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19-04-2007
H.E.R.R.
Da Costantinopoli al Paradiso
di Roberto Alessandro Filippozzi
L'ensemble dei Paesi Bassi capeggiato da Michiel Spapé è tornato qualche mese fa sul mercato con "Vondel's Lucifer - First Movement", ambizioso concept che si rifà al "Lucifer" del celebre (almeno in patria) autore olandese Vondel. Gli H.E.R.R. si erano già segnalati all'incirca un paio d'anni fa con l'eccellente secondo album "The Winter Of Constantinople" (edito anch'esso dall'inglese Cold Spring), ed in concomitanza con la realizzazione del terzo full-lenght evidenziano una crescita d'insieme assolutamente degna di nota, che li ha portati a spostare il tiro verso un suono più neoclassico e meno legato ai canoni della scena marzial/industriale. Ma le distanze prese dalla cosiddetta 'brown/grey area' non si limitano alla sola esposizione musicale, tant'è che lo stesso Michiel ha inteso lasciare senza risposta quesiti più 'sociopolitici' inerenti al suo Paese, come ad esempio quelli riguardanti la nefasta creazione di un partito politico a tutela dei pedofili, l'immigrazione incontrollata (si prevede che nel 2014 l'Olanda rischierà di avere più del 50% della popolazione composta da cittadini extracomunitari prevalentemente musulmani, tant'è che persino l'estrema sinistra locale sta predicando la chiusura delle frontiere...), il potere delle lobby massoniche etc... Michiel ha chiarito inoltre di essere già entrato nel merito del problema islamico, ribadendo come il fenomeno immigrazione dovrebbe essere tenuto più sotto controllo, ma ha anche specificato di non avere alcun problema né con i musulmani né con i soggetti proposti negli altri quesiti 'scomodi', sottolineando come il progetto H.E.R.R. non abbia alcuna affinità con la politica in generale (sebbene, ovviamente, ognuno dei componenti del gruppo abbia le proprie idee al riguardo) ed evidenziando come egli tenga al fatto che il suo progetto artistico non venga accostato ad alcuna tematica sociopolitica. Noi, seppur a malincuore (perché non c'è nulla di sbagliato nel parlare dei mali del proprio Paese, qualunque esso sia), accettiamo la volontà del mastermind olandese e ci limitiamo a dibattere della musica di H.E.R.R. tanto con lui quanto col fidato compagno d'avventure Troy Southgate: ecco cosa ci hanno raccontato i due artisti nel corso di questa lunga chiacchierata...
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Come da tempo annunciato, avete realizzato la vostra versione musicata del "Lucifer" di Vondel: perché avete optato per questa coraggiosa sfida? E, dal momento che solitamente il terzo album è quello della maturità per la maggior parte delle band, il creare musica per un'opera letteraria è stato effettivamente vissuto da voi come una sfida?
Michiel Spapé: "Abbiamo iniziato a lavorare a 'Vondel's Lucifer - First Movement' subito dopo il nostro primo album, in parallelo col secondo disco 'The Winter Of Constantinople', ma ci è servito un anno in più per realizzare la nostra terza opera, quindi, in termini di maturità, penso che uno possa solamente riferirsi a metà dei suoi brani. 'Den Standert Lucifers', ad esempio, venne composta nel dicembre 2003 subito dopo aver spedito il master del nostro primo disco al distributore dell'epoca, ed è stato anche uno dei primi brani che ho mandato a Troy dopo il nostro primo incontro, ma le parti vocali vi sono state aggiunte più di due anni dopo. Quindi, come vedi, si è trattato di un 'mix di maturazione'! E comunque sì, era ed è ancora una sfida per noi. Direi che ci sono due forze che si contendono il controllo del lavoro in questo caso: in primis c'è Joost Van Den Vondel (1587-1679), il quale, con questa tragedia che si conforma relativamente bene agli standard impostati dai Greci, ha una storia da raccontare. Un'autentica tragedia, ovviamente, di solito ha un buon inizio, un momento di lotta e, solitamente, una brutta fine. Sebbene possa suonare ovvio, ciò non si traduce troppo bene nella nostra idea attuale di musica, la quale prevede che ogni canzone abbia un diverso - seppure piuttosto similare - tema di iper-individualismo ('voglio essere me stesso') o di romanzo ('ragazzo che ama ragazza'). Noi, più di altri progetti che creano concept-album, avevamo bisogno di costruire ogni canzone su di un fondamento di una singola parte nella storia, ambientato in un momento particolare. Ciò che rende difficile la cosa è l'altra forza in gioco: in qualche modo le canzoni avevano bisogno di adattarsi fra loro per formare un singolo disco, a dispetto dell'abitudine di comporre tracce senza tenere conto della cronologia, dell'avere svariati vocalist etc... Ogni album decente, nella mia modesta visione di produttore musicale, dovrebbe avere un suo sound, e spero che il nostro lavoro si sia in qualche modo dimostrato un successo in tal senso, pur mantenendo lo spirito originario della tragedia narrata."
Troy Southgate: "Non credo che abbiamo bisogno di mettere un limite temporale ad ogni nostra mossa. Molti gruppi che conosco, come ad esempio i The Specials, i The Selecter o i Killing Joke, hanno prodotto dei secondi album così radicalmente diversi dai precedenti da generare molte perplessità nelle rispettive fanbase originarie. Tuttavia non credo che noi siamo necessariamente sotto pressione nell'adattare o nello sviluppare il nostro stile, o almeno non particolarmente, sebbene sia esattamente ciò che abbiamo fatto a certi livelli. Penso che i primi due album abbiano avuto uno sviluppo interconnettivo e che mostrino una forma organica di sviluppo, ma col terzo disco è stato fatto più che un semplice balzo in avanti secondo me, anche per via delle considerazioni fatte poc'anzi da Mich. Il nostro prossimo disco, 'Fire And Glass: A Norwood Tragedy', è un altro grande passo in avanti dalle radici degli H.E.R.R., ma con un po' di fortuna le persone che hanno apprezzato la nostra musica dagli inizi continueranno questo piccolo viaggio assieme a noi."
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Per tutti coloro che non hanno letto il "Lucifer" di Vondel, cosa potete dirci riguardo a quest'opera e cosa rappresenta essa per voi?
Michiel Spapé: "Per me rappresenta principalmente una grande mole di lavoro. Per chi non avesse letto il libro (e non fosse un grande conoscitore della Bibbia) posso dire che esso può rappresentare la tragedia delle basi del peccato originale, che nacque quando Eva convinse Adamo ad assaggiare la mela: il peccato dal quale Gesù ci salvò tutti, almeno stando a quanto ci dicono i cristiani. Eva, poi, fu ingannata da Belial, mandato da Lucifero: la storia d'invidia che si collega a questo fatto, cioè a come gli angeli caddero dalla grazia, è quella con cui ci confrontiamo qui."
Troy Southgate: "Si tratta di andare al nocciolo della questione. Questa vicenda è stata narrata attraverso la storia in svariati modi differenti, ma penso che l'interpretazione di Vondel sia davvero unica rispetto alle altre e che il suo metodo narrativo sia molto bello ed evocativo. Ho scritto il testo della prima canzone, 'Innocent Hearts, Untouched By Angels', per dare all'album un tocco più esoterico, e forse proprio per questo l'opera è meno ortodossa (nel senso cristiano del termine). Le parole si riferiscono ad un po' del materiale prodotto sugli Elohim (plurale ebraico per 'divinità', nda) da autori come Andrew Collins ('From The Ashes Of Angels', 1996), ad esempio, ma anche al lavoro di Miguel Serrano ('Nos: Book Of The Resurrection', 1980)."
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Vondel era olandese, come la maggior parte di voi: quale importanza riveste la vostra eventuale volontà di rendere più conosciuto e rispettato il suo nome? Si tratta anche, in parte, di un tentativo per diffondere la cultura olandese attraverso la musica?
Michiel Spapé: "Diffondere la cultura olandese? Magari per vedere il mondo camminare con gli zoccoli attraverso infiniti campi di tulipani? Ah, vedreste che Don Chisciotte non era poi così demente quando vedeva il terrore nei mulini a vento (lo dice ridendo, nda)! No, non sono un imperialista culturale e non ho pianificato un grande disegno nel quale collocare 'Vondel's Lucifer - First Movement' o alcuno degli altri dischi, sebbene io ritenga che il nome di Vondel non sia così conosciuto fuori dai nostri confini come invece meriterebbe. Avendolo già detto prima in altre interviste, vorrei chiarire definitivamente che per me non si tratta dell'idea di travolgere arrogantemente il mondo con la cultura olandese, bensì del fare la musica che mi piace, ed a me piace la musica (ed i film, e l'arte in generale) che tratta di qualcosa di concreto, in particolare di qualcosa di grandioso. Il 'Lucifer' di Vondel lo è, quindi si adatta bene alla mia idea. Se poi in qualche modo, durante il processo di ascolto, l'ascoltatore si sente intrigato dalla figura di Vondel al punto da volerne sapere di più su di lui e su ciò che ha scritto, allora ciò rappresenta un meraviglioso risultato aggiunto. Dunque, penso che ci sia una sottile ma importante differenza fra il bombardare gli altri con la propria idea di cultura ed il provare a mettere in luce una gemma che altri potrebbero ignorare o affrontare con titubanza."
Troy Southgate: "Beh, essendo io inglese, penso di poter attestare che gli H.E.R.R. non sono parte di una cospirazione globale olandese (ride, nda). Pensaci, ci sono certi momenti nei quali credo che forse il famoso avvertimento di Orwell dovrebbe essere corretto in qualcosa tipo: se vuoi una visione del futuro, immagina uno zoccolo che si stampa su di volto umano... per sempre!"
"Per me non si tratta dell'idea di travolgere arrogantemente il mondo con la cultura olandese, bensì del fare la musica che mi piace, ed a me piace la musica (ed i film, e l'arte in generale) che tratta di qualcosa di concreto, in particolare di qualcosa di grandioso."
(Michiel Spapé)
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Il nuovo album rappresenta il 'primo movimento' della vostra versione del "Lucifer" di Vondel: ciò significa che ce ne sarà un secondo? Ed in tal caso, cosa dobbiamo aspettarci da esso?
Michiel Spapé: "Sì, abbiamo già completato la metà del terzo atto, e poi ci saranno da raccontare anche il quarto ed il quinto. Nel fare ciò narreremo di come gli eserciti di Lucifero e di Michele si scontreranno, il che presuppone più di un semplice tocco marziale, poi passeremo alla celebrazione della vittoria (con innocenti suoni gioiosi) per giungere, infine, alla caduta degli angeli (quelli luciferiani) ed, in egual misura, dell'uomo. Quindi ciò dovrebbe suonare inizialmente un po' più militaristico, poi gioioso, poi tragico ed, infine, ancora più tragico."
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Col nuovo album sembrate aver preso le distanze dalla cosiddetta 'brown area' e dalle tematiche legate alla Roma Imperiale, muovendovi verso sonorità neoclassiche lontane dalla scena neofolk/industrial: si tratta di una scelta intenzionale da svilupparsi in futuro, oppure il suono del nuovo lavoro è semplicemente il risultato dell'adattamento dei contenuti dell'opera di Vondel?
Michiel Spapé: "È intenzionale, nel senso che ne ho avuto già abbastanza della spazzatura che circonda gli artisti neofolk: simboli in cui non credo, simboli in cui persino molti fra quelli che li utilizzano non credono, il circo mediatico, le aggressioni etc... Non ho alcun desiderio di realizzare musica che possa piacere o meno a seconda di quanto si adatta allo schema politico di chi la ascolta, ed anzi, voglio fare musica che stia in piedi da sola. Secondariamente, si tratta di un cambiamento non intenzionale che riflette i miei ascolti, principalmente indirizzati verso la musica classica, senza contare che non trovo di grande ispirazione, in termini di composizione, i generi musicali che hai menzionato. Quest'ultima ragione è più importante della prima, che invece potrebbe solo riflettere una razionalizzazione a posteriori del voler intraprendere una direzione musicale più neoclassica."
Troy Southgate: "Non credo affatto che gli H.E.R.R. siano mai stati parte della scena neofolk, sebbene canzoni come 'The Baron Of Urga' e 'Stalingrad' possano rientrare nei confini più ampi del folk e siano state scritte in un periodo in cui, personalmente, suonavo molta roba folk e bluegrass con la mia chitarra. Penso che, ad ogni modo, ci si possa descrivere come 'militaristici', ma ciò è ovviamente dovuto al fatto che molti dei temi che trattiamo riguardano la guerra ed i conflitti."
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Le influenza neoclassiche sono sempre state presenti nei vostri lavori, ma ora avete definito il vostro sound come 'neo-barocco': quali elementi vi hanno spinto verso questa direzione musicale, e perché la musica classica è importante per voi?
Michiel Spapé: "Il termine 'neoclassico' è stato confuso con la musica industrial, ed i seguaci della corrente industriale definita 'neoclassica' sembrano fermarsi ad un piuttosto ristretto insieme di regole su come la musica debba suonare. Credo che ciò sia in sé piuttosto strano, visto che la musica industriale è sempre stata molto sperimentale. Da questo momento ho iniziato a definirci 'neo-barocchi', il che riflette l'armonia di parecchie della canzoni del nuovo album. Allo stesso modo ho approssimativamente definito il nostro prossimo EP 'Fire And Glass: A Norwood Tragedy' come 'minimalista classicista', poiché include molto di entrambe le definizioni di musica classica: ci troverai sia richiami a Philip Glass che a Mozart. La musica classica è importante per me perché penso che, mentre la musica moderna non riesce ad andare oltre l'essere carina e divertente, essa possa invece essere bella, brillante e d'ispirazione. Mi è sempre piaciuta la musica classica, quindi per me la domanda suona un po' come 'perché le lasagne sono importanti per te?'... Beh, sia le lasagne che i cavoli possono toglierti la fame, ma io preferisco sicuramente il piatto più prelibato!"
Troy Southgate: "Quando si parla di referenze culinarie, chiunque osi mettere lasagne e cavoli sullo stesso piano è probabilmente più adatto a creare musica... Ma ti sorprenderebbe scoprire alcune delle cose che gli olandesi amano mangiare (ride, nda). Ad ogni modo, per rispondere alla tua domanda, ho cominciato tardissimo ad ascoltare musica classica, ed ho iniziato a farlo come si deve solo all'inizio degli anni '90. In questo periodo, comunque, ascolto almeno due dischi di Philip Glass al giorno, specialmente il brillante album dell'89 'Solo Piano'."
"Non ho alcun desiderio di realizzare musica che possa piacere o meno a seconda di quanto si adatta allo schema politico di chi la ascolta, ed anzi, voglio fare musica che stia in piedi da sola."
(Michiel Spapé)
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La sola cosa che vi lega ancora alla scena neofolk/industrial è l'atmosfera marziale che molti vostri brani possiedono, capace di rendere il tutto molto più solenne e trionfale: che tipo di importanza date all'aspetto prettamente marziale nella vostra musica?
Michiel Spapé: "Nessuna. Oppure, come farei meglio a dire, non più di quella che si adatta al tema. Il nostro prossimo EP, che ho appena menzionato, non ha alcun tipo di percussioni e non suona assolutamente marziale. I palazzi (il disco si baserà sul Palazzo di Cristallo) raramente si danno battaglia, sebbene ci sia della violenza durante la conquista di ognuno di essi, ma in questo caso non è andata così, quindi non ci sarà nessun tipo di materiale militaristico su questo lavoro. Ciononostante, mi piace sentire un buon rullante e lo trovo un ottimo strumento per dare forma ai contorni emozionali del brano."
Troy Southgate: "Conosco qualcuno che si meriterebbe un buon rullante! Ci sarà un'atmosfera più militaristica col prossimo album, 'The Twelve Caesars', visto che Mich è molto bravo nel riprendere le percussioni di quando in quando, per poi riportare dentro il rullante in certi altri momenti, durante lo strutturarsi di una particolare canzone. Un modo molto sottile, in altre parole, e certamente non nello stile più licenzioso di gruppi come SPK o Einstürzende Neubauten!"
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Le influenze industrial e dark ambient sentite su "The Winter Of Constantinople" sono state praticamente rimosse: ciò è accaduto per via dei contenuti dei testi, oppure semplicemente non eravate più interessati a lavorare con questo tipo di sonorità?
Michiel Spapé: "Entrambe le cose."
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Sintetico e conciso, almeno in questo caso... Il precedente album suonava anche più austero rispetto a "Vondel's Lucifer - First Movement", sebbene quest'ultimo si basi sulla ribellione degli angeli in Paradiso (il che è sicuramente un tema apocalittico ed oscuro), suonando tuttavia più pomposo e meno oscuro...
Michiel Spapé: "No, vedi, il 'Lucifer' può anche dirsi basato sulla ribellione degli angeli in Paradiso, ma il primo movimento dipingeva un quadro del Paradiso stesso: così brillante, puro e bello come Vondel lo aveva descritto, ed invidioso nei confronti di qualcosa di ancor più lucente. Quindi Lucifero, luogotenente degli angeli, è spinto sino ad essere l'angelo che deve guidare tutti gli altri verso la gloria: questo è il momento in cui la parte narrata nell'album finisce. Dal momento che sin qui non ci sono ancora angeli caduti, e visto che essi possono ancora sperare in un esito che ritengono giusto e dovuto, non definirei la cosa come un tema oscuro ed apocalittico: è un tema chiaro, e l'apocalisse ancora non si intravede all'orizzonte. Ad ogni modo, è anche una cosa piuttosto ingenua: ascolta 'To Calm This Restless Discontent' e concentrati sul coro (o su Maria Southgate, riguardo a quella parte), un antico espediente che descrive ciò che sta 'realmente accadendo' e mette in guardia circa l'attuale situazione di inquietudine. In 'Vondel's Lucifer - First Movement' il coro sapeva ciò che gli altri non sapevano, e cioè 'che sarebbero caduti'. Confronta questo con la caduta di Costantinopoli, dove per duecento anni gli abitanti hanno saputo che un'intera cultura sarebbe stata cancellata dalla faccia della Terra: loro hanno aspettato la propria fine solennemente, visto che stavano nella città di Dio e soltanto il Paradiso li avrebbe attesi dietro le mura che si sgretolavano, ed hanno combattuto disperatamente e senza riserve... si dice che persino l'Imperatore in persona abbia capeggiato alcune orde. Personalmente ritengo quest'ultimo un quadro molto più oscuro e disperato."
Troy Southgate: "Non credo affatto che il nuovo album sia 'pomposo', sebbene forse per alcuni il progetto stesso può sembrare molto ambizioso. Alcune persone hanno paragonato le mie vocals a quelle di David Tibet, ma sebbene il lavoro dei Current 93 piaccia immensamente sia a me che a Mich da parecchi anni, non ritengo affatto che si tratti di un paragone accurato. Ok, sono inglese ed a volte mi capita di dover usare lo spoken-word, ma si tratta di vedere fino a dove riesci a spingerti: Tibet tende a sperimentare molto di più con la sua voce, ma io dovevo interpretare uno specifico ruolo su quest'album, quindi si è trattato di recitare una parte."
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Rispetto al precedente lavoro, "Vondel's Lucifer - First Movement" è senza dubbio più drammatico e teatrale: avete realmente lavorato in questa direzione, magari per dotare l'album della medesima atmosfera dell'opera di Vondel?
Michiel Spapé: "Sì. Naturalmente avevamo i dialoghi da contenderci, così come l'idea di canzoni che si riferissero a specifiche parti dell'opera, come ho già detto."
Troy Southgate: "Ho provato a proiettare un senso di ingenuità nella voce di Apollion, perché ad un certo punto lui si dilunga sulle cose meravigliose di cui è stato testimone sulla Terra. C'è anche una dimensione fanciullesca in questo ruolo, quindi era essenziale raggruppare in esso un senso di innocenza, meraviglia e soggezione."
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Lo stile vocale adottato è cambiato parecchio rispetto a quanto ascoltato su "The Winter Of Constantinople": su quel disco era più austero, mentre ora sembra più legato alla corretta interpretazione dei testi...
Michiel Spapé: "Per poterlo intitolare 'Vondel's Lucifer' non potevamo cambiare troppo né i testi, né il suo spirito."
Troy Southgate: "Mi sono concesso un certo grado di espressione lirica nel brano iniziale, ma dalla seconda canzone in poi siamo stati ovviamente forzati a lavorare entro i parametri dei versi stessi. D'altro canto Mich si è dimostrato quello meno costretto in certi limiti fra tutti noi, e quando si parla di licenze artistiche, c'è da dire che nel caso specifico non c'erano ovviamente strutture musicali alle quali aderire, quindi il personaggio e l'originalità hanno dovuto risplendere di luce propria."
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Per creare le voci dei vari personaggi dell'opera di Vondel avete invitato ospiti d'eccezione provenienti da gruppi come Ostara, Belborn e While Angels Watch: come li avete selezionati, e come è stato lavorare con loro?
Michiel Spapé: "Perché proprio loro? Sono persone che ammiriamo come vocalist. Per dire qualcosa di più interessante, credo che questo sia in effetti il motivo per cui recitano proprio quegli specifici ruoli. Holger F. (degli ormai disciolti Belborn, nda) ha una particolare qualità innocente nella sua voce, il che lo rende perfetto come Gabriel: ascolta la sua cover dei Grauzone 'Ich Liebe Sie' e capirai perché la penso così! Sia Richard Leviathan (Ostara) che Dev (While Angels Watch) volevano fare Uriel, quindi per qualche strana ragione si sono trovati a litigarselo (beh, senza esagerare, ovviamente...), ma alla fine abbiamo deciso che Richard avrebbe fatto Michele - che guida le orde angeliche contro Lucifero - e Dev invece Uriel (ovvero il suo fidato braccio destro). Ciò, ad ogni modo, è stato ora capovolto, visto che in questo primo movimento entrambi sono stati indicati come 'la legione degli angeli'... L'impaginatore della grafica ha fatto un po' di confusione, ma a dire il vero è stato piuttosto divertente (ridendo, nda)."
Troy Southgate: "Sono stato in contatto con Richard e Dev per molto tempo e mi piace la loro musica, quindi mi sono sembrati entrambi una scelta naturale per una versione in inglese dell'opera di Vondel."
"Il termine 'neoclassico' è stato confuso con la musica industrial, ed i seguaci della corrente industriale definita 'neoclassica' sembrano fermarsi ad un piuttosto ristretto insieme di regole su come la musica debba suonare. Credo che ciò sia in sé piuttosto strano, visto che la musica industriale è sempre stata molto sperimentale."
(Michiel Spapé)
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Il nuovo album è piuttosto lungo e complesso, sebbene scorra molto bene: qual è il modo migliore per avvicinarvisi ed apprezzarlo, secondo voi?
Michiel Spapé: "Con le cuffie! Penso di aver risposto alla domanda più che altro dal punto di vista compositivo, ma quando si arriva al come apprezzarlo, direi tutto d'un fiato, senza grosse distrazioni. Non ha delle vere e proprie 'hit', sebbene io selezioni sempre 'The Meek Shall Inherit The Earth' come l'estratto migliore da esso, e per questo, oltre che per il fatto di raccontare una storia, sarei incline ad avvicinarmi al disco come ad un'opera. Alcuni preferiscono saltare i titoli di testa quando guardano un film, quindi nel nostro caso potrebbero scegliere di saltare il prologo..."
Troy Southgate: "È molto importante ricordare che quest'album non è musica di sottofondo e richiede la piena attenzione. Devi realmente sederti e leggere i testi riportati nel booklet per apprezzarlo nella maniera giusta."
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Michiel, sei l'unico compositore negli H.E.R.R., quindi vorrei chiederti se dobbiamo considerarlo come un tuo progetto personale oppure come una vera band... Inoltre, mi chiedevo se hai mai considerato di aprire completamente il processo compositivo ad altri musicisti...
Michiel Spapé: "Vera band oppure no: è una domanda con la quale ho combattuto per un po' di tempo... Come saprai, Troy ha scritto circa tre canzoni per H.E.R.R. nel corso degli anni, quindi ho aperto il processo compositivo ad altri musicisti, come dici tu. Eppure, come dici sempre tu, non l'ho ancora fatto completamente perché sono il fondatore degli H.E.R.R., e sono certo che gli altri riconosceranno il fatto che sono io ad occuparmi della maggior parte del lavoro legato alla band, ma d'altronde è ciò che mi piace di più fare. Quindi credo che il sound di H.E.R.R., musicalmente, dipenda da me. D'altro canto ci sono molti gruppi che si fidano del lavoro compositivo di una sola persona, anche nel rock'n'roll, quindi non si tratta necessariamente di un criterio. Quindi, di volta in volta definiamo un progetto come 'band' perché, principalmente, suona più carino per gli altri che vi prendono parte, senza contare che a me non piacerebbe se qualcuno usasse per me una definizione come 'dittatore del gruppo' (ride, nda)! E poi, inoltre, teniamo i nostri concerti come una vera e propria band. L'unico inconveniente, per me, sta nell'essere visto come 'il tastierista' o qualcosa del genere, oppure sentir definire Troy 'il cantante', ergo: gli H.E.R.R. sono anche la band di Troy, il che mi sembra il minimo che gli si possa riconoscere."
Troy Southgate: "Ho scritto la musica per circa tre pezzi, è vero, ed ho anche vergato i testi di molte altre canzoni! Penso che questa confusione fosse in molti modi inevitabile perché sono più conosciuto in altri settori, ma con questo disco la gente recepirà finalmente il messaggio che è Mich ad occuparsi della maggior parte della composizione della musica. Molte delle idee sono un lavoro di gruppo, ovviamente, e la base creativa della band è realmente composta da Mich, Miklós (Hoffer, nda) e da me. Non ritengo che Mich sia il 'dittatore' che lo si ritiene essere, infatti, essendo io un 'anarchico', le cose non funzionerebbero se lui lo fosse davvero, ed invece ci sono molti input da ognuno di noi tre. Mich e Miklós sono stati le personalità principali dietro al primo album, ovviamente, ma poi tutti e tre abbiamo unito le nostre risorse per il secondo disco. Questo terzo lavoro è principalmente qualcosa che è stato sognato da Mich, ma il prossimo EP nasce da una mia idea, mentre 'The Twelve Caesars' sarà di nuovo una creazione di gruppo; poi, con un po' di fortuna, dopo il 'secondo movimento' Miklós realizzerà il suo sogno di produrre un concept-album sulla diga Zuiderzeewerken (quella che permette all'Olanda di non finire sott'acqua, per intenderci... nda). Un'idea che potrebbe riservare delle buone opportunità a livello fotografico!"
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Tornando a voi, cosa c'è nei vostri progetti futuri?
Michiel Spapé: "Siamo già nel processo di realizzazione del nostro primo EP, 'Fire And Glass: A Norwood Tragedy', che narra del Palazzo di Cristallo, il quale un tempo ospitò grandi esibizioni, ma che bruciò 71 anni fa. Come ho detto, musicalmente è meno militaristico anche di 'Vondel's Lucifer - First Movement'; di contro, è costruito su fondamenta di corde pizzicate che sembrano essere presenti in molte delle mie nuove composizioni, incluso il nostro quarto album, ossia 'The Twelve Caesars'. Quest'ultimo disco, che sarà realizzato appena prima di 'Vondel's Lucifer - Second Movement', narra de 'Le Vite Dei Dodici Cesari' di Suetonio (prominente storico e biografo dell'antica Roma, nda) e parla degli imperatori romani, da Giulio Cesare fino a Domiziano. In contrasto con quella che potrebbe essere la prima impressione, con esso non torniamo indietro alla gloria dell'Impero Romano, né stiamo inscenando un prequel di 'The Winter Of Constantinople', ma puntiamo invece ad includere interamente la pettegola, chiara e decadente atmosfera del lavoro di Suetonio. Di conseguenza non abbiamo l'orgoglioso ed onorabile Giulio Cesare ma la regina di Bitinia, legata ad un pettegolezzo riguardo ad una sua relazione con Re Nicomede... Ovviamente ci saranno un po' più di pezzi militareggianti, un paio di brani tragici etc., quindi un po' di tutto, a dire il vero!"
Troy Southgate: "Abbiamo già eseguito dal vivo parecchi dei pezzi del disco attualmente sul mercato, così come un brano che sarà incluso nel 'secondo movimento', al momento intitolato 'Magnificat'. Siamo quindi molto più avanti di quanto avevamo pianificato e Mich ha già composto molta musica per questi dischi, sebbene ci siano ancora molti testi da scrivere e molte parti vocali da registrare."
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Bene, siamo in chiusura: a voi lo spazio per porvi una domanda e darvi la relativa risposta, se ne avete piacere...
Michiel Spapé: "Tutto questo è davvero necessario? No, non lo è (ride, nda)!"
Troy Southgate: "Ti piacerebbe suonare a Costantinopoli? Oh sì, ve ne prego (ridendo anche lui, nda)!"
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