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Room 105

03-09-2022

AUTUMN TEARS / ZERESH

"Widowing / Possessing"

Cover AUTUMN TEARS / ZERESH

(Dark Symphonies)

Time: CD (60:15)

Rating : 7.5

Dopo lo split dello scorso anno in compagnia degli italiani Albireon, la cantante e chitarrista israeliana Tamar Singer alza di netto l'asticella delle ambizioni col suo progetto Zeresh, andando stavolta a far coppia nello split-album targato Dark Symphonies col longevo e blasonato ensemble americano Autumn Tears, tornato alla ribalta nel 2018 - e da allora molto prolifico - in formazione rimaneggiata dopo una decade abbondante di ibernazione. Dei tredici brani in scaletta, i primi sette sono appannaggio dell'act del Massachusetts, nel drammatico e magniloquente stile sinfonico tipico della scrittura del mastermind e fondatore Ted Tringo, inconfondibile già dalla fiabesca intro "The Stigma Of Serenity", con la singer d'estrazione sopranile Caroline Joy Clarke grande protagonista fra trame maestose ("Unmaker Of Worlds"), dolcemente eteree ("Gleaming"), teatralmente liriche ("The Bringer Of Balance", in duetto con la voce di Darren Clarke) e memori di certe importanti lezioni dei nostri immarcescibili Ataraxia ("Widowing"). Con una platea di ospiti - fra strumentisti e cantanti, e fra questi ultimi c'è anche la stessa Tamar - così ampia da ricordare l'allestimento di una vera e propria orchestra con coro, Caroline e Ted imprimono il loro indiscusso marchio di qualità, dando il meglio con gioielli quali "Of Sun, Sky An Rain" (il cui taglio epico e senza tempo profuma di deserti mediorientali) e "That Which Frees Us To Follow" (sontuosa e dai pregiati arrangiamenti), picchi di beltà che confermano la meritata fama del combo americano. Molto bene anche Zeresh, il cui ombroso dark-folk intinto d'oscurità ed ammaliante mistero risulta sicuramente più ruvido rispetto alle trame di AT, ma a suo modo ben si sposa con esse, come se le due parti dello split fossero le due facce della stessa medaglia. Il suono creato da Tamar - assieme a svariati ospiti, fra cui non poteva mancare il compagno di vita Michael Zolotov - sa farsi particolarmente vibrante ("The Secret", dal respiro antico, e "Foes Command", più sognante), assumendo finanche tratti ipnotici in "If Ever The Time Comes" e raggiungendo rimarchevoli vette di pathos ed intensità con "Possessing", prima delle ruvide derive strumentali della conclusiva "Exorcising". Fra i sei brani firmati dall'israeliana, a svettare sul resto è senza dubbio "Disgrace", che col suo incedere da sulfurea litania rapisce i sensi, sempre in quell'ottica mestamente intima tipica di Zeresh. Un'ora ad alta densità emozionale in cui i due act offrono entrambi una prova di assoluto rilievo, inanellando una serie di pregevoli canzoni che troveranno sicuramente il pieno gradimento dei loro estimatori.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://zeresh.bandcamp.com/

https://autumntears.bandcamp.com/