04-02-2007
H.E.R.R.
"Vondel's Lucifer - First Movement"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (76:24)
Rating : 8
A circa un anno e mezzo dal secondo album "The Winter Of Constantinople", gli olandesi H.E.R.R. tornano con l'annunciato primo movimento della propria interpretazione del "Lucifero" di Vondel (1587-1679), loro illustre connazionale conosciuto per essere stato fra i più significativi poeti e drammaturghi dell'età aurea. Nel 1654 Vondel scrisse l'opera in questione, ovvero un dramma sulla ribellione degli angeli contro Dio, ispirando (a detta di molti critici) addirittura il "Paradiso Perduto" di Milton, ed oggi il progetto di Michiel Spapé, momentaneamente allontanatosi tanto dalla 'grey area' quanto dalle tematiche sulla Roma Imperiale, rende il giusto tributo ad un artista decisamente poco considerato fuori dai confini olandesi. Michiel, compositore unico della band, coadiuvato nuovamente dai fidati Oskar Van Dijk (violoncello), Troy Southgate e Miklós Hoffer (voci), per realizzare la propria visione si avvale di collaborazioni vocali prestigiose come quelle di Holger F. (Belborn), Dev (While Angels Watch) e Richard Leviathan (Ostara), oltre che della presenza del flauto di Cornelius Waldner (Sagittarius): ne scaturisce un lavoro complesso e multiforme, dove l'attitudine marziale (che fa da 'collante' col microcosmo neofolk/industrial) e la spiccata vena neoclassica di H.E.R.R. rappresentano la base ideale per l'intreccio di voci dei protagonisti dell'opera (ognuno con ruoli ben definiti), che si impegnano in performance declamate/recitate dal taglio drammatico e dall'indole teatrale. Messe da parte certe influenze industrial e dark ambient del recente passato, l'ensemble dei Paesi Bassi spinge con forza verso un suono neo-barocco assai meno austero rispetto alle precedenti prove, nonché più pomposo e tronfio nei suoi frangenti marziali, passando con disinvoltura da momenti di pura delicatezza melodica a bellicosi passaggi dal piglio battagliero, in un vortice di indiscutibile pathos lirico. L'opera, pur nella sua lunghezza, si dimostra sufficientemente scorrevole, trovando nella cura per gli arrangiamenti e nel buon gusto di Michiel per la composizione neoclassica i propri punti di forza, ulteriormente sorretti da una produzione calzante ed efficace. Trattandosi di un'autentica opera letteraria opportunamente (e sapientemente) musicata, l'ascolto risulterà gradito soprattutto se accompagnato dall'attenta lettura del ricco booklet, ma qualora ciò non fosse possibile, "VL" resta comunque una release riuscita e degna dell'attenzione di ogni amante delle sonorità neoclassiche. Gli H.E.R.R. hanno nuovamente colto nel segno.
Roberto Alessandro Filippozzi