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Room 105

20-12-2012

DERVENN

"Gwald Roueel"

Cover DERVENN

(The Eastern Front)

Time: (79:46)

Rating : 8

Sconvolge scoprire come un lavoro dello spessore di "Gwald Roueel" sia rimasto in naftalina per la bellezza di undici anni, e fa pensare a quanti altri gioielli stiano attualmente giacendo chissà dove... Già, perché questo act bretone (la pagina Facebook parla di quartetto) debutta solo ora per l'attenta label israeliana The Eastern Front, ma le note del booklet recitano chiaramente come questi pezzi siano stati registrati, mixati e prodotti fra il 1996 ed il 2001 dal polistrumentista Mazhe Gaël Broquerie e dal cantante - impegnato anche con percussioni e fiati - Thierry "Per-Roje" Jolif (noto per il suo progetto Lonsai Maïkov, ed anche autore di un bel lavoro in coppia con Gregorio Bardini) assieme ad un ristretto numero di altri collaboratori. Dopo undici anni possiamo dunque finalmente apprezzare l'arte di questo act, i cui cuore ed anima sono indissolubilmente legati alla regione della Francia d'appartenenza, la Bretagna: lo spirito antico, gli umori ed i colori di questa magnifica terra permeano sino in fondo il suono di Dervenn, alla maniera in cui il folk deve avere profonde radici nel suolo natio, se non vuole diventare solo uno stilema attraverso cui rileggere la classica forma-canzone (almeno per quella frangia di nomi che non hanno paura di rivendicare la fondamentale importanza dell'appartenenza più stretta). Con una strumentazione ampia, che spazia dai più classici piano, tastiere, chitarre (acustiche ed elettriche), basso e percussioni varie (fra cui il bodhran), sino a flauto traverso, oboe e cornamusa, i Dervenn ci deliziano con dieci brani di rara bellezza, dove il folk si spoglia di ogni velleità apocalittica ed abbraccia un pathos che può scaturire solo dal profondo amore per la propria terra e per la sua storia, regalando emozioni forti attraverso melodie senza tempo che colpiscono dritto al cuore. È un suono che profuma di tradizione e passato come pochi altri, già dall'iniziale "Thou Art Not The King", arioso gioiello folk dalle melodie sublimi che accarezzano dolcemente, ove l'uso della chitarra elettrica, inserita alla perfezione nel contesto, ricorda finanche gli Anathema di "Eternity". Una musica dal sapore antico, con Jolif eccellente e partecipe interprete vocale delle melodiose trame, ordite con estrema naturalezza, grande classe e gusto sopraffino, come la ballata "Ar Sterenn Roue" evidenzia bene nel suo piglio ritmico. Si è travolti da un turbine di sensazioni e visioni, e ci si perde fino ai secoli più lontani del Medioevo, per un passato che in queste note rivive con la credibilità che solo i migliori riescono a dare alla propria creazione artistica. La dolcezza dei suoni evoca i colori e i profumi della terra, mentre il pathos trasmesso dal canto e dall'intreccio degli strumenti non lascia scampo alle anime più sensibili: che siano l'intensa danza evocativa di "Banflaith" o i toni più dimessi e sofferti di "Marv Eo", l'ispirazione è sempre presente e forte. Mai un reale cedimento nel songwriting dei Nostri (propensi a brani lunghi e magnificamente variegati), che inanellano picchi clamorosi quali l'appassionata "La Queste", la maestosa "Une Terre Sans Roi" e l'incredibile strumentale "Le Cœur D'Or Au Cœur Du Royaume", fino al culmine più logico, rappresentato da una rilettura dello splendido traditional bretone "Distro Merzhin". Portano il già ampio minutaggio a sfiorare quota 80 un paio di versioni demo ed una rehearsal di due pezzi dell'album, che nulla aggiungono ad un lavoro il cui valore sta ovviamente nel dieci brani opportunamente registrati e prodotti. Parliamo di una vera e propria gemma che, se fosse uscita nel 2001, avrebbe lasciato il segno nella scena (neo)folk dell'epoca, e che oggi sarebbe davvero un crimine tralasciare in favore di nomi magari molto più blasonati, ma che lo spessore emotivo e la cifra artistica dei Dervenn se li possono giusto sognare... Solo 500 le copie prodotte, quindi - se queste sono le vostre sonorità - non indugiate: vi perdereste qualcosa.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/dervenn

http://www.theeasternfront.org/