30-07-2020
ART OF EMPATHY
"End Of I"
(Aenaos Records)
Time: CD (71:19)
Rating : 8.5
Lo abbiamo atteso per dieci lunghi anni, ossia dall'uscita in digitale del secondo album "Posthuman Decadence" (stampato su CD solo due anni dopo, nel 2012, dalla Bunkier Productions), ed infine il belga Jef Janssen è tornato con la sua creatura Art Of Empathy, ripagando le altissime aspettative maturate sulla scorta della qualità dell'ormai datato full-length di cui sopra. Anche stavolta il disco è disponibile in download gratuito (come ha sempre desiderato Jef anche in precedenza, onde far circolare il più possibile la propria musica), ma la Aenaos - nuovo partner commerciale di AOE - ha pensato bene di realizzarne anche una lussuosa edizione media-book di 32 pagine in soli 100 esemplari, al fine di celebrare degnamente un'uscita in cui l'etichetta tedesca crede particolarmente. E ne ha ben d'onde, visto che il ritorno di AOE avviene decisamente in grande stile: con Jef saldamente al comando ed incaricato di tutto il processo tecnico/compositivo, oltre che responsabile di una vocalità ad ampio raggio (sulla scia di un timbro profondo), nascono altre dodici canzoni che sono altrettanti gioielli di dark-folk ancor più maturo, compiuto, raffinato e di ampio respiro rispetto a quei brani di "Posthuman Decadence" che già ci sedussero all'epoca, segno evidente di come l'artista non sia rimasto con le mani in mano in questi dieci lunghi anni, ma abbia piuttosto affinato uno stile che gli permette di ergersi al di sopra della concorrenza in ambito di folk oscuro. Nella musica di AOE c'è molta più ricchezza strumentale, evidente sin dalle prime battute di "Where Souls Shine Brightest" (presentata in anteprima lo scorso Halloween col video in cui recitano le due figlie del mastermind belga), subito epica fra rulli marziali e splendide melodie, laddove l'impeto dell'intensa title-track pone l'accento su una coralità - opera del solo Jef, abile nel creare più tracce vocali differenti - che, assieme agli arrangiamenti sinfonici, all'ottimo utilizzo del piano, alla luminosità di una chitarra dai deliziosi ricami ed alla possanza dell'apporto percussivo, fa risaltare la superiorità delle soluzioni a disposizione del progetto rispetto alla concorrenza. Ora dolce e melodiosa ("Legion", col supporto vocale della brava Nina Van Der Auwera, e poi "Mind/Matter", "Everywhere" e la placida "Revelation Of Ignorance"), ora più scura nel piglio (la minacciosa "Their Playground", la possente e austera "Ninety-Six Percent" ed il drammatico strumentale "Cynicism Left For Dead"), la musica di Jef regala emozioni forti anche quando si fa più intima (la raffinata "Here Comes Everybody"), mantenendo sempre altissimi i livelli di pathos ed intensità nonostante una lunghezza complessiva di non facile gestione, prima di chiudere con una perla (alla stregua di quella colossale "Good Morning Sick World" sul precedente album) di rara bellezza: "Hugging Strangers", ariosa song pop-folk che vede il Nostro coadiuvato dalle voci delle figlie in un frangente che, complice l'efficace ed immediato motivetto fischiato, colpisce immediatamente nel segno, stampandosi nella mente per non uscirne più. Non era facile superare il livello di "Posthuman Decadence" in termini di qualità della scrittura, soluzioni, pathos e produzione, ma Jef è riuscito nell'impresa, regalandoci un grande album di dark-folk che surclassa la concorrenza in ogni senso, proiettando definitivamente Art Of Empathy nel gotha delle sonorità folk-oriented a tinte scure.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://artofempathy.bandcamp.com/
https://www.aenaos-records.com/