20-12-2008
DANDELION WINE
"Selected Anachronisms"
(Ars Musica Diffundere/Audioglobe)
Time: (50:12)
Rating : 7.5
Australiani, ma legati a doppio filo alle radici europee. La musica dei Dandelion Wine è un cocktail di arcaici sapori, derivanti dalle tradizioni del nostro Continente e dall'elettronica. Ciò li rende singolari e stuzzicanti nella loro scelta di dare contemporaneità alla loro musica, differenziandoli dai Dead Can Dance della prima metà artistica, quando l'uso di tribalismi oceanici ed asiatici ci regalò perle inestimabili di dark etnico ed ambientale. Sicuramente il senso di appartenenza al Commonwealth li avvicina a noi (non fece forse lo stesso Nick Cave, che in Europa cercò le sue radici e la sua arte?), e in tutta la durata dell'album la distanza tra noi e l'Australia si perde nella magia della musica del duo. Il full-lenght numero sette (dopo tre album pubblicati unicamente in Australia e tre prodotti in Europa) ha la capacità di ammaliare in tutta la sua durata, donandoci un sound che proprio nella matrice nostra si esalta. Cadono i confini artistici e, sotto l'egida di un goth tra il folk ed il classico, si ritrovano varie esperienze di tutto il globo: penso al disco ultimo del duo femminile Mirabilis o alla Spagna medioevale dei Narsilion (che dei Dandelion Wine sono compagni di label), e trovo tante similitudini volute nella gran ricerca artistica; la globalizzazione imperante dei suoni è vinta dalla voglia di riscoperta, le origini tornano prepotenti nell'esaltare suoni antichi e di nostro marchio peculiare. La voce di Naomi Henderson è graziosa, frutto comunque di studi, seppur si mantenga naturale e dai colori soffici. Mi ricorda un po' il folk americano delle Cocorosie o quello nordico dei Garmarna: velluto che si svolge sugli articolati arpeggi della chitarra, magistralmente suonata da Nicholas Albanis. Le due colonne portanti del Dandelion Wine-sound sono proprio loro: voce e chitarra; l'inserimento, poi, di strumenti come le tastiere, il flauto, il mandolino e tutta una serie di piccole e delicate percussioni dal sapore d'antica Irlanda, sono il valore aggiunto del disco. Per le psichedelie tra il celato ed il manifesto, la musica di "Selected Anachronisms" riporta la memoria sui toni oscuri, spruzzati da luci malate, che i Breathless della metà degli anni '80 musicavano sotto l'ala protettrice della 4AD; peccato però che nelle ultime tracce il dischetto si dilunghi troppo nel proporsi in queste vesti, abbandonando il dark-folk iniziale. Delle dieci tracce proposte, "Thin Air" e "Running Water" sono i due momenti più esaltanti proprio per la connotata carica innovativa; ciò vale anche per l'intro "II", delicata e mistica nell'essere un momento iniziatico nel viaggio che i Dandelion Wine intraprendono in "Selected Anachronisms". Ora li aspetta il giudizio del pubblico: i momenti d'incontro live in Europa sono sempre stati generosi, tra festival blasonati e concerti in suolo generalmente tedesco, l'occasione di vivere momenti on stage con il duo australiano si presenteranno sicuramente anche in futuro, consegnandoci una band che, insieme ai già citati Dead Can Dance e Nick Cave, dal fascino dell'outback alle foreste delle nostre terre, si aggrega di diritto alla rappresentanza australiana che, con Ikon, allarga la diffusione globale del goth-sound e della cultura che esso palesa.
Nicola Tenani
http://www.dandelionwine.com.au/