18-06-2023
URZE DE LUME
"Ventos Da Terra Fria"
(Equilibrium Music)
Time: CD (51:48)
Rating : 8
Le uscite dell'eccellente Equilibrium Music si sono molto diradate nella scorsa decade, tant'è che l'etichetta portoghese non pubblicava qualcosa di nuovo da metà del 2020, ossia dall'uscita di "Histórias De Lobos", penultimo full-length degli Urze De Lume. Proprio quell'album, così come l'EP digitale "Candeias Nos Ermos", aveva visto il quartetto portoghese accantonare in buona parte il dark-folk tradizionale dei primi lavori, per abbracciare un'ambient nebbiosa il cui compito era quello di fare da sfondo didascalico a narrazioni di storie oscure. Con "Ventos...", i Nostri tornano all'essenza della loro decennale esperienza artistica, recuperando un impianto che si abbevera alla fonte della Tradizione folk iberica e che incarna il cuore, lo spirito, le radici ed il sangue del Territorio, le cui genti, ancora strettamente connesse con paganesimo, sciamanesimo ed il concetto di Sacro e Profano, sono appartenute a quella visione rurale del mondo ormai quasi estinta, derisa ed accantonata da un modernismo dissennato e fine a sé stesso. Trame che, sulla scorta di intensi ritmi percussivi, intrecci di corde, fiati ed archi e, soprattutto, l'immancabile gaita (la versione iberica della cornamusa), ma anche field recordings ben selezionate, conducono in un viaggio verso le radici ancestrali della Penisola Iberica, non senza un taglio cinematico che ne esalta l'efficacia. Un Passato sanguigno, segnato dal legame indissolubile - fisico come spirituale - con la terra d'origine, che rivive nell'intenso folk delle danze di "Cova De Lobo", "Cerro Acima" e "À Meia Noite Dança O Diabo", così come nei trascinanti intrecci di chitarre acustiche della title-track, nell'infiammarsi delle percussioni della prima delle due parti di "Bramas" (più cadenzata, invece, la seconda) e nei motivi disegnati dalla gaita in "Marchai Penedos D'Outrora". Il combo dà il meglio di sé quando recupera quella nebbiosa dark ambient dei lavori più recenti, inspessendone la coltre sia con un corale canto ancestrale, sia soprattutto col prezioso ausilio di field recordings perfette per dare all'insieme l'atmosfera voluta, come dimostrano i picchi dell'opera: "Pastora De Pedras", "A Lenta Ruína Dos Tempos" e la conclusiva "Canção A Larouco", tre autentici gioielli capaci di trasportare con piena efficacia l'ascoltatore verso luoghi e tempi perduti, ma vivi e vegeti nel suono senza tempo di UDL. Eredità ed Erudizione sono i nobili propositi alla base del nuovo lavoro - e dell'opera in generale - di questo straordinario progetto, prezioso alfiere della conservazione e perpetuazione di una Tradizione musicale che non può scomparire sotto i colpi di una "modernità" che sposta costantemente i limiti verso il lato sbagliato, e che sogna di fare scelleratamente tabula rasa di tutto ciò che di più vero e significativo ci ha portati ad essere ciò che siamo.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.equilibriummusic.com/