23-03-2025
LEGION:RITUALIS
"Rites of Futility"
(Gladivs Records / Brümes)
Time: CD (46:07)
Rating : 7
"Rites of Futility", album d'esordio per questo misterioso duo australiano, era già stato rilasciato in download proprio dall'act di Melbourne la scorsa estate, ed è ora la francese Gladivs Records ad occuparsi della pubblicazione in formato fisico, sia col bel digipack completo di libretto, sia con una limitata edizione speciale (solo 25 copie) comprensiva di spilla, toppa in pelle ed adesivo. Un progetto che si fonda sui dualismi, a partire dal maschile/femminile dei protagonisti e delle loro voci, nonché - come indicano le note ufficiali - tra magniloquenza ed intimismo, bellezza e oscurità, raffinatezza e violenza etc., in un impianto marzial-industriale che sa tingersi di sfumature ambient e folk, e che gioca la propria partita introducendo un guitar-work d'estrazione dichiaratamente black metal. "Neo Noir Music" è la definizione scelta dai due per la loro arte, estremamente debitrice anche nei confronti della musica classica, tanto che le dieci tracce dell'album abbondano di estratti da opere di pesi massimi quali Wagner, Bach, Stravinsky, Tartini, Prokofiev, Orff e Brahms, oltre alle citazioni letterarie dei testi (Lovecraft, Poe, Crowley). Ne esce un quadro interessante e dotato di fascino, in cui la chitarra è quel "di più" che magari farà storcere il naso ai puristi dell'industrial marziale, ma che resta nei ranghi senza eccedere con la ruvidità tipica del metallo nero, come se gli ottimi Somnare avessero incontrato in studio i pazzeschi Öxxö Xööx. Il ben congegnato intreccio vocale, fatto di austere spoken words, sussurri e crude teatralità, rende suggestivi sia i passaggi più cupi e tetri che i possenti crescendo, tra campionamenti sinfonici ben impiegati e severe percussioni che impongono un chiaro tono rituale al songwriting. Un sound che sa anche offrire le giuste varianti, passando da frangenti densi d'oscurità ("Forsaken" e, soprattutto, la minacciosa "Alone", fra i picchi del lavoro) ad una scrittura più ariosa e potente (la solenne "Devotio" ed il sontuoso atto finale "Aeterum Fortuna"). Molto bene anche i brani realizzati con l'ausilio di ospiti, come l'apocalittica ed a tratti spettrale "Despair", che accoglie Kim Larsen di :Of The Wand & The Moon:, e la lugubre "The Opacity of Others", realizzata assieme al pianista Daniel Tucceri, in un lavoro ricco di validi spunti che non tracima mai nel metal tout court, ma che ne sfrutta determinate dinamiche per impostare un discorso meno canonico rispetto a certa immobilistica ortodossia. Un buon inizio per un progetto che, alzando l'asticella della qualità (in primis con una produzione più possente e nitida), potrebbe presto regalarci notevoli soddisfazioni.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://legionritualis.bandcamp.com/