27-02-2014
TYPE V BLOOD
"Beastkiller"
(Artificial Sun)
Time: (43:26)
Rating : 6.5
Sesto full-lenght per i Type V Blood da Kaliningrad, antica città posta fra Polonia e Lituania, quindi nel nord dell'immensa Russia. Fautori da sempre di spericolati incroci stilistici che hanno reso la loro musica particolarmente fresca e accattivante, con questo nuovo "Beastkiller" proseguono nella rotta tracciata dai precedenti lavori. La 'bestia' in questione dovrebbe essere, o almeno così si evince dalla copertina, un alieno giustiziato con un colpo in fronte. L'immaginario a cui si vuole alludere è quello dell'horror sci-fi e delle teorie complottistiche, senza tuttavia approfondire né l'uno né l'altra. Nella loro musica la componente ironica è molto presente, per cui tutto è gioco e i Nostri preferiscono non prendersi troppo sul serio. Ecco quindi che si spiega l'alternanza stilistica presente fra le tracce, a partire dall'iniziale "Eber ZZombie", che inizia elettronica per poi diventare un potente e cattivo industrial metal molto Fear Factory-oriented. Dopo la confusa "Rock The Dancefloor", che era già incluso nell'omonimo EP del 2012, il gruppo vira verso gli '80 con "Shocksong", divertente epigono dell'era aurea della new wave, che sciocca l'ascoltatore proprio perché assolutamente fuori contesto. "Resistance" invece ci riporta verso atmosfere apocalittiche e, pur non presentando molte idee, risulta coinvolgente. Gli ultimi quattro pezzi rappresentano forse la parte migliore del disco, anche se non convincono appieno. "Zero Tolerance", infatti, si presenta come un hard rock distorto che diventa una specie danza balcanica in salsa electro, quasi sullo stile dei Gogol Bordello. L'idea potrebbe essere originale, ma tuttavia il pezzo non decolla. Meglio allora la successiva "Sexyberia", piccolo omaggio ai videogiochi Atari che spezza la pesantezza del disco con fare ironico e divertito. "Right To Anger" emula il nu-metal senza però averne la necessaria potenza, mentre la conclusiva "New Nuclear World" è un techno-punk che inizia alla maniera dei Sigue Sigue Sputnik, facendo riaffiorare in chi scrive dei bei ricordi. Nel calderone del metal industriale i Type V Blood (il cui nome è forse un omaggio al mitico Peter Steele) vorrebbero rappresentare l'ala più innovativa, contaminata e divertita, ma non riescono a mettere in pratica le loro lodevoli intenzioni. Colpa, forse, di una produzione che non riesce ad incanalare le intuizioni e l'estro del gruppo in una forma più coerente. Va bene una sana follia, ma con un po' più di controllo i Type V Blood potrebbero entrare nell'olimpo del genere.
Ferruccio Filippi
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