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Room 106

17-04-2013

MYSTIGMA

"Unzerbrechlich"

Cover MYSTIGMA

(Echozone/Masterpiece)

Time: (51:09)

Rating : 7.5

Sono trascorsi diciotto anni dalla pubblicazione del demotape dei Mystigma, ai tempi Tears Of Mystigma, fino all'alleggerimento del monicker dal terz'ultimo album in poi. Almeno per quel che concerne la scena tedesca, di cui i quattro fanno parte, si può parlare dei Mystigma come di una band storica, leggermente inferiori ai protagonisti di quella scuola goth-rock ben rappresentata da Love Like Blood o Dreadful Shadows. Un full-lenght ("Reflect Project: Colder Side") e due EP ("The Vanishing Sun" e "Higher Circumstance") col vecchio nome, dopodiché i Mystigma dell'eclettico frontman Torsten Bäumer sfornano due gioielli di goth-rock pesante e anthemico, vale a dire "Universal Surrender" e "Andagony", in grado di paragonare la band ai fasti dei Secret Discovery negli anni '90. Quel goth spesso tentato dalla ruvidezza del metal, ma sempre servo della melodia, come anche gli ultimi Fields Of The Nephilim hanno insegnato. Il ritorno del quartetto germanico (completato da Jörg Bäumer alle chitarre, Stephan Richter al basso e la new entry Malte Hagedorn alla batteria) per l'instancabile Echozone ha perciò un'eco non indifferente. "Unzerbrechlich" è un disco godibilissimo, che non avverte né stanchezza, né tanto meno vecchiaia, visto che i nostri vanno per la cinquantina. È però da notare un leggero calo d'ispirazione se lo si paragona ai precedenti splendidi lavori, in particolare "Andagony", che navigava nelle stesse acque a livello sonoro. I Mystigma del 2013 hanno preferito amalgamare il loro sound ispirandosi al metal più alternative, roccioso, intransigente e pomposo. Dopo episodi piacevoli come la darkeggiante "Bloodline" e la gotica "Erinner Dich", dove si possono assaporare piacevoli tappeti di tastiere intrecciati col cantato tedesco (l'album segna anche la prima esperienza in lingua madre per la band), la bella "Razorspirit" è uno schiaffo quasi punkeggiante, gutturale come le vocals di Torsten nel ritornello, ma tutti gli altri brani sembrano schiacciare troppo sull'acceleratore e voler emulare il crossover tra gothic e metal reso famoso da Paradise Lost o Crematory. "Uhrwerk Stille" presenterà pure qualche riff di tastiera, ma le pennate sono davvero parecchio taglienti. Stesso discorso per altri episodi, tra cui spicca la dura "Pretending Cross", davvero una goth/heavy-metal song non consigliabile a chi apprezzava il lato più dark-rock del gruppo. In chiusura ecco una versione un po' gigionesca di "Rebel Yell" di Billy Idol, più electro e orecchiabile, ma solo data la sua natura. Non è nuova la sterzata metallica tra i gruppi goth-rock degli anni '90: i risultati fanno spesso conquistare nuovi fans (in tal senso bisognerebbe riflettere anche sul fatto dei testi in tedesco), ma lasciano l'amaro in bocca ad altri. Questo disco è perfetto se si sono apprezzati i capitoli più pesanti dei Love Like Blood o i recenti Tiamat, ma bisogna ammettere che nei Mystigma non riecheggia più la vena dark degli esordi. È comunque un buon disco, funzionale soprattutto in sede live. Per la Echozone è comunque stato un affare metterli sotto contratto.

Max Firinu

 

http://www.mystigma.de/

http://www.echozone.de/