28-04-2010
ZWIERZE NATCHNIONE
"Opowiesc O Czlekozwierzu"
(Boanerges)
Time: (59:27)
Rating : 8
Cover artwork in cartoncino rigido probabilmente riciclato (ed è un bene), informazioni in polacco e quasi nulla sul web per fornirvi, come nostra consuetudine, il più ampio spettro informativo possibile sull'artista e sul lavoro in esame. Questa è la premessa per illustrarvi la prima reazione all'arrivo di questo dischetto dalle brughiere polacche. In questo caso non è quindi possibile fornire informazioni accurate, e qui sta la bellezza di questo 'lavoro', che spesso permette di estraniarsi dal mondo per dedicarsi unicamente alla musica, interpretarla, capire cosa l'artista vorrebbe comunicare e, quando possibile, godere anche passivamente della bellezza di ciò che emoziona. Accontentatevi per ora di sapere che il nostro amico polacco si chiama Tomasz Juchniewicz e che, insieme a Monika Majewska, nel 2005 ha dato vita a questo album stupendo che merita a distanza di essere riproposto al pubblico italiano, proprio su richiesta di Thomas a cui non si può non accondiscendere. Un tema unico e dilatato si radica tra le dodici tracce senza una regola precisa, frutto dell'estro del momento: l'ecologia. Un tema attuale ed inflazionato a cui Tomasz non aderisce in modo politico e schierato, bensì in quell'ambito a cui spesso pure noi associamo il nostro volere, l'ecologia in quanto membri di un mondo in cui Natura è divinità ed in tutto ciò che è figlio dei tre regni è Madre. Una Madre vittima di un omicidio che noi stessi figli stiamo lentamente commettendo. Un'ecologia sciamanica che si legge e si studia tra foglie e rami, fronde e rumori: pensate alla Polonia come grande polmone europeo e capirete perché un simile malessere, una così grande denuncia nasce proprio tra artisti che vivono in quei territori. Il tutto contrapposto ad una sana dose di scetticismo misantropo, deriva di schieramento con chi è ora debole: la Madre morente che saprà, se nulla dovesse cambiare, annientare il figlio e lo scempio. Tutto questo in musica si traduce con dodici tracce di meraviglioso incanto, momenti di esplosione luminosa così tribale e pagana nella gioia religiosa espressa e momenti più cupi, introversi, meditativi. Questa alternanza di sentimenti e di manifestazioni è così tipica nel cantare la Dea Madre esplodendo nella radiosità del canto fino a sprofondare nel cupo, timorato amore pagano. Ne risulta quindi un album eterogeneo in tutta la sua durata, bello e imprigionante di continuo, di difficile collocazione e riferimento ma che, tra Inkubus Sukkubus, Ordo Equitum Solis, Ataraxia ed il folk inglese con a capo lady Rose McDowell, si esprime nelle varie tracce. Oltre sette minuti per la traccia d'apertura che dal buio dell'umano malessere, nel suo compiersi, gradatamente arriva ad una ballata di festa tra flauti, tanti flauti, chitarra ed altri piccoli fiati: "Cziekowierz" è un crescendo di gioia sinfonica ed è la via che immette tra le strade del cervello di Tomasz, che nella successiva "Poczteck", da lui stesso cantata, diventa celebrazione di un rito celtico dove bardi e musici esprimono gioia, ma anche orgoglio di un popolo che da sempre non si concede mai di abbassare la testa sconfitto. Poi diventa neofolk toccando sfere industriali di scuola Allerseelen, come in "Masowa Produkcja", o scurissime volte sonore come in "Catena Effata", anche se il capolavoro è sfiorato nell'altra lunghissima traccia "Mlòd I Szarancza": qui si ripete la grandezza di questo artista che, sconosciuto, riesce ad innescare emotività in due tracce così lunghe ma di cui non vorremo mai la fine; quest'ultima, più tragica, contiene tutta la fragilità di un popolo dalle parole per noi impronunciabili, ma che diventano musica ammaliante nel cantato di Tomasz, nelle sue piccole strumentazioni anche percussive, nei suoi minimali sfarzi concettuali. Se nel tempo vi abbiamo garantito credibilità ed ottenuto la vostra stima, questo è il momento per chiedervi con fiducia di ascoltare Zwierze Natchnione, magari incontrandolo prima sul suo myspace, sicuri che incontrerà i favori di molti. Uno di quei progetti che forse sparirà nel dimenticatoio del gothic-world, ma non per colpa nostra, sempre pronti a schierarci con chi, pur con mezzi limitati e nella solitudine produttiva e distributiva, riesce a plasmare ciò che per noi sono motivazioni fondamentali: le emozioni.
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/zwierzenatchnione
http://www.myspace.com/boanergesdiy