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Room 106

27-12-2010

SCHACHT

"Abwärts"

Cover SCHACHT

(Schachtmatt)

Time: (45:35)

Rating : 6

Il sempre florido panorama tedesco ci offre ancora una volta un prodotto genericamente catalogato come 'industrial', che probabilmente in patria farà la gioia di molti potenziali fans, vista l'infinita quantità di band ammassate in questo enorme e inflazionato genere che ripercorre e sviluppa nelle maniere più variegate gli insegnamenti primordiali di Einstürzende Neubauten e quelli più recenti di Rammstein e altri. Forse troppo banale e denigratorio classificare un album con questi parametri, quando probabilmente un appassionato del genere saprebbe riconoscere le sfumature, le qualità e i difetti congrui a relegarlo nel piccolo olimpo dei 'grandi' o nell'ampio dimenticatoio della maggior parte dei restanti. Ma il nocciolo della questione è proprio questo: si tratta quasi sempre di prodotti validi dal punto di vista professionale (produzione, booklet e grafica ineccepibili), ma che non riescono a far breccia nel cuore dell'ascoltatore comune. La qualità suprema, lo scopo finale di un album, dovrebbe essere quello di avvicinare anche i neofiti ad una certa corrente musicale. Ognuno di noi è perfettamente consapevole di quanto sia bello scoprire un disco di un genere sconosciuto, e da lì andarne a scovare i maggiori esponenti, e poi, sempre più in profondità, anche le band prive di contratto ma con enormi potenzialità... Qui, purtroppo, ci troviamo nuovamente a disquisire di un lavoro adatto esclusivamente ai veri appassionati: di conseguenza, ciò che può o non può fare la differenza sta nei punti di novità rispetto al resto del trend. Nel caso del trio della Renania, una particolarità può essere individuata nell'inserimento di cori di stampo apparentemente 'tradizional-popolare' all'interno del consueto contesto intriso di metal, industrial e gothic supportati da un'elettronica rude e abrasiva. Partendo dal fatto che gli Schacht si sentano metaforicamente dei 'minatori' (e tale è il loro abbigliamento nei concerti) che producono rumori grezzi e laceranti nella profonda solitudine e nel buio della montagna, i refrain di alcuni brani sembrano evocare tradizionali canti di gruppo in un preciso contesto culturale e lavorativo, canti che hanno per lo più la funzione di distrarre dalla fatica e dallo sforzo fisico (come nei brani "Schacht"e "Kasten"). Cori alternati a ruvide parti scream/growl che a loro volta evocano qualcosa di dolente e disperato, ma allo stesso tempo fiero e vendicativo. Tra le dodici sfuriate tritatutto presenti in "Abwärts", si distinguono la title-track e "Strand", che fra chitarre graffianti oltre il limite e pulsazioni meccaniche, fanno scorgere un'accurata ricerca melodica nei refrain; per il resto, nulla di rilevante. Ad uso esclusivo del mercato tedesco (la partecipazione al WGT del 2005 lo conferma) e dei cultori del genere.

Silvio Oreste

 

http://www.myspace.com/schachtmusik

http://www.ts-musix.de/