16-02-2009
METUS
"The Heritage"
(Lynx Music)
Time: (45:46)
Rating : 7.5
Dopo un esordio in sordina, le acque del progetto imbastito dal polistrumentista polacco Marek Juza, in arte Metus, cominciano finalmente a muoversi. Aperture orchestrali si fondono ad oscuri presagi ambientali e ad una voce impostata che si avvicina incredibilmente a quella di Alexander Veljanov dei Deine Lakaien, pur senza raggiungere le sue stesse vette espressive: ecco la sintesi del contenuto di questa interessante compilation rilasciata dalla Lynx Music per promuovere la trilogia di dischi pubblicata in tempi recenti dal Nostro. "The Heritage" ci permette di ascoltare tre brani tratti rispettivamente da ognuno dei vari capitoli dell'opera (in ordine cronologico troviamo episodi estratti da "Vale Of Tears", "New Dawn" e "Deliberation"), per un totale di nove composizioni dal sapore squisitamente neoclassico che faranno la felicità di tutti gli amanti di ensemble quali i Dark Sanctuary degli esordi, Arcana, Die Verbannten Kinder Evas, ma soprattutto gli stessi Deine Lakaien, nelle loro strutture più 'sinfoniche' ovviamente, e gli ultimi Janus. A caratterizzare profondamente l'opera in questione è la profonda voce di Marek, che, con la sua inflessibile timbrica, trasporta l'immaginazione dell'ascoltatore verso luoghi altri, in cui dare libero sfogo, come nel corso di una preghiera, alle proprie emozioni. Metus nasce infatti dal bisogno dell'artista di esprimere sentimenti quali dolore, speranza ed amore attraverso l'innalzarsi di queste solenni litanie. Il tutto è inoltre avvolto da un alone di sacralità che, ad esempio, conferisce un fascino magniloquente ad un brano come "Solitude", sicuramente l'episodio più arioso tra tutti quelli proposti da questa raccolta. La qualità delle canzoni qui contenute sembra a favore di quelle estratte dall'ultima fatica di Metus, "Deliberation", opera caratterizzata, come riportato nelle stesse note promozionali, dall'utilizzo della chitarra acustica e della tastiera, strumenti che sono andati a sostituire i massicci campionamenti orchestrali dei due dischi precedenti. Una proposta interessante quella dell'artista polacco, che va ad infoltire una scena parecchio affollata, ma dalla quale sono ancora pochi ad uscirne trionfanti. Metus è sicuramente tra questi.
Marco Belafatti