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Room 105

05-10-2011

ART ABSCONS

"Der Verborgene Gott"

Cover ART ABSCONS

(Hau Ruck!)

Time: (50:22)

Rating : 8.5

Questa one-man-band germanica piomba come un ciclone sulla statica scena neofolk, ferma da anni al medesimo punto. Tre pubblicazioni e uno split in meno di tre anni, con un crescendo qualitativo che trova la sua massima realizzazione proprio in "Der Verborgene Gott", focalizzano l'attenzione della scena underground su Art Abscons, che con naturalezza ed ispirazione riesce laddove tanti cloni avevano fallito. Gli ingredienti di questo album vincente sono i soliti: partiture acustiche, arrangiamenti sinfonici o derivati da strumentazione tradizionale (vedi l'organetto), un tocco di elettronica che si fa sentire sia nelle rifiniture che nelle ritmiche e voci stentoree, usate anche in funzione di spoken; a ciò viene aggiunta un'immancabile aura cupa ed esoterica e qualche folata marziale. Fin qui tutto prevedibile, se non fosse che Abscon riesce ad unire le molecole in modo impeccabile, dotandole di quella minima orecchiabilità necessaria ad una presa immediata e di un tocco dark-pop che affascina senza far scadere il tutto in un odioso easy-listening. La base concettuale ed il punto di partenza rimangono i Death In June, questione che il Nostro oscuro menestrello non nasconde, ma anzi espone in modo orgoglioso nei due brani "Liliensonne" e "Erscheinung!", chiaro tributo - strutturato con classe e passione - alle immortali "Despair" e "Break The Black Ice". Per il resto ogni brano è una storia a sé, fatta di atmosfere diverse e magnetiche legate dalla forte personalità compositiva di Abscon. Così i toni acustici dai contorni rock di "Morgendämmerung" sono accostati ai tribalismi esoterici di "Ahndung", la pace maestosa ed elevata di "Rune" anticipa il martial-pop di "Der Verlassene Hain" e di "Niemandsgebet", la magia recitativa di "Es Ist Zeit" trova la controparte nella torva melodia di "Aus Asche Geformt", in una sequela di tracce che non conosce cadute. "Der Verborgene Gott" è l'unico lavoro (insieme al nuovo album di :Of The Wand And The Moon:) ad essere riuscito nell'impresa di svecchiare il neofolk, riuscendo a dargli linfa vitale senza rinnegare i padri del genere e senza scivolare in luoghi comuni. Un piccolo gioiello che merita un plauso generale. Da notare che il CD (confezionato in un bel digipak) viene anticipato da una lussuosa versione in vinile edita dalla Blind Prophet Records, contenente una traccia in meno e alcuni brani differenti: la sostanza rimane immutata, ma per avere una visione globale i fanatici dovranno procurarsi entrambe le versioni.

Michele Viali

 

http://www.myspace.com/artabscon

http://www.hauruck.org/