13-03-2011
TUNES OF DAWN
"Goodbye Cruel World"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (52:48)
Rating : 6
Quando si tratta di gothic metal, la Echozone non ha rivali. Sempre alla costante ricerca di ciò che germoglia in particolar modo nel fertile terreno tedesco: alle volte con scelte azzeccate, altre volte, badando più alla quantità che alla qualità, con uscite poco selezionate di gruppi che sembrano prodotti in serie. Se a tutto ciò aggiungiamo il problema di un anacronismo fastidioso ma oggettivo in quanto dettato dalle mode, subito viene da pensare che codeste release, tra le quali le recenti di Mist Of Avalon e Mystigma, non avrebbero comunque spazio all'interno del grosso giro se non adeguatamente ritoccate tramite compromessi di natura artistica. "Goodbye Cruel World" è il terzo album della band berlinese, che segue una naturale evoluzione nata fin dal lontano 1999, quando ad esordi tipicamente death metal, come per molti mostri sacri del genere, seguì una sterzata verso il maestoso movimento gothic metal, che in quegli anni si stava espandendo a macchia d'olio e stava partorendo alcune gemme immortali. Cambiarono quindi nome da Delirium Tremance a Tunes Of Dawn. Da allora sono stati pubblicati "How Is This Going To End" (2005) e "Of Tragedies In The Morning & Solutions In The Evening" (2008) per la Plainsong Records. Tale evoluzione li ha portati verso un gothic metal prettamente melodico, caratterizzato da numerosi inserimenti romantici e passionali, piuttosto evocativo e rallentato, con cariche di pathos che a volte possono raggiungere stati d'animo profondi e intensi, ma altre volte generare nient'altro che noia. Un esempio eloquente è dato dal brano "A Worm Sigh At 6°c", basato su un giro armonico con una sequenza di quattro accordi che possono evocare, a seconda dello stato d'animo con cui la si ascolta, una piacevole condizione di dolcezza e malinconia assoluta o, al contrario, un irritante fastidio; le stesse sensazioni estreme che, al di là del gusto personale, può trasmettere un film d'amore a seconda del vissuto individuale e della vulnerabilità del momento. Il timbro intimo e sofferente della voce di Hagen Schneevoigt sottolinea ancor di più lo struggimento interiore dei brani, coccola e dondola l'ascoltatore, ma forse a volte servirebbe che lo scuotesse un po' dal comodo tepore in cui si trova. Se il primo brano ("Suicide Challenge") è intriso di una certa personalità, poco alla volta spuntano evidenti i richiami, nella fattispecie agli Him ("Refuse Resist" e "Little Darkness" in particolare, ma in genere un po' tutto l'album) e ai Sentenced ("Upon My Grave"). Queste prime tracce rappresentano probabilmente il meglio dei Tunes Of Dawn di oggi, poi sembra che i Nostri cerchino nuove soluzioni, senza ben sapere dove andare a parare: si passa dall'appassionato sentimentalismo della suddetta "A Worm Sigh At 6°c", all'intermezzo di pianoforte di "Tonight's Decision", alle atmosfere indie della title-track, una sorta di bizzarra versione di "Close To Me" dei Cure infarcita di schitarrate pop-punk: un cambio di rotta che lascia perplessi e che probabilmente non molti gruppi oltre ai Cure possono permettersi. Poliedricità ribadita anche dalle bonus-track finali, rivisitazioni semi-acustiche di due brani del primo album. Nel mezzo un'ottima versione di "Cupola" degli Zeromancer, toccante e dolente al punto giusto. In sostanza un lavoro non essenziale, consigliato a chi non riesce a perdersi proprio nulla del movimento gothic metal.
Silvio Oreste
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