06-11-2007
PHANATOS
"Opus 2"
(Phanatos Productions)
Time: (37:08)
Rating : 7
Come è facile arguire dal titolo scelto dal musicista svedese Fredrik Andresson per questa nuova fatica della sua creazione artistica, Phanatos si è già reso autore di una prima opera in passato, e le modalità con le quali essa è stata rilasciata sono per lo meno curiose: si tratta infatti di nove canzoni, o meglio, 'parti', registrate fra il 2000 ed il 2005 e pubblicate separatamente in tre CDr contenenti ciascuno tre brani (tutti senza un vero titolo). Un modo inusuale per rilasciare un debutto (che a questo punto andrebbe doverosamente ristampato in un unico CD), e difatti sarebbe improbabile asserire che tale operazione abbia portato Phanatos sotto le fatidiche luci della ribalta, anche e soprattutto per via della limitata circolazione del suddetto materiale... L'artista svedese, tuttavia, è riuscito nel corso del nuovo millennio ad acquisire l'esperienza necessaria per realizzare senza aiuti esterni (leggi: è lo stesso Fredrik ad aver prodotto il disco e a gestirne la diffusione tramite la propria etichetta) una seconda opera finalmente unitaria, e quindi più consona al mercato musicale. Il suono di Phanatos, nonostante l'uso quasi esclusivo dei synth, ha cari i temi neoclassici e si sviluppa principalmente attorno all'ispirata verve pianistica di Fredrik, andando a chiudere il cerchio con pattern ritmici le cui avvolgenti soluzioni conferiscono all'insieme una certa dose d'intensità e con una voce che non può non ricordare le prime cose 'clean' dei conterranei Opeth. Un disco dalle forti suggestioni gotiche, ma che dei tipici cliché 'goth' ha fortunatamente molto poco: i brani creati da Fredrik, infatti, denotano la volontà di sviluppare uno stile personale senza rifarsi palesemente a modelli precostituiti, perseguendo inoltre velleità da soundtrack, ed in tal senso entrambi gli obiettivi vengono centrati in buona misura. Coadiuvato dalla sola Karin Ljungberg per gli inserti vocali femminili (in vero da rivedere, magari sfruttando una voce più capace...), il Nostro realizza un'opera breve ma intensa, capace di scorrere come un unico flusso grazie all'estro pianistico evidenziato praticamente in ogni traccia, vero e proprio punto di forza di un sound che si fregia così di melodie eleganti, pregiate ed assolutamente aggraziate. L'unico limite potrebbe annidarsi nella forte omogeneità delle strutture dei brani e degli arrangiamenti, e sicuramente anche le parti vocali necessitano di essere portate al livello successivo, ma proprio l'abilità pianistico/melodica di Mr. Andersson può rappresentare il giusto fulcro attorno al quale costruire, passo dopo passo, un sound più variegato e completo, obiettivo primario per quella che sarà la terza fatica di Phanatos. Nel frattempo, dopo Fredrik Klingwall, la Svezia ci regala un altro compositore neoclassico dotato di buon gusto melodico ed interessanti capacità realizzative, dal quale è lecito attendersi una rapida ed intrigante evoluzione artistica: teniamolo d'occhio...
Roberto Alessandro Filippozzi