10-12-2007
H.E.R.R.
"Fire And Glass - A Norwood Tragedy"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (18:56)
Rating : 8
Come promessoci in sede di intervista, gli olandesi H.E.R.R. tornano sul mercato col preannunciato EP "Fire And Glass - A Norwood Tragedy", e lo fanno ad un anno esatto dall'uscita dell'imponente full-length "Vondel's Lucifer - First Movement". L'EP rispetta le caratteristiche anticipateci dai suoi stessi autori, ovvero la totale assenza di percussioni (siano esse marziali o meno) ed un concept basato sul celeberrimo Palazzo di Cristallo, autentico gioiello inglese della Londra vittoriana edificato nell'800 e definitivamente distrutto da un incendio nel 1936. Ormai sempre più interessato ad un discorso neoclassico e lontano dalle suggestioni della grey/brown area, il progetto di Michiel Spapé confeziona un'opera concisa ma densa di significati e contenuti, col nobile proposito di tracciare anche una tragica metafora dello splendore e della caduta dell'Impero Britannico. Gli stessi H.E.R.R. ci promisero un lavoro influenzato tanto da Philip Glass quanto da Mozart, ed il tempo dà oggi loro ragione: l'opener "Sparks Of The Imaginative Mind", mirabilmente introdotta dal piano, si fregia delle finezze di un violoncello (quello del fidato Oskar van Dijk) che sa come imporsi in una struttura neoclassica passionale ed intensa, descrivendo abilmente lo splendore del Palazzo negli anni d'oro. "Drowning In Showers Of Melting Glass", magistralmente eseguita per piano, ci narra invece dell'amara fine del Palazzo stesso attraverso il fatidico spoken-word di Troy Southgate (ormai vero marchio di fabbrica per H.E.R.R.), mentre "Memoirs Of Light", nella quale il violoncello si rende nuovamente protagonista in un intenso tema neoclassico, tratteggia sapientemente i toni funerei evocati dall'immagine delle macerie del Palazzo. Chiude la strumentale "Embers", atto finale altamente sontuoso ed in grado di irradiare un profondo senso di immortalità. Quattro piccoli gioielli per una release che ha il solo difetto di durare troppo poco, ma che conferma il nome degli H.E.R.R. come uno dei più rispettabili e capaci in ambito neoclassico.
Roberto Alessandro Filippozzi