05-04-2017
MICROCLOCKS
"Soon Before Sundown"
(Echozone)
Time: CD (45:16)
Rating : 6.5
Quartetto di Ruhrgebiet attivo dal 2005, con una storia musicale che ha raggiunto subito i suoi apici negli esordi e poi è andata via via adagiandosi su dettami più inoculati e 'sicuri', tornato nel novembre scorso con il suo terzo lavoro sulla lunga distanza, allegoria del mondo in cui viviamo nel quale l'umanità si trova in bilico tra luce ed ombra, dove la luce rappresenta l'intelligenza collettiva risucchiata inesorabilmente dalle ombre della corruzione e delle menti ristrette, che nel buio tramano per dominare tutto e tutti. Forti di una componente melodico-compositiva molto spiccata, che è sempre stata il loro punto di forza sin dall'EP d'esordio "Circular Waves", ma come già anticipato in parte sacrificata all'interno dei due lavori sulla lunga distanza che precedono quest'ultimo, più incentrati su componimenti lineari e monotonamente attaccati a sonorità gothic rock o industrial metal per la maggior parte del loro dipanarsi, virano leggermente il loro assioma musicale in questo nuovo album, aprendo con pezzi degni di nota come "White Rabbit", la title-track e "Love's End", che mettono in risalto tecnicismi prog di alto calibro sia nei synth che nelle chitarre, tra possenti assoli e vorticoso dipanarsi, risultando sicuramente le prove migliori dell'intero lavoro. Successivamente ci si imbatte invece in song meno tecniche e più adagiate, come la metal-ballad "The Edge", la ponderata "Here I Am", il gothic rock pianistico del singolo "Life Is Grim", l'electro-industrial passivo-aggressivo di "Confession" e così via. Un album che ha sicuramente una valenza tecnico-compositiva di alto livello, ma che di più non comunica e rimane prerogativa dei fan del progetto o del genere.
Lorenzo Nobili