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Room 105

02-05-2008

CHANDEEN

"Teenage Poetry"

Cover CHANDEEN

(Kalinkaland/Audioglobe)

Time: (75:12)

Rating : 8

Aspettare cinque anni una band è possibile, ancor più se il risultato ha la classe di questo disco. "Teenage Poetry" è davvero un piccolo gioiello musicale, e bene ha fatto Harald Löwy, dopo lo split del 2003, a dedicarsi ad altri progetti aspettando l'ispirazione giusta, mostrando coraggio nel anche cambio di vocalist: non più l'eterea dimensione dream-pop del passato, rappresentata dalle voci di Antje Schulz (ormai in pianta stabile negli In Strict Confidence) e Stephanie Härich, bensì quella onirica dell'ugola di Julia Beyer (voce dei Technoir), magari meno protagonista nel suono ma estremamente ben inserita nel tessuto dei brani, nonostante un background in ambiti prettamente elettronici. Sicuramente l'essersi dedicato anima e corpo alla sua label, la Kalinkaland, ha dato ad Harald la possibilità di respirare in prima persona atmosfere intrise di passione e profonde: in questo disco si sente infatti molto il contatto diretto con Arcana ed Artesia, e se da un lato "Teenage Poetry" risulta meno immediato di "Jutland" nelle sue atmosfere arcaiche, dall'altro l'evoluzione naturale che già in "Echoes" si manifestava è ora a tutti gli effetti patrimonio artistico del trio di Weimar. Undici tracce, undici perle incastonate tra loro, differenti per piccole sfumature ma così perfette nel mantenere alta l'emotività all'ascolto. E non si tratta certo di un disco dall'impatto immediato: occorre un secondo ascolto per farselo amico e un terzo per amarlo, per poi lasciarsi accompagnare nel piccolo ipnotico viaggio dei Chandeen. Subito orecchiabili le prime tracce: molto belle ed immediate "The Still" e "New Colouring Horizon", che fanno dissentire da chi associa i Chandeen ai Cocteau twins (sia per la totale assenza di liricità nella voce di Julia che per la mancanza di psichedelia riverberata nelle chitarre, qui sempre delicate ed acustiche), ed anche se la mente ricorda le fredde ed introverse melodie tipiche dei Bel Canto, il paragone con la voce di Anneli Drecker appare consono ma non così effettivo. Certo è comunque che lo stile Kalinkaland, anche nelle copertine degli album, affianca in maniera diretta quello della 4AD: la grafica è infatti sempre pregna di grande fascino estetico su toni autunnali, magici, afflitti, un po' come i lavori di 23 Envelope. Poi il disco vira, non all'improvviso ma con gentilezza, come una dama che ti conduce verso un mondo incantato, onirico, ipnotico, tra nebbie e brughiere, lande e colli, mai bruscamente e sempre in modo ovattato, dolcemente malinconico, come certe canzoni dei Clannad: ballate meste con uno spleen di sottofondo fumoso e visionario, come sono anche episodi quali "At The End Of All Days", "From The Inside" ed "A Thousand Dream". Di grande spessore quasi psichedelico ed oscuro, in un ambito sempre e comunque di grande fascino artistico, "Looking Forward, Looking Back" e "Clean The Traces" rappresentano la parte centrale del disco, ed i fitti intrecci tra chitarra acustica e tastiera al limite del minimale ricordano molto il David Sylvian nella sua fase di carriera forse meno apprezzata, quella di "Darshan" o di "Gone To Heart". Parliamo di musica ove l'estetica ricopre il ruolo principale, fatta per ammaliare, per essere ascoltata da quelle speciali orecchie che risiedono nel cuore e non nella mente, continue ipnosi sciamaniche apparentemente fredde che in realtà appartengono ad una dimensione estranea a quella di un normale ascolto... E così il piccolo viaggio di "Teenage Poetry" si conclude con le ultime tracce, che non citiamo non per demerito, ma perché anch'esse appartenenti alla 'logica non-logica' di cui sopra. Complimenti quindi a questa longeva band tedesca, perché ha saputo aspettare e realizzare un buon disco di rientro senza copiare nulla e senza scordare la propria provenienza, iniettando nella propria musica reminescenze che hanno dato lustro a quel goth di nicchia che emoziona tra psichedelìe soffuse, eterei minimalismi ed ipnosi sonore. Buon viaggio, ma ricordate: è sempre e soltanto un sogno, quello della musica che - trascendendo dal business - viaggia verso le proprie delicatissime muse ispiratrici...

Nicola Tenani

 

http://www.chandeen.com/

http://www.kalinkaland.de/