Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 105

18-08-2015

23 THREADS

"Conspicuous Unobstructed Path"

Cover 23 THREADS

(Zoharum)

Time: (57:56)

Rating : 6.5

A distanza di vent'anni dalle registrazioni del debutto "Magija" il progetto 23 Threads riprende vita sotto forma di trio con Ingrid Dawn Swen alla voce, il polistrumentista Rafal Janus e il compositore sperimentale Marek Marchoff, già conosciuto nel panorama post-industriale con l'act Different State. La band autodefinisce il proprio stile 'macabre folk', di fatto risolvibile in un mix di partiture strumentali spesso ossessive arrangiate con mezzi elettronici su cui si snodano le narrazioni esoterico-tradizionali di Ingrid. La macrostruttura dei brani rimanda in modo univoco allo stile folk-malefico dei Current 93, velato da echi bucolici ed inserimenti di natura più prettamente krautrock. Al di là di alcuni jingle ad effetto con finalità di colore e atmosfera, si passa da arpeggi di chitarra ripetuti in circolo ("In Deep Forest", "The Fallen", "Terminal Rise") ad architetture più secche ed industriali con elementi para-ritmici ("Philosophy"), riprese di motivi melodici disseminati in più brani, fino a grandi assembramenti di tonalità sinfoniche (archi, flauti) memori dei componimenti dell'era d'oro di Michael Cashmore ("Still Waters"). Come accennato ci si tuffa a più riprese in richiami kraut e psych-rock di matrice anni '70: una scelta estetizzante (riscontrata soprattutto nel pezzo "Animal In The Circle") che funge tanto da citazione quanto da richiamo verso ambientazioni magico-naturalistiche. La voce, grande protagonista del disco, si assottiglia sulle movenze tonali e narrative proprie di David Tibet, forte di uno stridore nervoso e mistico sempre teso ad evocare un'oscurità di difficile decifrazione. Album nel complesso accattivante, basato sul 'recupero' di approcci compositivi ben noti ripercorsi con una sacra passione. Edizione in digisleeve a sei pannelli limitata a 400 copie, orfana di un libretto che sarebbe stato molto utile per seguire i testi.

Michele Viali

 

https://www.facebook.com/23THREADS

http://zoharum.com/