26-07-2013
BEN LUKAS BOYSEN
"Gravity"
(Ad Noiseam)
Time: (41:44)
Rating : 7.5
Smessi i panni spigolosi e cervellotici di Hecq, il sound-designer tedesco Ben Lukas Boysen rivela un animo malinconico che si tramuta in una musicalità triste e minimale, già espressa attraverso un paio di ben accolte colonne sonore ("Infinite Rounds" nel 2007 e "Restive" lo scorso anno). "Gravity" non è però un'altra colonna sonora a complemento di immagini, bensì il primo album vero e proprio firmato dall'autore con nome e cognome, dopo la solida reputazione costruita attraverso un decennio di uscite firmate Hecq. "Gravity", realizzato sia in vinile che nel formato CD digipack e in download dalla sempre ottima Ad Noiseam, prosegue nel solco delle succitate colonne sonore realizzate da Ben, puntando però molto meno sulle tonalità ambientali e sui drones per porre le note di pianoforte al centro dell'attenzione. La malinconia più intima regna sovrana fra le otto composizioni dell'opera, a partire dalla soffusa opener "Only In The Dark", e giù sino ai saliscendi tonali affidati ai drones analogici della conclusiva "The Behinian Gospel" (unico momento dove il piano si fa da parte). Fra le armonie minimali orchestrate da Ben spunta il drumming dell'ospite Achim Färber (veterano della scena attualmente in forza ai Project Pitchfork), che impreziosisce con classe momenti come "Nocturne 1" (solenne nella sua enfasi notturna), la title-track (scritta assieme a Lucio Amanti e capace di un crescendo che gronda pathos) e "Nocturne 2" (anche questa forte di un crescendo a dir poco sontuoso). Se "To The Hills", divisa fra drones e l'immancabile piano, è il miglior esempio delle prerogative del Boysen solista, frangenti come "You'll Miss Us One Day" (dove i tasti d'avorio scorrono più ariosi, anziché rarefatti e sfuggenti come altrove) ed "Eos" (realizzata assieme al produttore dell'album Nils Frahm) rappresentano invece il lato più squisitamente pianistico del songwriting del Nostro, più che mai intimo nel suo approccio allo strumento in questione. Professionalità e qualità dei suoni sono fuori discussione, quindi si riduce tutto a quanto siate o meno curiosi di conoscere l'animo più sensibile, fragile e triste dell'artista Boysen, diametralmente opposto a quanto proposto con Hecq: se siete ascoltatori versatili, non sottraetevi alla sfida.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://soundcloud.com/benlukasboysen