18-08-2008
NEUTRAL
"Serpents In The Dawn"
(Eis & Licht/Audioglobe)
Time: (42:51)
Rating : 8
Nonostante la genesi del progetto Neutral risalga al lontano 1994 (sebbene per i primi quattro anni le sonorità fossero parecchio differenti da quelle attuali), il duo moscovita giunge soltanto ora al traguardo del secondo album in studio, in una discografia che vanta anche un paio di uscite live in edizioni molto limitate ed uno split-CD a tre condiviso con Allerseelen ed Otzepenevshiye (questi ultimi facenti capo proprio ad uno dei due musicisti russi in questione, Evgeny Voronovsky, anche titolare del più noto solo-project Cisfinitum). La nuova prova sulla lunga distanza di Ash (voce, chitarre, synth e campionamenti) e di Evgeny (violino, piano) nasce a seguito di una lunga gestazione, iniziata nel 2004 subito dopo l'uscita del debut-album "...Of Shadow And Its Dream" (molti dei brani del nuovo disco si trovavano infatti già nel live del 2006 "Luisenkirche, Königsberg") e conclusasi solo l'anno scorso, tra composizione, registrazione, mixaggio e mastering. Tre anni per affinare pazientemente il proprio stile, fatto di delicati affreschi acustici che dispensano grandi emozioni e definito dai Neutral stessi come romantic neofolk, sono un tempo considerevole che il duo russo ha speso in maniera fruttuosa, arrivando a realizzare una nuova opera che supera ampiamente le già ottime premesse evidenziate col succitato debut: lo si evince da subito apprezzando la produzione, decisamente più curata ed equilibrata rispetto ai primi vagiti, che permette di godere appieno del sound malinconico e passionale dei Nostri. L'iniziale "Tales Of Men And Trees" è esemplificativa della rinnovata verve artistica del duo, col violino di Evgeny subito in bella evidenza, ma le sezioni d'archi (o d'archetto, se preferite) si fanno ancor più intense nella seguente "The Starfall Of The Nevermore", fornendo un degno supporto alle vocals di Ash che si mescolano coi bei recitati femminei dell'ospite Ice Queen. Fra i momenti migliori del disco c'è senz'altro la title-track, splendido affresco di passione e malinconia con Ash sugli scudi grazie agli emozionanti cantati (ma è l'intera opera a vederlo decisamente ispirato), mentre "The Gift Of The Sea", che basa le proprie liriche su di un poema di Kipling, incanta con una dolce melodia flautistica di grande effetto; non è da meno "Next To The Stars", altro apice dell'opera col suo incedere solenne ed i rulli marziali dosati con savoir-faire, e fra il 'sentimento di perdita e rimpianto' (come la band stessa scrive a proposito della propria musica) di "The Woods Of Autumn Blaze" e la delicatezza degli archi neoclassici di "Noone To Follow" si giunge alla fine dell'album, chiuso da quella "Luna" che bene omaggia la madrelingua del duo russo. Un ritorno in grande stile per Ash ed Evgeny, i quali ci regalano un secondo capitolo (peraltro confezionato in un bellissimo digipack) denso di emozioni palpabili, appassionato come pochissimi altri gruppi del genere sanno essere e profondamente poetico, ulteriore conferma di come il duo abbia trovato già da tempo la propria strada e sia intenzionato a percorrerla senza fretta per raggiungere grandi risultati artistici. Fra le uscite più significative dell'anno per quanto attiene al neofolk più tradizionale, che rialza la testa proprio coi Neutral in un periodo di 'vacche magre'.
Roberto Alessandro Filippozzi