperattiva, perdurante quanto quella della Neue Deutsche Härte, fatta di industrial-rock/metal goticheggiante, in formato hit da dance club, così piacevolmente e irresistibilmente radiofoniche. Il successo di Rammstein, Eisbrecher, Oomph!, Atrocity & Das Ich l'ha dimostrato nei trent'anni addietro. Inutile ricordare quanto questo sottogenere tanto tedesco e tanto sincretico (è sempre stato in grado di raccogliere a sé i metallari più moderni e i fan del goth-rock più duro) si sia sviluppato a macchia d'olio anche grazie alle eventuali contaminazioni possibili (il medievaleggiante con In Extremo, Subway to Sally, il dark/heavy/rock dei recenti Dampf, premiati dalle classifiche, ecc.). Anche questo nuovo "So Schön" è pronto a lasciare il suo originale contributo, proprio in quella sezione del genere dove si lasciano a parte gli eccessivi modernismi elettronici e danzerecci da locale berlinese o festival estivi, ripartendo dal rock/metal suonato bene, melodico, arioso, d'impatto sonoro colto e mai noioso. Del resto, il background dei membri fondatori della band non mente. Il chitarrista Andre Rasfeld ha accompagnato per i tour leggende dell'heavy metal come Rage, Jag Panzer, Silent Force; il già citato primo EP del gruppo "Rot So Rot" vantava nientemeno che la produzione di Victor Smolski, chitarrista storico dei power metallers Rage. Ma gli Hemesath sanno far risaltare il loro marchio unico, fatto di matura esperienza compositiva (sono tutti sulla mezza età) e originalità nell'arricchire quella certa piattezza tipica di moltissimi colleghi, grazie a una ricercatezza melodica e romantica, insaporita da un contorno gotico/sinfonico, e soprattutto dalla grande personalità e preparazione del frontman Christopher Zumbült. Baritono gigionesco, shakespeariano (il musicista è anche rinomato attore di teatro). Il risultato è ottimo, variegato nei suoi episodi mai troppo grotteschi, che inseguono lidi orecchiabili ma di una profondità emotiva riversata nelle composizioni e negli arrangiamenti molto lontana dalle banalità ricorrenti, apponendo una firma che ripagherà di sicuro gli sforzi sia dei cinque artisti, che della preparata label. Premiatissimo e umile gran disco, senza ombra di dubbio tra i migliori mai pubblicati dall'etichetta almeno nell'ultima decade.
Max Firinu