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Room 106
09-04-2014
DEATH OF A DRYAD
"Death Of A Dryad"
(Seventh Crow Records)
Time: (50:42)
Rating : 7
Disco d'esordio per questo duo di Lione composto da Nogh (chitarre, liuto, voce, programming e tastiere) e Carol (basso, flauto e voce), musicisti provenienti dal death metal (nelle fila degli Obnoxious il primo, ex dei Necroblaspheme la seconda), nonché entrambi impegnati coi thrashers My Imperium. Un retaggio che i due traslano in un'ottica più aderente (e adatta) al folk apocalittico nel progetto in esame, per il quale le influenze dichiarate sono quelle di nomi altisonanti quali Ordo Rosarius Equilibrio, Triarii, Rome e Dead Can Dance, ma anche quelle di act di area metal come Summoning e Falkenbach. Per comprendere in quale direzione si muova il sound del duo, occorre immaginare degli Ordo Rosarius Equilibrio (l'influenza più prominente) stentorei come Triarii, ma dotati di un'intensità più metallica che caratterizza tanto il guitar-work quanto la sezione ritmica, senza comunque mai scadere in eccessi di 'ortodossia' metal, se non per brevi e selezionati momenti. Una formula vibrante e solida che tende a caratterizzare larga parte dell'opera, non senza incipit e break di buon gusto nei quali figurano strumenti antichi e/o tradizionali quali salterio, ghironda, flauto rinascimentale e liuto, chiamati a fare da contraltare ad una chitarra elettrica ruvida ma tutto sommato adeguata. Vi è trasporto e passione nel songwriting del duo, che regala buoni spunti con momenti quali la lunga "Ys" (quasi nove minuti, in cui non mancano inasprimenti metal anche vocali), la più marzialoide e solenne "When All Is Gone" ed una "Lacrimosa" che alterna epici e sinfonici passaggi cinematici ad un'enfasi elettrica particolarmente drammatica. Bene anche il breve e fiabesco strumentale "Minnesang", dove il flauto di Carol è protagonista, così come in quella "Dark Fairy" che propone qualche doveroso passaggio acustico; qualche eccesso metallico non manca, ed i blast-beat presenti sia in "Ashes On A Burial Ground" che in quella "Shadows Of The Forest" non priva di break acustici (e dell'unica comparsata vocale di Carol), oltre alla breve sfuriata inserita nella carismatica title-track, stanno lì a dimostrarlo ed a testimoniare del retaggio del duo. Siamo comunque al cospetto di un'opera ben strutturata, suonata e prodotta, senza dubbio consigliabile a quegli appassionati di sonorità neofolk e/o martial con un passato (o anche un presente) da seguaci del metal più greve ed arcigno, mentre i più intransigenti neofolkers tutti 'rune e chitarre acustiche' che di metal non vogliono neanche sentir parlare difficilmente riusciranno ad apprezzare, sebbene almeno un tentativo da parte loro sia auspicabile. Un primo passo comunque positivo da parte di un act che, limando le asperità più evidenti, potrà crescere bene e presto, specie se riuscirà a prendere una strada più personale per rendere meno evidenti certe importanti influenze. Edizione digipack limitata a soli 100 esemplari, ma l'album è disponibile anche in download.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://seventhcrowrecords.bandcamp.com/