14-05-2008
LOST KINGDOM
"As The New Dawn Awakes"
(Waerloga)
Time: (44:11)
Rating : 7
Nato nel 2000 per mano dei fratelli Daniel e Mikael Tjernberg, il progetto Lost Kingdom si era già segnalato alla nostra attenzione col brano "In Heaven", presentato sul primo volume del superlativo sampler "Radio Rivendell Compilation". Dopo due demo-CD ed otto anni spesi a perfezionare il proprio stile, il duo svedese approda finalmente al sospirato full-lenght di debutto grazie al fondamentale supporto di quella Waerloga che già aveva avuto il merito di stampare la fortunata compilation di cui sopra, e che sempre più si sta imponendo presso i fruitori delle sonorità più fiabesche, magiche, antiche e fantasy. Nonostante l'utilizzo esclusivo di synth e tastiere, il sound dei fratelli svedesi profuma di antico e si rifà alla musica classica più fiabesca e sontuosa, un po' alla maniera di certi Autumn Tears ma senza parti cantate, vista la scelta dei Nostri di esprimersi in via totalmente strumentale. Un sound perfettamente in linea con le scelte della Waerloga, dunque, che si dipana attraverso dieci canzoni (incluse le due già pubblicate sui due volumi di "Radio Rivendell Compilation") tutte di buon livello: "Sleeping Land" inaugura l'opera all'insegna del piano, mentre "Birth Of A Sun" introduce a quello che è il vero e proprio stile del duo, ossia un suono d'estrazione classicheggiante capace di giostrarsi benissimo all'interno dello stesso brano fra movenze pompose, passaggi profondamente fiabeschi e possenti crescendo dai toni accesi. Al retrogusto vagamente jazzato di "The Ridge" si contrappongono gli archi giocosi e solari della title-track, capace anch'essa di momenti fiabeschi di grande effetto e di un crescendo d'intensità rimarchevole; bene anche la 'marcetta mattutina' "Morning Glory" e la già nota "In Heaven" (decisamente elegante), mentre un tocco di malinconia viene fornito da "Under A Clouded Sky", la quale comunque si evolve più o meno come gli altri momenti salienti (crescendo finale incluso), giusto un attimo prima che le aggraziate melodie pianistiche di "Change In Colors" pongano fine all'opera. Il lavoro dei fratelli Tjernberg denota gusto, genuina passione e buone capacità in fase di scrittura ed arrangiamento, ed in definitiva appare doveroso promuovere questo felice esordio, anche se è lecito attendersi un secondo album più ricco di sfumature e meglio strutturato, magari realizzato con l'ausilio di una buona cantante e di qualche strumento ad arco vero e proprio.
Roberto Alessandro Filippozzi