03-11-2008
ANATHEMA + Demians
We were there (again)
Rolling Stone, Milano, 25/10/2008
di Roberto Alessandro Filippozzi
foto Federico Cocchi
Setlist ANATHEMA:
Deep
Closer
Far Away
Angels Walk Among Us
A Simple Mistake
Anyone, Anywhere
Empty
Judgement
Panic
Shroud Of False
Lost Control
Regret
Hope
Temporary Peace
Flying
Are You There?
One Last Goodbye
Angelica
A Dying Wish
Sleepless
Hindsight
Fragile Dreams
Quello con gli inglesi Anathema è divenuto ormai un appuntamento fisso per il pubblico italiano, che da svariati anni non manca di affollare le date in terra italica della band di Liverpool. Per il sottoscritto, se la memoria non m'inganna, è il tredicesimo appuntamento live con la band dei fratelli Cavanagh, ed ogni volta è sempre un'emozione che si rinnova, in un rito collettivo fra musicisti e spettatori che ha pochi eguali fra gli artisti contemporanei. Stavolta c'è da promuovere "Hindsight", sorta di retrospettiva semiacustica del meglio della band inglese, ma i Nostri potrebbero tranquillamente presentarsi sui palchi italici anche senza nulla di nuovo da presentare, certi comunque di riempire un club anche spazioso come il Rolling Stone. Che stasera, ovviamente, si rivela affollato al punto giusto per accogliere Vincent e soci.
Una domanda sorge spontanea nella mente del sottoscritto: ma un povero cristo che risiede nella provincia torinese (cioè io), se smette di lavorare alle 18:00 al sabato, come può riuscire ad andare a casa a farsi una doccia, trovarsi con i 'colleghi di macchinata' ed essere nel luogo deputato al concerto già alle 20:00? Impossibile, infatti io e la mia 'cricca' ci perdiamo in toto l'esibizione dei DEMIANS, gruppo si supporto in questo nuovo tour degli Anathema del quale personalmente ignoravo anche solo l'esistenza, e che stasera non ho certo potuto approfondire.
Complici lavori vari in autostrada ed una buona concentrazione di traffico in quel di Milano, giungiamo al Rolling Stone solo alle 21:50, scoprendo di esserci persi già una buona cinquantina di minuti dell'esibizione degli ANATHEMA ed imprecando all'indirizzo di chi ha la brillante idea di far cominciare così presto (leggi: gruppo di supporto alle 20:00, gruppo principale alle 21:00) un concerto al sabato sera... follia! Ma tant'è, ormai è inutile recriminare, e così non resta che godersi le rimanenti perle dello show, che per noi inizia con una "Lost Control" da brividi e prosegue con la canzone-capolavoro "Regret", entrambe dal capolavoro del gruppo "Alternative 4": il pubblico partecipa con grande calore ed è tutto con Vincent, cantando con lui ogni brano, a testimonianza del grande seguito di cui godono gli Anathema in terra italica. Ottime le esecuzioni di "Hope", la stupenda "Temporary Peace" e "Flying", prima che la band lasci spazio al solo Danny, protagonista assoluto in "Are You There?"; il culmine dello show si ha nella sempre estremamente toccante "One Last Goodbye", proposta dai soli Vincent (voce) e Danny (tastiere) in una versione a dir poco incredibile, da lacrime agli occhi... e questa volta giureremmo che esse siano effettivamente sgorgate dal volto di Vinnie, che ci rende noto il suo pensiero: "Abbiamo suonato molte volte questo pezzo a Milano, ma mai come questa volta!"... Cominciano ad arrivare a gran voce le richieste dal pubblico, e Vincent scherza coi presenti nel suo inconfondibile modo, prima che la band si tuffi nel passato con "Angelica", per poi arrivare finalmente alla richiestissima "A Dying Wish", splendidamente intervallata dai celebri versi di "The Wall" passati al vocoder nel break centrale del pezzo. Senza che mai la band lasci il palco scorrono via anche "Sleepless" e la nuova "Hindsight", prima che una magistrale esecuzione dell'osannata "Fragile Dreams" chiuda degnamente uno spettacolo denso di emozioni che ha di poco sforato le due ore complessive. Gli Anathema sono una live-band con pochi eguali, un gruppo che sul palco dispone della carica e del magnetismo necessari a rendere musicisti e pubblico una cosa sola, e stasera l'hanno di nuovo dimostrato, nonostante l'assenza della bravissima Lee Douglas e l'ennesima performance scialba di un John Douglas che, in qualità di batterista, continua ad essere diverse spanne al di sotto di una band in continua crescita, in quanto privo di dinamica, precisione, perizia tecnica e fantasia, e chi ebbe il privilegio di vedere la band esibirsi a Bergamo nel '98 con Shaun Steels dietro le pelli può capire quanto manchi al gruppo dei fratelli Cavanagh un VERO batterista: John rappresenta un limite per il combo inglese, ma ormai è palese che con questa cosa dovremo tutti conviverci, e questo è quanto. Stanchi dopo l'ennesima serata da incorniciare regalataci dagli Anathema, che si confermano per l'ennesima volta una delle migliori live-band attualmente in circolazione, torniamo a casa, ulteriormente dispiaciuti per l'impossibilità di avere il consueto incontro post-concerto con l'amico Vincent, ma stavolta è andata così... Alla prossima: noi ci saremo ancora!