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Room 105

30-07-2020

THEODOR BASTARD

"Volch'ya Yagoda"

Cover THEODOR BASTARD

(Theo Records)

Time: CD (44:27)

Rating : 10

Alla band di San Pietroburgo, guidata saldamente dai fondatori, cantanti e polistrumentisti Fedor Svolotch e Yana Veva, sono occorsi ben cinque anni di lavorazione per dar vita al successore di quel "Vetvi" che raccolse ampi e meritatissimi consensi nel 2015. Nel mezzo solamente qualche uscita digitale, qualche ristampa ed una colonna sonora per un videogioco (settore in cui la band è piuttosto attiva), piacevoli digressioni che non hanno distolto l'attenzione del collettivo russo dalla creazione della nuova fatica, l'ennesima in vent'anni di onoratissima carriera. Una lavorazione decisamente lunga, ma evidentemente essenziale per il raggiungimento di un risultato finale a dir poco sensazionale, che rappresenta senza alcun dubbio l'apice artistico per Theodor Bastard. Racchiuso nel lussuoso digipack slipcase a quattro pannelli completo di booklet in una tiratura di 500 esemplari, il nuovo album rispecchia in pieno quel percorso unico ed inimitabile a cavallo fra trip hop, strumentismo cinematico, folk/world music arcaica ed elettronica moderna che, nelle sapienti mani di Fedor e Yana, assieme agli altri 14 musicisti che hanno fornito il loro prezioso contributo, diviene pura magia sonica, stavolta con un respiro più affine al folk nordico, complice l'eccelso utilizzo di strumenti ad arco quali nyckelharpa e jouhikko, oltre a flauti creati da radici di alberi e percussioni sciamaniche. Un lavoro certosino che ha reso un'autentica prodezza ogni singolo brano dell'album, a partire dall'introduttiva "Flute Song", strumentale con protagonista il flauto che apre la strada alla delicata ed appassionata "Shumi", il cui refrain d'immane pathos pone subito in evidenza il ruolo da assoluta protagonista della magnifica voce di Yana, vera maestra nel rendere musicale la propria spigolosa lingua madre. La tradizione folk nordica vive nell'intensità e nei tratti fiabeschi di "Skejgored", con una sontuosa melodia e la sublime raffinatezza del mix elettroacustico (esaltato da una produzione davvero spettacolare), a sottolineare la complessità di un intreccio i cui dettagli continueranno a stupire per molti ascolti, ma che sa comunque arrivare dritto al cuore con la massima forza ed eleganza. Il maestoso respiro evocativo di "Urzala" si dipana attraverso tessiture etniche di grande trasporto che rimandano ai migliori Bel Canto, laddove la stupenda "Les" incarna il lato più intimista dell'opera, seducendo con la raffinatezza dei suoi microsuoni e con un refrain capace di toccare le corde dell'anima. Altrettanto intima è la dolce e notturna "Kamen, Sneg, Metal", ottimamente cantata a due voci da Yana e Fedor, mentre il gioiello "Secrety", pur mantenendo ampia la distanza da qualsivoglia facile ammiccamento, è quanto di più potenzialmente trasversale i Nostri abbiano mai creato, risultando il pezzo più facilmente fruibile del lotto col suo eccellente intreccio ed un groove perfettamente bilanciato. Al toccante canto sacrale "Requiem", ancora giostrato a due voci, risponde il magico trip hop di "Pozhato", piacevolmente intrisa di rumori e samples, mentre l'affascinante "Volchok (Russian Lullaby)" è una ninna nanna russa basata su di un testo tradizionale - ma con musiche autografe - che vede la solita Yana quale magnifica protagonista vocale. Suoni sospesi ed incantevoli vocalizzi sono gli elementi cardine dell'evocativa "Obereg", cui segue la traccia nascosta "Fjorn Gaden", atto conclusivo che riporta con forza verso il folk nordico sfoderando grande trasporto, intensità ed una mirabile coralità. L'unicità e l'indiscussa maestria con cui i Nostri combinano strumenti tradizionali ed esotici con le moderne tecnologie dell'elettronica (componente sempre ben misurata nei dischi del progetto) non trovano eguali, e non è certo un azzardo asserire che "Volch'ya Yagoda" rappresenta senza ombra di dubbio quella vetta creativa in grado di esaltare al meglio le straordinarie caratteristiche che rendono inimitabile il suono di questa sensazionale band, incarnando appieno quel capolavoro che era nelle corde di Theodor Bastard già da tempo. Solo applausi a scena aperta per il combo russo, magnifico autore di un album assolutamente imperdibile.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://theodorbastard.com/

https://theodorbastard.bandcamp.com/