11-05-2017
ANNELI DRECKER
"Revelation For Personal Use"
(Rune Grammofon)
Time: CD (35:57)
Rating : 9
Due anni fa celebravamo con tutta l'enfasi del caso il ritorno di Anneli Drecker, indimenticata voce di quei sensazionali Bel Canto che fecero letteralmente faville negli 80s, oltre che protagonista della scena scandinava sia in veste solista che nel ruolo di ospite in svariati altri progetti (fra cui stelle internazionali quali gli intramontabili A-ha ed i Röyksopp). Se il precedente "Rocks & Straws" interrompeva una pausa lunga ben dieci anni nella carriera solista della divina singer norvegese, "Revelation..." - quarto album firmato con nome e cognome dalla Nostra, realizzato sia in CD che in vinile e download - giunge a noi in tempi ben più consoni (i due anni di cui sopra), confermando al fianco dell'illustre firmataria l'orchestra Arctic Philarmonic con l'arrangiatore Sindre Hotvedt, il chitarrista Eivind Aarset ed il batterista Rune Arnesen, assieme ad una pletora di altri musicisti chiamati a dare il proprio prezioso contributo agli otto nuovi brani scritti dalla Drecker. Oltre agli strumentisti confermati dal precedente opus, non mancano altri chiari punti di contatto con "Rocks & Straws": anzitutto il suono, senz'altro più piano-based che in precedenza ma saldamente legato tanto al folk nordico quanto alla magnificenza sinfonica, e poi i testi, che anche stavolta sono degne traduzioni dei poemi di Arvid Hanssen (distintosi in vita per aver descritto la bellezza delle terre nordiche come nessun altro). Anche l'ispirazione che Anneli trae dalla sua magnifica terra non viene meno, e lo si evince già da un'opener come "Blue Evening", magico risveglio emozionale giocato fra ritmi jazzati ed archi a dir poco sontuosi. Autentica voce regina, Anneli è l'assoluta protagonista di brani le cui pregiate e raffinatissime strutture ritmico-sonore, come già in precedenza, non sono solo un mero accompagnamento alla voce: dalla più solare e giocosa "Sun-Wave" (con un refrain di immane pathos) agli archi impetuosi ed alla forza elettrica di "Days", passando per l'estrema dolcezza dell'ariosa "Raindrops" e per la passionalità di una ballata del calibro di "Snow", fino ad una più placida "On A Road" capace di un refrain emozionante e di un crescendo da brividi, non vi è un solo istante che non valga appieno il prezzo dell'opera. Non da meno sia "Waiting Time", più esile e diretta ma pronta ad animarsi col battito della cassa, che la conclusiva title-track, imperniata sul piano e forte di fini cadenze al confine col trip-hop. Lasciate alle spalle certe più che legittime incursioni pop dei primi lavori solisti, Anneli ha intrapreso un cammino in grado di espandere ancor di più un pubblico già trasversale come il suo, incantando sia i fans di lunga data, sia quei novizi che hanno da poco scoperto le sue inarrivabili qualità. E puro godimento per le orecchie, l'anima ed il cuore sia, ancora e per sempre.
Roberto Alessandro Filippozzi