17-11-2017
NERVENBEISSER
"Zeitenwandel"
(Echozone)
Time: CD (46:02)
Rating : 6.5
Due anni dopo aver ristampato il loro unico album "Geschlechterschlacht" (originariamente uscito nel 2004 per la ZYX-Music) attraverso la Danse Macabre, i tedeschi Nervenbeisser si ripresentano sulle scene - come promesso - con del nuovo materiale, certificando il loro effettivo ritorno. Trovata nella Echozone l'etichetta giusta con cui riprendere il cammino, il duo composto da Olaf Seider e Walter Stobbe (ai quali dal vivo si unisce il drummer Chris Löffel) torna in pista con un lavoro confezionato in un bel digipack a sei pannelli completo di booklet, contenente dieci nuove tracce. Il sound del progetto si mantiene aderente alla corrente teutonica NDH, tant'è che sono gli stessi protagonisti a non nascondere l'influenza di nomi come Megaherz, Oohmp!, Eisbrecher, Janus e Das Ich, oltre ovviamente a quei Rammstein dai quali è impossibile prescindere per chiunque si cimenti in questo settore. Ai Nervenbeisser va riconosciuto però il merito di non voler rincorrere sempre e comunque Lindemann e soci, e a conti fatti i pezzi che si rifanno palesemente al colosso teutonico sono la dura ed incisiva title-track (che prende le mosse da una base EBM), una "Du Gehst" dal refrain più teatrale e quella "Todesengel" che però non riesce a raggiungere i livelli di solennità dei suoi illustri ispiratori. I chitarroni distorti sono sempre ben presenti, ma la ruffianeria di "Verkehrte Welt" e del suo refrain da cantare in coro rimanda più a certe cose di Marilyn Manson che non ai Rammstein, mentre gli strilli concitati della grottesca "Glücklick Allein" sono un maldestro tentativo di mostrarsi più estrosi rispetto a certe quadratissime logiche creative. Questa volontà di distinguersi produce però anche buone cose, come ad esempio il groove suadente della più riflessiva "Ein Letztes Mal" e, soprattutto, due momenti quali la solida e intensa "Goldener Käfig" (anche questa fornita di un taglio simil-EBM che non guasta) e la più tagliente, velenosa ed ossessiva "Sieh In Dein Herz"; viceversa, l'atto finale costituito dall'acustica "Alles Steht Still", anziché rivelarsi una buona variante, svela una volta in più quanto l'istrionismo vocale di Olaf non funzioni sempre come auspicato. "Zeitenwandel", pur senza strabiliare, rappresenta comunque un ritorno positivo per una band che pare avere le capacità necessarie per sgrossare, affinare e rendere più personale il proprio stile, e con ogni probabilità sarà il prossimo album a dirci quanto valgono davvero i Nervenbeisser.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/nervenbeisser/