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28-05-2011
VERNEY 1826
Cartoline sbiadite da Sacrow
di Roberto Alessandro Filippozzi (foto: Mike Richter)
Pur amando utilizzare una dicitura dai confini labili come 'musica oscura', ci rendiamo conto di come il significato più profondo di tale definizione spesso mal si addica a certi act, i quali, sia per sonorità che per contenuti, avrebbero in realtà poco o nulla a che spartire con la vera oscurità, intesa come intero immaginario di suggestioni, visioni e sensazioni. In tal senso un progetto come Verney 1826, creato e guidato dall'artista tedesco Meiko Richert, ci viene letteralmente in soccorso fornendoci un canovaccio che spazia dal neoclassico alle sonorità eteree, dal martial alla darkwave, mantenendo ferme le sue prerogative di oscurità e mistero e restituendo credibilità ad un termine di cui spesso abusiamo per comodità descrittive. Nella visione artistica di Meiko ogni fattore si combina nella maniera più appropriata per delineare scenari oscuri e suscitare emozioni pertinenti, dalla parte musicale ai testi, senza ovviamente scordare la veste grafica. E se il talento compositivo del Nostro si era già palesato col buon album di debutto "Nebelland", bene ha fatto l'americana Shinto Records a continuare a scommettere su Verney 1826, che col nuovissimo "Sacrow" dimostra di meritare un posto di rilievo fra i newcomers delle sonorità più oscure ed affascinanti del panorama dark. Rinnovata la collaborazione con l'ex-voce degli ShirayasDream Anna Aliena (la quale, verosimilmente, di qui in avanti potrà contribuire in misura maggiore ai lavori di Verney 1826), Meiko ci appare oggi soddisfatto dei risultati raggiunti e desideroso di spingersi oltre, come traspare chiaramente dalla piacevole chiacchierata fatta con lui...
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Verney 1826 è un progetto ancora poco noto dalle nostre parti: ti chiederei di introdurlo soffermandoti sui punti salienti del tuo background, per arrivare alla scelta di un nome così particolare...
"Sono solito dire che le mie radici musicali sono da ricercare nel 1991 perché è stato l'anno che mi ha introdotto al lato più oscuro della musica, quando ho ascoltato per la prima volta gruppi come Dead Can Dance e Fields Of The Nephilim. Non riesco a ricordare quando ho iniziato a comporre canzoni, dev'essere stato durante la mia fanciullezza, ma niente è rimasto di quei tempi. Durante la mia giovinezza ho iniziato a imparare le colonne sonore ed ho creato i miei primi piccoli pezzi per piano, ma nel 1991 ho incominciato a registrare le mie prime canzoni dark su cassetta: nominai il progetto The Dorian Gray, ed era roba influenzata principalmente da gruppi tedeschi come Goethes Erben o Das Ich. Erano i tempi in cui ero studente e non avevo molti soldi per comprare un equipaggiamento adeguato, quindi puoi immaginare l'orribile qualità del suono di quelle prime cassette... Ad ogni modo ho smesso di comporre musica nel 1995, quando mi sono trasferito a Berlino. Ho ricominciato solo nel 2006, stavolta con del software ed alcuni strumenti veri (chitarra, fisarmonica). Sapevo di dover trovare un altro nome, visto che su discogs.com ce ne sono già 11 di gruppi col nome Dorian Gray; Verney 1826 fa riferimento ad uno dei miei libri preferiti, "L'Ultimo Uomo" di Mary W. Shelley, nel quale il protagonista Lionel Verney (nome che artisticamente adotto anche per me stesso) cammina attraverso una Terra devastata dalla peste."
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L'anno scorso hai partecipato a due split: uno splendido CD con Phantoms Of The S.S. ed una limitatissima cassetta assieme a Project : N.A. Come è stato lavorare con un act dalla visione molto affine alla tua come Phantoms Of The S.S. e perché hai realizzato del materiale in una tiratura così limitata, oltre che in un formato così particolare?
"Lo split con Phantoms Of The S.S. doveva essere un EP in download gratuito. Sono venuto in contatto con l'autore americano Gregory James Wyrick (famosa presso certe frange del suono dark la sua raccolta di lavori "The Method Learned", nda), che ha accettato di contribuire con dei testi per le mie canzoni. L'intero EP è stato ultimato subito dopo che avevo completato il mio album "Sacrow", e siccome anche ad Oni Sakti della Shinto Records (nonché membro degli stessi Phantoms Of The S.S.) piaceva l'idea, abbiamo ampliato il concept e deciso di realizzarlo come CD split. In effetti, la comprensione di Oni per le arti si avvicina molto alla mia: anche a lui non piace ripetere le stesse strutture delle canzoni e le medesime melodie all'infinito, ed inoltre ha una visione simile alla mia su come combinare musica, veste grafica e performance. Venendo alle cassette, dal momento che sono un figlio degli anni '80, musicalmente parlando, sono cresciuto con esse e volevo crearne una per il mio personale piacere. Avevo una collezione di versioni alternative e nuove tracce inutilizzate, quindi ho deciso di realizzarle su di una cassetta. L'idea per il box è nata mentre scambiavo mail con psq M.O.S., la creativa mente dietro all'act dark ambient polacco Project : N.A. Abbiamo disegnato il package assieme e siamo entrambi molto soddisfatti del risultato. Il box in legno contiene l'audiocassetta, una borsa di lino, 3 carte dei tarocchi selezionate, cartoline ed un foglio con un testo. Non potevamo far altro che limitare la cosa a sole 12 copie, dal momento che la realizzazione ha richiesto molto lavoro manuale da parte nostra. Due o tre copie sono rimaste a disposizione, ma di sicuro non ci saranno ancora per molto. Lasciami sottolineare che entrambe le collaborazioni sono state molto allietanti ed incoraggianti per me."
"Non sono interessato a creare canzoni per il dancefloor moderno o per un certo espositore musicale. Voglio ancora ricreare suoni oscuri e tristi, fotografie nella mia mente, paesaggi sonori e viaggi..."
(Meiko Richert)
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Il tuo sound non è facile da catalogare, ma è senza dubbio oscuro e misterioso: come lo descriveresti, e cosa ti ha influenzato come artista?
"Per me è un buon segno se non riesci a catalogare facilmente il mio sound. Anche per me è ugualmente impossibile appiccicare una qualche etichetta su questa musica; quando me lo chiedono, uso descriverla come una miscela fra ethereal e dark ambient, gothic, darkwave classica, dark-folk. Di sicuro le mie radici affondano nella musica dark/gothic degli anni '80 e dei primi anni '90. Le mie principali influenze per Verney 1826 sono la storia e lo sviluppo culturale, mentre molti artisti ed epoche hanno avuto un impatto su di me: si comincia coi compositori classici come Bach o Chopin, poi l'architettura classica, la letteratura (la famiglia Bronte, Mary Shelley, Daphne Du Maurier, Wells, Bradbury) e, ovviamente, la musica dark contemporanea (Dead Can Dance, Death In June, Skinny Puppy, Christian Death, Les Joyaux De La Princesse, Tangerine Dream, Camerata Mediolanense, Kirlian Camera...). Una lista infinita di influenze."
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Più che il solo scrivere canzoni, sembra che ti importi ricreare una certa atmosfera e trasportare determinate emozioni: qual è il fine dietro al tuo lavoro di compositore e quale il tuo metodo?
"Qualcuno ricorda il sound della prima scena goth? I tempi, le scene e la musica sono cambiati dal 1991. Non sono interessato a creare canzoni per il dancefloor moderno o per un certo espositore musicale. Voglio ancora ricreare suoni oscuri e tristi, fotografie nella mia mente, paesaggi sonori e viaggi. Di solito un brano comincia con una foto nella mia mente, sia essa un poema, un libro, un dipinto o un posto che voglio visitare. Non è sempre facile trovare la giusta espressione musicale per ciò che ho in mente, ma quando ci riesco, le parole sembrano scorrere automaticamente."
"La scena dark-folk e quella martial/industrial combinano molte immagini, campionamenti ed idee controverse. Quando alcune band decidono di percorrere quella strada, ho spesso l'impressione che lo facciano come atto di rivolta verso l'establishment, piuttosto che per diffondere un reale messaggio politico. Proprio come nella prima musica industrial e nel movimento punk..."
(Meiko Richert)
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Quale concetto si cela dietro ad un titolo come "Sacrow" e qual è la provenienza della suggestiva immagine di copertina?
"Sacrow è un paesino vicino alla città di Postdam, dove vivo. Il Re di Prussia Federico Guglielmo IV fece costruire una meravigliosa chiesa sulle rive di un lago, la Heilandskirche (Chiesa del Redentore, nda). Ai tempi della cortina di ferro, quando la Germania era divisa fra Est ed Ovest (1961-1989), l'intera area attorno a questa chiesa divenne una landa desolata, tagliata in due dal Muro di Berlino. L'attraversamento era vietato, e la chiesa col terreno circostante fu trasformata in zona di morte. Per la copertina ho fotografato un dettaglio della torre campanaria della Heilandskirche di Sacrow: raffigura un titano, col peso del mondo sulle sue spalle."
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Cosa puoi dirci riguardo ai testi di "Sacrow"?
"Le canzoni "Sacrow IV" e "Sacrow V" descrivono il periodo ed il processo summenzionati; i restanti brani descrivono il dolore di un individuo in tempi di oppressione, guerra e dittatura. "Ordo Fratrum Minorum", ad esempio, parla dei padri Maximilian Kolbe e Karl Mangold, che morirono nel campo di Auschwitz. Altri brani parlano di 'piccole persone' nelle due guerre mondiali, i bambini e gli anziani. "Fahnenappell" si riferisce alla caduta della Germania Est, nel 1989. Ma alla fin fine non considero "Sacrow" un disco politico: parla della gente, non della politica."
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Stavolta la collaborazione con Anna Aliena (ormai ex-voce del duo ShirayasDream) è stata estesa a più brani rispetto a quella per "Nebelland": cosa puoi dirci al riguardo?
"Nel frattempo, Anna Aliena è diventata un membro ufficiale del progetto. Abbiamo iniziato a collaborare per alcuni brani, ma dal momento che lei sa fornire la performance vocale appropriata per alcune delle mie composizioni, entrambi abbiamo concordato nell'integrarla completamente nel progetto. Ciononostante, Verney 1826 rimarrà il mio parto mentale: la sua visione ed il processo grafico saranno diretti da me. Anna è un fattore importante nei nostri show, dal momento che questi si concentrano principalmente sul lato più ritmico e song-oriented di Verney 1826."
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A parte il contributo di Anna, mi pare che l'intreccio vocale giochi un ruolo importante nel tuo songwriting...
"Sì, è piuttosto corretto. Mi piace sperimentare con la mia voce, quindi uso parecchi modi per modificarla: distorsioni, riverberi, layer multipli e via dicendo... Direi che dipende sempre dal mood della canzone: una voce distorta di solito non si adatta ai miei pezzi neoclassici. I brani che sto registrando conterranno più voci pulite da parte mia, con 'vere' linee melodiche. Sembra che per me il processo di apprendimento non finisca mai..."
"Molti bei momenti sono nascosti nel lato più oscuro della nostra eredità culturale, e questa è ancora la mia principale ispirazione..."
(Meiko Richert)
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Alcuni tuoi brani, fra samples, ritmi marziali e plumbee melodie para-sinfoniche sembrano avvicinarsi alla cosiddetta 'brown area', termine che spaventa molti artisti timorosi nei confronti di determinate associazioni di carattere politico/ideologico...
"Ovviamente so a cosa ti riferisci, ma il termine 'brown area' mi è completamente nuovo. L'intera faccenda appare molto complicata, dal momento che la scena dark-folk e quella martial/industrial combinano molte immagini, campionamenti ed idee controverse. Quando alcune band decidono di percorrere quella strada, ho spesso l'impressione che lo facciano come atto di rivolta verso l'establishment, piuttosto che per diffondere un reale messaggio politico. Proprio come nella prima musica industrial e nel movimento punk. Ovviamente non posso parlare per loro, posso solo dirti la mia impressione. Ma posso parlare per Verney 1826, e sicuramente non ho intenzioni ideologiche col mio progetto. Quando uso campionamenti o immagini da un determinato periodo, lo faccio per illustrare l'argomento della mia canzone. L'ho già menzionato: tutto riguarda la storia, le arti e le persone, non la politica."
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Abbiamo anche detto chiaramente che il tuo è un suono oscuro: che tipo d'ispirazione trovi nell'oscurità e quale tipo di atmosfera può favorire l'ascolto ideale del tuo nuovo album?
"Molti bei momenti sono nascosti nel lato più oscuro della nostra eredità culturale, e questa è ancora la mia principale ispirazione. La malinconia dei lavori di Emily Bronte, Mary Shelley o E.A. Poe ha un potere immenso e crea immagini e suoni davvero unici nella mia mente. Ed ho sempre avvertito una speciale affinità coi cimiteri, con le architetture antiche o con le costruzioni in rovina. Per ascoltare il nostro nuovo album raccomanderei la notte ed il lume di candela, forse un bicchiere di vino e delle cuffie audio. Suppongo che la mia musica abbia bisogno di tempo per essere assorbita ed apprezzata."
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Quali progetti attendono un artista attivo come te, e come vi muoverete sul versante live?
"Sono previste altre uscite in futuro: alcune settimane fa ho terminato l'ultimo brano per un terzo album, ed ora devo trovare l'artwork appropriato per supportare il messaggio della musica. Lavoro sempre su nuove canzoni, ma il processo creativo è decisamente non lineare: ci sono momenti di duro lavoro e frangenti più rilassati. Al momento sto preparando la mia prima compilation, una collezione di gruppi neoclassical, dark-folk e dark ambient internazionali: il concept di questo sampler è la magia della parola scritta e dei libri, e non riesco ad aspettare che arrivino tutti i brani. È troppo presto per rivelare la lista degli artisti coinvolti, ma se tutto fila liscio, potrò pubblicare il lavoro nell'autunno 2011: so che sarà una release molto speciale per me. Per colmare l'attesa fra il mio secondo e terzo album, forse realizzerò un EP per un'altra label, oppure per la mia Shelley Schellack, che ho già sfruttato per le mie uscite minori (il singolo 7" e la cassetta-box). Ma sono lieto che sia la Shinto Records a darci l'opportunità di realizzare i nostri primi album, ed Oni Sakti non è diventato solo un label manager per me, ma anche un amico, quindi è possibile che Verney 1826 resti con la sua etichetta anche per il terzo album, sebbene niente sia stato ancora concordato. Siamo raramente sui palchi, di solito una o due volte l'anno. L'ultimo concerto è stato a Berlino lo scorso gennaio, e sul palco eravamo in quattro: Anna Aliena (voce), Lionel Verney (voce e percussioni), Lars (basso e percussioni) ed Ivana (violino e violoncello). Proveremo ad essere di nuovo on stage alla fine di quest'anno..."
http://www.myspace.com/verney1826
http://www.sin-tech.org/