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11-02-2008
QNTAL
Splendore interiore
di Roberto Alessandro Filippozzi
Se c'è un gruppo che ha lasciato un segno indelebile nel filone neomedieval mondiale degli ultimi vent'anni, portando qualcosa di realmente nuovo in una scena basata per lo più sulla reinterpretazione di motivi tradizionali risalenti a svariati secoli prima, quello è sicuramente Qntal. Tutto nacque sul finire degli anni '80, quando Michael Popp e Sigrid Hausen (quest'ultima meglio nota, artisticamente parlando, come Syrah), unitamente ad Ernst Horn (anima elettronica dei ben noti ed all'epoca già attivi Deine Lakaien), diedero vita al progetto, ponendo come fondamenta il desiderio di recuperare le liriche della tradizione medievale per combinarle con i suoni della migliore elettronica: un'idea geniale e ricca di interessanti prerogative che, di lì a poco, sarebbe stata sviluppata in maniera unica ed inconfondibile dal trio tedesco. Fu infatti nel 1992 che vide la luce il primo album della band, ossia quel "Qntal I" che ancor oggi riscuote tanto apprezzamento da parte di fans e critica specializzata. Un disco che, inevitabilmente, cambiò per sempre le sorti del filone neomedieval, e che col tempo ha generato una serie di epigoni purtroppo lontani dai livelli d'eccellenza dei Qntal (pensiamo, ad esempio, ai mediocri Lamia), oltre ad aver influenzato anche realtà di diversa impostazione (i più 'canonici' Faun, anch'essi a volte affascinati dalla commistione con l'elettronica). Il resto è storia: Ernst Horn, come la maggior parte dei lettori già saprà, abbandonò i suoi compagni d'avventure dopo il primo album per dar vita agli ottimi Helium Vola (guarda caso gli unici in grado di contendere ai Qntal lo scettro di miglior band electro-medieval), peraltro non senza strascichi polemici, mentre Syrah e Michael, ricostituita la formazione a tre con l'innesto di Philipp Groth, hanno proseguito in una carriera ricca di soddisfazioni (parallelamente ai più longevi ed acustici Estampie, vera istituzione del neomedieval europeo), raggiungendo le vette delle charts alternative tedesche grazie ad una manciata di memorabili singoli. I Qntal sono ormai pronti a tornare sul mercato con "VI - Translucida", loro sesta fatica sulla lunga distanza in uscita il 29 di febbraio ed ennesimo splendido tassello in una discografia importante: noi, al cospetto di una band che continua da sempre a regalarci maestosi affreschi musicali di rara bellezza, non potevamo esimerci dal rintracciare il mastermind Michael Popp, al fine di farci raccontare ogni dettaglio relativo al nuovo lavoro in studio. Ecco cosa è emerso in questa lunga conversazione (intervallata da un fugace intervento di Syrah) con lo schietto e disponibile artista...
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Avete appena completato il vostro sesto album, che uscirà l'ultimo giorno di febbraio. Ora che puoi finalmente rilassarti e giudicarlo con più calma e da un punto di vista differente, come lo valuti? Credo sia normale per ogni band presentare il nuovo album come il migliore, e spesso ciò non corrisponde al vero, ma ritengo che voi possiate realmente affermarlo, dal momento che "VI - Translucida" è verosimilmente la vostra miglior prova sinora...
"Trovi? Io non ne sono così sicuro, ma, come ho detto prima (in una breve conversazione privata, nella quale Michael ha chiesto gentilmente e con assoluta umiltà lumi sul punto mancante per raggiungere il '10' nella recensione curata dal sottoscritto, nda), sono piuttosto autocritico. E poi è importante provare nuove cose ogni volta che inizi a lavorare ad un album. Almeno il concept deve differire da quelli precedenti, e ciò significa che non tutti gli album hanno la medesima qualità 'oggettiva', ed è come la bellezza di una donna: non è sempre essa in sé a contare, a volte è solo una certa espressione nei suoi occhi... Per la musica vale lo stesso discorso."
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Rispetto ai vostri album precedenti, è stato più semplice o più difficile realizzare il nuovo disco?
"È stato in qualche modo più facile, poiché abbiamo provato a ridurre l'apporto musicale: meno strumenti live, meno lavoro sui dettagli. A volte è sembrato persino un lavoro 'frettoloso', ma sappiamo di aver collezionato abbastanza esperienza attraverso gli anni per riuscire a colpire dritto nel segno... A ciò aggiungi il fatto che quasi ogni grossa hit nella musica rock o in quella pop è nata da un'idea spontanea, a volte si è trattato di un lavoro di pochissimi minuti... Ma, onestamente parlando, da quando nasce la prima idea fino ad ottenere il risultato finito e masterizzato passano sempre alcuni mesi per noi, anche quando l'idea di base nasce in breve tempo."
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Ora addentriamoci nel vostro nuovo album. Musicalmente parlando ritengo che siate rimasti fedeli al vostro stile, ma stavolta avete voluto dare molta più importanza al lato elettronico della vostra musica, facendolo diventare di fatto l'epicentro di "VI - Translucida": quali ragioni vi hanno spinti a lavorare in questa direzione, e cosa è cambiato nel vostro approccio al songwriting per il nuovo album?
"Beh, abbiamo due tipi di approccio differenti verso il nostro sound: uno consiste nell'iniziare con un testo, una melodia o uno strumento originale di stampo medievale, mentre il secondo prevede di partire dai suoni elettronici ed aggiungere il contesto medievale più tardi, o a volte addirittura di non aggiungerlo affatto. Hai assolutamente ragione: 'VI - Translucida' è il disco più elettronico che abbiamo mai fatto, e lo credo anch'io. Sai bene che questo è il modo in cui lavoravamo quando abbiamo avviato i Qntal: canzoni medievali in un ambiente moderno ed elettronico. Penso che siamo stati il primo gruppo a lavorare in quel modo, e 'VI - Translucida' è da intendersi come un ricordo di quei giorni di fine anni '80."
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Ritengo che la qualità della produzione abbia direttamente influenzato quella generale dell'album, dal momento che in passato non era mai stata così cristallina e perfetta come ora...
"Beh, stavolta la produzione è stata ottenuta al 90% usando i software-synth del programma 'Logic Audio', il che ha reso il suono piuttosto omogeneo, un po' come ai vecchi tempi, quando i musicisti non avevano a disposizione dozzine di macchine come oggi. Raggiungere quella chiarezza e quella purezza nel suono era uno dei nostri intenti: grazie per aver menzionato la cosa."
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Ritengo che tanto il vostro rinnovato approccio quanto la meravigliosa produzione vi abbiano aiutati a creare strutture e melodie molto più eleganti, raffinate ed efficaci rispetto al passato: concordi?
"Queste sono cose che devono dire semmai i giornalisti, i recensori ed infine il pubblico. Che posso dire? Siamo solo dei poveri musicisti che provano a fare del proprio meglio ogni volta che toccano una tastiera, una chitarra o altro (lo dice con chiara ironia, nda)..."
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Questo rinnovato approccio ha inoltre aiutato la voce di Syrah a divenire ancor più importante e protagonista nelle vostre canzoni, al punto che ora può esprimersi al meglio e mostrare tutta la sua abilità: era uno degli obiettivi che vi eravate prefissati?
"Personalmente ero preoccupato dal fatto che la voce potesse risultare troppo in sottofondo rispetto all'intero sound, ma forse è stata una buona decisione perchè hai ragione, a volte suona più brillante che mai. Quindi... a volte 'di meno' può essere 'di più', nel caso specifico meno altezza di suono può portare più bellezza ed espressività."
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Ho notato che avete completamente rimosso le parti corali: si tratta forse di una conseguenza del bisogno di creare l'ambiente perfetto per la voce di Syrah?
"Penso sia piuttosto una conseguenza del concetto di 'riduzione' di cui ti parlavo prima. Nella maggior parte delle canzoni abbiamo voluto liberarci della grande attitudine orchestrale che avevamo nell'album precedente, per esempio in un pezzo come 'Von Den Elben."
"Ci avvaliamo del lavoro di grandi poeti, con grandi testi, il che ci porta su di un pianeta differente rispetto ai normali testi pop e rock. Parliamo di passione."
(Michael Popp)
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Quali sentimenti e situazioni hanno direttamente influenzato il mood del nuovo album?
"Il ritorno alle radici: ricordo quel giorno in cui, nel 1989, i Qntal nacquero come una strana idea di alcuni sciocchi maniaci (ride, nda)... Ho avuto molti flashback durante la lavorazione del nuovo album."
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Uno dei momenti migliori del disco è senza dubbio "Departir", un pezzo che suona molto solenne e presenta suoni sintetici così eleganti da ricordare direttamente la musica degli anni '80: ritrovi tale influenza nel vostro sound, e c'è qualche nome che vorresti menzionare al riguardo?
"Beh, come ho detto prima, l'album è stato realmente concepito per suonare vicino alle cose degli anni '80. Dead Can Dance, Bauhaus, My Bloody Valentine e l'intera scena gotica tedesca erano il nostro ambiente, ci abbiamo lavorato, ma i Qntal sono stati fondati per una nuova idea, cioè quella di usare testi medievali così come strumenti di quel periodo, a volte..."
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La title-track è semplicemente un gioiello, probabilmente uno dei pezzi più intensi che abbiate mai scritto, e la melodia è a dir poco meravigliosa: concordi nell'affermare che si tratta di uno dei momenti più alti dell'intera vostra carriera?
"Sì, è anche uno dei miei pezzi preferiti, ma abbiamo scritto delle grandi canzoni anche in passato. Tuttavia è sempre bello sapere, quando ascolti un disco da te composto a distanza di anni, che ci sono almeno un paio di canzoni che sono ancora valide, ancora buone. Forse questa è la ragione per cui vendiamo i nostri dischi non soltanto nel giro di pochi mesi dalla data di pubblicazione, ma anche 15 anni dopo. Il nostro approccio alla musica si potrebbe definire senza tempo."
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"Worlds Of Light" è un altro grande episodio, delicato e passionale come solo i brani guidati da veri sentimenti sanno essere: qual è il ruolo della 'passione' nel vostro lavoro come Qntal, e quale significato riveste tale termine nel vostro mondo musicale?
"Amo molto il suo testo. Forse questa è una cosa che merita di essere menzionata: ci avvaliamo del lavoro di grandi poeti, con grandi testi, il che ci porta su di un pianeta differente rispetto ai normali testi pop e rock. Parliamo di passione. Trovo la nostra musica estremamente piena di passione, ma forse si tratta di un tipo diverso di passione rispetto a ciò a cui la gente è abituata. Alcuni definiscono 'quieta' la nostra musica, ma penso che si sbaglino."
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"Passacaglia" suona come qualcosa a metà tra l'aria drammatica ed un requiem, ma nei fatti rappresenta una vera e propria forma musicale: perchè avete deciso di dare una vostra interpretazione della 'passacaglia', e come avete scoperto questa particolare forma musicale?
"La musica barocca fa parte dei dischi dei Qntal da alcuni album a questa parte, così come un paio di canzoni che strizzano l'occhio al dancefloor. La vera 'passacaglia' consiste in un lavoro su di una composizione tradizionale di Antonio Vivaldi, che apprezzo molto come compositore. Prima dicevo di come avessimo voluto eliminare numeri orchestralmente grandiosi, e questo brano va un po' contro tale concept, ma non esiste album dei Qntal senza eccezioni alle regole..."
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Le potenziali hit sono importanti nell'economia dei dischi dei Qntal, infatti nel nuovo album troviamo brani come "Glacies", "Ludus" ed in particolare "Sumer", quest'ultima perfetta come eventuale scelta per un primo singolo. Dopo molte hit di successo, quale importanza riveste attualmente tale aspetto della vostra musica?
"Questa domanda ci è stata posta molto spesso, poiché i Qntal sono diventati conosciuti attraverso la club-hit 'Ad Mortem Festinamus' ad inizio anni '90. Da quel momento abbiamo prodotto molte club-hit, fra cui 'Palästinalied', 'Nihil', 'Flamma' ed altre, ma al tempo stesso, come ben sai, non siamo una band da dancefloor. Personalmente non sono mai stato di frequente nei club, sebbene, quando ci sono andato, mi sia sempre divertito molto..."
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Venendo ai contenuti del disco, quale concept si cela dietro ad un titolo particolare come "VI - Translucida"?
"Significa questo: lasciare che la nostra arte splenda attraverso tutte le più remote esperienze, tutte le speranze che avevamo nei primi anni in cui eravamo musicisti, tutte le esperienze che abbiamo fatto o che avremmo dovuto fare, tutto l'amore, la passione e tutti i sogni che abbiamo provato a mettere nella nostra musica attraverso gli anni. Significa, quindi, che ciò che splende maggiormente alla fine è la nostra personalità, le nostre anime, che lasciamo nelle mani dei nostri ascoltatori."
"Parlare del passato ci aiuta a capire il presente. Sognare e volare con la mente non significa necessariamente fuggire dalla realtà, ma capisco l'insopportabile pressione che la nostra società riversa su di noi. Ma in questo confronto dobbiamo combattere, non fuggire."
(Michael Popp)
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L'artwork verte nuovamente sull'elemento grafico della finestra a rosetta, da sempre presente nelle grafiche che accompagnano i vostri dischi: quali motivi vi hanno spinti ad adottarlo, e cosa vi spinge a mantenerlo ancora dopo cinque album?
"È un simbolo per il nostro lavoro, un pezzo d'arte colorato che sbuca dall'oscurità. L'idea mi venne quando, molti anni fa, visitai la cattedrale di St. Cartiers in Francia in un pomeriggio invernale. Nessuna luce elettrica, solo candele, piuttosto oscuro. Quando mi girai per lasciare la chiesa vidi una grossa finestra rotonda e blu di fronte a me, illuminata da ciò che restava della luce del giorno fuori. Sembrava un pianeta nel cielo... Non dimenticherò mai quell'immagine, ed ora fa parte del concept visivo dei Qntal."
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Venendo ai testi, anche stavolta vi siete avvalsi esclusivamente di alcuni traditional: quanto è importante riscoprire le liriche della tradizione attraverso musica di nuova fattura, secondo te?
"Noi usiamo ESCLUSIVAMENTE liriche tradizionali: questo è l'unico DOVERE nella musica dei Qntal. Come ho detto prima, ciò ci da l'opportunità di avvalerci della crème de la crème della poesia europea."
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Francese, inglese, latino: alcuni dei linguaggi che avete sfruttato con successo nella vostra musica. Ne esistono altri che vorreste imparare, magari al fine di impiegarli in una prossima uscita dei Qntal?
"No, non proprio: tutte le lingue arabe e dell'Asia centrale le teniamo per gli Estampie, mentre considero Qntal come un progetto più europeo, il che forse spiega il perché quest'ultimo è compreso nella maggior parte dei paesi europei. Penso che noi utilizziamo già quasi tutti i linguaggi culturali di quell'epoca."
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L'intero progetto Qntal rappresenta, in qualche modo, un modo per sfuggire alla triste realtà odierna in cui viviamo?
"Spero proprio che non lo sia! Parlare del passato ci aiuta a capire il presente. Sognare e volare con la mente non significa necessariamente fuggire dalla realtà, ma capisco l'insopportabile pressione che la nostra società riversa su di noi. Ma in questo confronto dobbiamo combattere, non fuggire. Sono anche una persona interessata alla politica, non soltanto un musicista, ed ho le mie opinioni sulla politica attuale."
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A parte gli autori dei testi tradizionali che avete utilizzato, esiste qualche altro artista che ti abbia influenzato come musicista?
"Provo a non farmi influenzare troppo da altri gruppi o artisti, sebbene ce ne siano alcuni che AMMIRO realmente. Alcuni li ho menzionati prima, ma non voglio dimenticare le primissime cose underground: i King Crimson, ad esempio. Per me, in quanto musicista con un background classico, anzitutto le aspettative vertono su di un alto livello tecnico nell'esecuzione. Ecco perché mi piacciono molto alcuni gruppi metal... Ma non è che mi influenzino: mi piace semplicemente la loro musica, come nel caso degli Opeth!"
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Tornando al nuovo album, l'impressione è che esso vi possa aprire nuove porte pur restando fedele all'idea fondante dietro al progetto Qntal: qual è la tua opinione in merito?
"Spero che tu abbia ragione. Non ne sono così sicuro e non penso mai a queste cose mentre scrivo le canzoni, ma mi piacciono le nuove porte e mi piacciono le stanze dietro ad esse: sono una persona curiosa."
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Ma qual è il tipico fan dei Qntal? Credo sia piuttosto difficile individuare una categoria ben precisa per i vostri fans, dal momento che attraete ascoltatori sia dall'ambito elettronico che da quello medievale... Pensi, ad esempio, che la scena neomedieval possa essere individuata come la vostra, oppure state provando ad uscire dai confini delle scene più 'elitarie' per raggiungere anche persone al di fuori del contesto gothic/dark?
"Beh, noi non abbiamo nulla a che fare col tipico sound medieval-rock di gruppi come In Extremo, Tanzwut ed altri del genere, ma non siamo propriamente inseribili nella classica cultura medievale. Siamo ciò che siamo. È musica unica, originale, ma una cosa è chiara: appartenere ad una grossa scena risulta commercialmente più efficace che restare da soli."
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Ritengo che i maggiori risultati ottenuti dai Qntal siano l'affinamento di uno stile unico ed inconfondibile e l'abilità nel creare qualcosa di nuovo dalla tradizione musicale del passato: se guardi indietro alla vostra intera carriera, quali cose ti rendono più fiero del tuo lavoro?
"Mi rende orgoglioso vedere che pressoché chiunque, sebbene magari non si tratti del tipo di sound che apprezza, parla con rispetto della nostra musica, della nostra carriera e della nostra unicità nel mondo della musica."
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Avete mai pensato di cimentarvi nel campo delle colonne sonore? Penso che la vostra musica si adatterebbe a molti film, e ricordo di averlo pensato specialmente dopo aver visto "Marie Antoinette", che sarebbe venuto fuori molto meglio con il supporto di una musica come la vostra, visto che c'era un'intenzione aprioristica di utilizzare sonorità decisamente più recenti rispetto al materiale classico dell'epoca (come poi è stato fatto, "Plainsong" dei Cure inclusa). Che ne pensi?
"Lo penso anch'io. Tutti dicono che la nostra musica è perfetta per i film, ed infatti Ridley Scott ha usato un motivo degli Estampie per 'Le Crociate'. Sarebbe grandioso se un buon regista ci chiedesse di creare la musica per un intero film."
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Syrah, avrei una domanda apposta per te. Si fa un gran parlare del cosiddetto 'girl power' nella scena elettronica (ma non solo...) alternativa attuale, ma la maggior parte della gente sembra non ricordare che il tuo successo nasce già ad inizio anni '90: come vedi il tuo ruolo nella scena 'oscura' al femminile in tempi nei quali i riflettori sembrano essere puntati anzitutto su artiste soliste come Emilie Autumn o la vostra label-mate Leandra? E, a tal proposito, hai mai pensato ad una carriera anche come solista?
Syrah: "Credo nel potere interiore, in un potere mistico che va ben oltre qualche effetto scenico a buon mercato. Non sono una che ama apparire, e non lo sono mai stata. Mi impegno seriamente in ciò che faccio ed il modo in cui eseguo le mie parti è autentico. La maggior parte dei performer studia il proprio show a casa di fronte allo specchio per fare una buona impressione, ma ciò è ridicolo, sebbene io sappia che anche le persone normali di solito lo fanno, nonostante sembri difficile da credere. Una carriera da solista, dici? No, non sono interessata."
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Bene, grazie per questo breve ma esaustivo intervento. Michael, tornando a noi, che possiamo dire della scena tedesca? È sempre la migliore tanto per i gruppi quanto per il pubblico, e tutti i nomi di spicco della scena neomedieval vengono dal vostro paese: Faun, Elane, Helium Vola ed ovviamente Qntal. Perché, a tuo dire, nel tuo paese c'è tanto interesse per la riscoperta delle sonorità medievali?
"La scena musicale è piccola, ci conosciamo tutti fra di noi e ci influenziamo a vicenda. Ciò è importante: le correnti musicali si sviluppano sempre in certe aree, città o cose simili, fintanto che non vengono create per ragioni commerciali. Ma ci sono gruppi di questo genere anche in altri paesi! Penso, e questo è molto importante, che la Germania abbia una scena a livello di club molto ben organizzata e distanze relativamente brevi fra le grandi città, il che rende facile organizzare un tour o cose del genere. Ma, da qualche parte, ci deve essere un gene speciale nel DNA dei tedeschi che vivono nella terra di filosofi e poeti. La Germania ha sempre avuto una reputazione da nazione depressiva, 'pesante', come dite voi italiani (infatti lo pronuncia perfettamente nella nostra lingua, nda)... chissà perché..."
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Abbiamo accennato agli Helium Vola e, nonostante io sappia che non ami parlare troppo del tuo vecchio compagno d'avventure Ernst Horn, vorrei chiederti se ci sarà mai la possibilità di vedervi di nuovo al lavoro assieme, magari anche solo per un tour che coinvolga ambedue i vostri progetti... Sai, i vecchi fans vorrebbero almeno poter coltivare un piccolo barlume di speranza...
"Io sono aperto a qualsiasi possibilità. Chi lo sa? Magari, un giorno..."
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Un po' evasivo, ma almeno hai alimentato le speranze... Tornando a te, nel tuo background c'è parecchio lavoro svolto per il teatro: che ci puoi dire riguardo a quel periodo? Trovi ancora il tempo di occupartene?
"Al momento no, e la ragione principale è il fatto che i teatri non possono più spendere soldi per della musica dal vivo. Penso sia un peccato, nonostante quel tipo di lavoro sia veramente stressante."
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Cosa puoi dirci sui vostri progetti futuri? Gradiremmo sapere se ci sono novità anche sul versante Estampie...
"Le novità riguardano proprio gli Estampie, coi quali abbiamo appena finito di registrare l'album 'Al Andaluz Project' assieme a due gruppi spagnoli, L'Ham De Foc ed Amana Man: penso sia venuto fuori davvero un bel disco, dategli un ascolto."
"Mi rende orgoglioso vedere che pressoché chiunque, sebbene magari non si tratti del tipo di sound che apprezza, parla con rispetto della nostra musica, della nostra carriera e della nostra unicità nel mondo della musica."
(Michael Popp)
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Dopo oltre 20 di carriera nel campo della musica, cosa c'è al centro del mondo di Michael Popp?
"Il serio desiderio di maturare come artista e come essere umano. Come band, invece, direi la volontà di continuare a fare ciò che stiamo facendo da molti anni a questa parte."
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Bene, siamo in chiusura e, nel ringraziarti per il tempo dedicatoci, ti lasciamo con l'ultimo quesito: in tempi di 'grande fratello' e globalizzazione dissennata, che messaggio ti senti di mandare alle persone che si avvicinano al vostro lavoro di artisti?
"Combattete contro questa merda! Mi arrabbio davvero quando vedo tutto lo schifo attuale, ma che possiamo fare? Solo continuare ad essere artisti..."
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