10-01-2015
UNTO ASHES
"Ghosts Captured"
(Projekt)
Time: (71:31)
Rating : 8
L'ottavo full-length del progetto di Michael Laird, edito sempre rigorosamente dalla Projekt, è una corposa raccolta delle mirabili cover che l'act americano ha realizzato in 15 anni di attività, dagli esordi ai giorni nostri. La versione fisica consta di un CDr professionale confezionato in digifile in soli 200 esemplari, mentre sul profilo Bandcamp della Projekt è possibile scaricare gratuitamente sette ulteriori cover, che si vanno a sommare alle 18 incluse nel dischetto. Le note ufficiali segnalano che, fra le 25 cover complessive, una decina di esse sono inedite, quattro sono dei remix e due provengono da alcune oscure e ormai non più reperibili compilation. Riscopriamo con piacere interpretazioni che già avevano trovato spazio e gloria sui precedenti album: "Ostia (The Death Of Pasolini)" dei Coil, resa magicamente con tratti etnico/mediorientali che mutano lo scenario (da "Saturn Return"); "Beauty Queen" di Tori Amos, ben interpretata dalla voce femminile, e "Don't Fear (The Reaper)" dei Blue Oyster Cult, fra i picchi della raccolta nella sua delicatezza acustica con vocals ancora femminili (da "Empty Into White"); "The Drowning Man" dei Cure, resa più onirica e dolente grazie ad archi e canto femminile, e "Frühling" dei Qntal, qui più acustica, percussiva e corale (da "Grave Blessings"); "One World One Sky" dei Covenant, a dimostrazione di come l'anima folk-oriented del combo riesca a piegare anche il future-pop al proprio volere (da "Songs For A Widow"); "Fly On The Windscreen" dei Depeche Mode, proposta in una forma folk sostenuta e molto americana con un finale marzialoide (da "The Blood Of My Lady"); "Kathy's Song" degli Apoptygma Berzerk, altro highlight di acustica dolcezza con una grande voce femminile, e "Runnin' With The Devil" dei Van Halen, ulteriore gioiello di intima delicatezza con ancora il bel canto femmineo (da "Burials Foretold"). L'arcaico tocco folk dalle venature sinfoniche della creatura di Laird (sempre circondato da ottime voci e strumentisti, come si evince dalla lista dei partecipanti ai brani) impregna le trame originarie per mutarle in autentiche reinterpretazioni delle canzoni, ora riarrangiate, ora mutate profondamente nel ritmo, ora rilette con quegli strumenti antichi e/o tradizionali tanto cari al progetto, ed il risultato riesce sempre a sorprendere (forse la sola rilettura di "Cavity - First Communion" dei Christian Death aderisce più delle altre ai canoni originari). Fra i tanti nomi ai quali Unto Ashes ha reso omaggio troviamo poi New Order ("The Him"), Current 93/Fire + Ice ("The Cursing Song"), Lycia (celebrati con ben due cover: "The Kite" e "Tainted"), ancora Qntal (c'è anche la rilettura di "Palestinalied"), Neil Young ("The Needle And The Damage Done"), Paul Leary/Butthole Surfers ("The Birds Are Dying") e Sisters Of Mercy, la cui "Heartland" viene interpretata magistralmente in una forma acustica appassionata e dolente, con voce maschile ed un finale di rara intensità. Chi ha seguito la carriera dell'act americano ne conosce di certo la grande versatilità e sa bene quali siano l'abilità e l'impegno che Laird e soci riversano nel loro certosino lavoro, sia nei brani autografi che nelle cover, e raccogliere i molti splendidi tributi ad altri artisti realizzati negli anni in un'unica release 'ad hoc' era quasi un atto dovuto. Un must per i fans di Unto Ashes, ma stimolante per chiunque abbia compreso che ha senso cimentarsi con le cover solo quando si possiede la volontà e la capacità di rileggere i brani originari col proprio stile e tocco personale.
Roberto Alessandro Filippozzi