11-03-2014
THE VICTIM'S BALL
"Ephemeral"
(Elysium Sounds)
Time: (77:19)
Rating : 7.5
Rispettando la perfetta cadenza annuale, il progetto del nostro connazionale Roberto Massaglia (da oltre vent'anni domiciliato in Australia) giunge con "Ephemeral" alla quinta prova sulla lunga distanza, rilasciata nuovamente via Elysium Sounds nel pregiato formato digipack completo di booklet. Proprio col precedente "Tales From The Gibbet", da noi recensito ed approfondito in sede di intervista, abbiamo presentato al pubblico italiano il suono di The Victim's Ball, forte di un piglio sinfonico/marziale ottimamente combinato ad una vocalità ad ampio respiro e ad una teatralità che affonda nei secoli perduti e nelle tinte più scure. La nuova fatica, che già dall'artwork rimanda ad un passato lontano, sposta il tiro verso sonorità spesso sfuggenti, quasi come se rimanessero solo accennate col preciso intento di non esplodere in magniloquenze sinfonico/marziali (la sola "The Conqueror Worm", costruita attorno a uno scritto di Poe, può dirsi aderente al filone martial coi suoi toni scuri, severi e minacciosi), tenendo così viva la tensione. Stavolta è un basso pulsante a farla da padrone, coi suoi umori darkwave che ospitano arrangiamenti di gran pregio e finezza, realizzati assieme alla consueta piccola schiera di collaboratori che aiutano Roberto a completare la propria visione artistica con voci e strumenti. Ne scaturisce un'opera ancor più oscura e misteriosa di quelle precedenti, dove le vocals istrioniche di Roberto si mescolano o alternano ai fragili vocalizzi femminili (come nella solenne "Ophelia"), fra richiami antichi (la teatrale "Melody (On The Sodomy Walk)" e l'intensa "The Voyage Of Dolly Branican") e porzioni sinfoniche molto meno prominenti rispetto al passato (solo la cupa e austera "The Secret Door" e la più tenue ed ariosa "Lullaby For Lilith" spingono realmente in tal senso), ma non per questo marginali. Fra i momenti migliori di un lavoro compatto e completo, nonché ricco di un pathos oscuro che in pochi riescono realmente a catturare, vanno segnalati sia "The Call Of Black Mary", carica di groove nel suo crescendo vorticoso, che la dolce "Eve", cantata con passionalità tutta femminile, e non è da meno "Calamitas Calamitatum (Milano 1630)", inquietante e spettrale nei suoi gelidi sussurri. Chiudono l'opera tre remix firmati da storici collaboratori di Roberto, ossia John Von Ahlen, Dave Foreman e Verney 1826, tutti bravi nel conferire alle proprie riletture tratti sonori capaci di sedurre con un taglio più electro-oriented. L'ennesimo lavoro di grande qualità e spessore da parte di un compositore che sa portare avanti come si conviene una visione artistica ben definita, attento a non rimanere intrappolato in schemi limitanti e dotato del coraggio necessario per spingersi verso sentieri magari 'in salita', ma appaganti sia per chi crea che per chi ascolta.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/elysiumsoundslabel