27-03-2011
VERNEY 1826
"Sacrow"
(Shinto Records)
Time: (49:51)
Rating : 8
Dopo un paio di interessanti split rilasciati lo scorso anno (il bel CD in compagnia di Phantoms Of The S.S. "Anthem & Procession" e la limitatissima - sole 12 copie - cassetta "Catonium", condivisa in uno splendido package con Project : N.A.), finalmente il progetto tedesco ci regala il successore di "Nebelland", interessante album di debutto risalente all'estate del 2009. Il nuovo full-length, ancora una volta patrocinato dall'attenta Shinto Records, vede Meiko Richert rinnovare ed ampliare la collaborazione con Anna Aliena, eccelsa voce operistica del duo ShirayasDream, ormai integrata a tempo pieno nel progetto e stavolta coinvolta in quattro brani, laddove presenziò soltanto in due nel succitato debutto. Nella sua breve esistenza Verney 1826 si è distinto per una musicalità oscura e misteriosa, a cavallo fra pennellate sinfoniche, tentazioni marziali, synth eterei ed ariosi dal taglio darkwave, samples e finiture elettroniche: un suono difficile da classificare, e viceversa capace di catturare con estrema facilità l'indole più umbratile ed autunnale. Anna è subito sontuosa protagonista nell'opener "Anne", marziale e sinfonica, ma Meiko ama spaziare in tutti i meandri delle sonorità oscure, e un attimo dopo dei cori gregoriani spianano la strada al folk noir di "Ordo Fratrum Minorum". Gli episodi con Anna alla voce sono inevitabilmente quelli che più catturano l'attenzione: la singer si rivela davvero imponente nella drammatica "Farewell", per poi proporsi seducente nella mistica ed avvolgente "Alabastor", o ancora toccante nella dolorosa "Reckless Knight", spesso duettando con una ruvida voce maschile (con risultati che echeggiano i primissimi L'Âme Immortelle) e completando sempre a meraviglia il disegno di un fine compositore come Meiko. Le tinte fosche dominano in lungo e in largo ed i toni si fanno sempre più scuri, anche quando i cori sono angelici come quello di "Aedicula", oppure quando la ritualità di "Haven" prevale fra samples e fisarmonica; scenari da brown area si aprono con "Fahnenappell", fra battiti insistenti e musiche d'epoca campionate, laddove è la mestizia della melodia ad inebriare i sensi in "Fir On A Cliff", preludio alla drammaticità di una "Les Ombres, Celeste!" giocata su di un'arcigna cantilena, prima che l'incedere da requiem di "Sacrow V" chiuda i giochi fra rintocchi e samples di discorsi. L'ispirazione è palese, così come lo è la crescita evidenziata a livello di arrangiamenti e produzione: con "Sacrow" si aprono nuove frontiere per Verney 1826, act in ascesa che incarna con la giusta consistenza il significato della dicitura 'musica oscura', e che quindi merita la piena attenzione di coloro i quali nel suono cercano atmosfere e sensazioni ben precise.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/verney1826