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22-09-2010
RAJNA
La luna guarda il mare e suona il tamburo
di Nicola Tenani (traduzione: Valentina Bonisoli)
I Rajna hanno intitolato il loro nuovo lavoro "Offering" e lo porgono, anzi, ancora meglio lo offrono, con la generosità che da sempre li contraddistingue. Fabrice e Jeanne Lefebvre respirano salsedine marina e porgono l'orecchio a quei suoni che tra risacca e gabbiani il Mediterraneo porge, offre, come fanno loro. Urla anche, di marinai e racconti di antiche guerre, miti arcaici, amori impossibili con dee o semidee o mortali fanciulle dalla bellezza divina, ed i suoni, le voci, i sussurri, se ascoltati, insieme agli strumenti possono essere il punto di approdo o di partenza per un viaggio. Turchia, Grecia, Tunisia, Algeria, insieme a tutto ciò che appartiene alle aree dello Ionio, dell'Egeo, del Tirreno (sussurrate tra le labbra i nomi dei mari che compongono il Mare Nostrum ed iniziate quella che può divenire una nenia), luoghi dove si pizzicano corde di liuti o di lire, si percuotono membrane di tamburi dai diametri e dalle pelli più diverse, si soffia dentro legni di ogni essenza arborea, ma soprattutto si canta, e Jeanne in "Offering" canta come non ha mai fatto così intensamente. Domande per approfondire temi sul ritorno dei Rajna e su ciò che "Offering", implicitamente e no, rappresenta. Immaginate gli strumenti di Fabrice come spezie che possono arricchire in singoli suoni (sapori...) l'intero piatto; chiudete gli occhi e fate che "Offering" vi entri nelle orecchie e nel naso, ora piccante, ora delicato nei suoni, fino a salati o dolciastri timbri e canti. Nel nostro immaginario questi sono i Rajna di oggi, ed insieme a Jeanne vogliamo entrare ancora di più nello spirito dell'album, un altro tassello che compone quel bellissimo mosaico, bizantino o europeo, che è il goth nato e cresciuto tra le risacche mediterranee.
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Due sculture neoclassiche in copertina: questo è l'ambiente che troverà chi ascolta "Offering", eppure non solo suoni d'area ellenica. Presentate voi il vostro nono album...
"Il nuovo "Offering" ci è stato ispirato da Istanbul durante un nostro viaggio, una città magica come la sua gente, la sua cultura... il primo brano scritto fu "Epheusis", ed in esso abbiamo usato il flauto tradizionale turco, il ney. Con "Offering" abbiamo cercato quei suoni impiegati all'inizio, utilizzando molti strumenti tradizionali acustici piuttosto che i suoni moderni scelti per "Otherwise", giusto per fare un esempio. Volevamo fortemente qualcosa di più puro con minor impiego di elettronica rispetto ai precedenti due album, ed "Offering" ha un approccio anche più mistico rispetti a quei lavori, diversi in quanto ricchi di un suono più moderno e maggiori 'textures'. Fabrice per "Offering" ha utilizzato strumenti più acustici ed essenzialmente rilevante è stato il T'chin Yang, uno strumento fantastico: Lisa Gerrard lo sa bene, in quanto lo usa da molto tempo..."
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L'album era già pronto nel momento in cui firmavate il contratto con la Equilibrium?
"No, non era ancora completo, ma già avevamo steso alcuni brani che inviammo alla label."
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Sarò brutale: perché non la Prikosnovènie, ad esempio?
"Perchè l'opera d'arte che volevano scegliere per noi (sicuramente s'intende la copertina, nda) non corrispondeva al nostro lavoro e alla nostra musica, e per noi è fondamentale l'osmosi che si crea tra musica ed opera d'arte, un aspetto a cui diamo grande rilevanza."
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"Offering" è totalmente mediterraneo, una strada principalmente percorsa da band come Ataraxia, Daemonia Nymphe ed altri. Avere collaborato con Francesco Banchini nel recente passato: ciò ha accresciuto l'amore per i suoni espressi?
"Francesco non è l'unica ragione. L'altra ragione è che, per chi si accosta a suoni di regioni come Grecia o Turchia, sono importanti musicisti come Rose Daily, Omar Faruk Tekbilek od altri; insomma, siamo influenzati da usi e suoni provenienti da queste zone ed amiamo molto i tipici strumenti musicali impiegati."
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Suoni qui espansi fino al Maghreb... in "Ephesus" ed in "Epidauros" il bandir (tamburo di area tunisina) diventa ipnosi. Essere francesi vi apre verso un mondo a voi vicino anche per l'immigrazione da quell'area?
"Certo, non è un problema per noi!"
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Avete prodotto l'album che tra tutti nella vostra carriera è il più lontano dai suoni dei Dead Can Dance, eppure ancora vi paragonano a loro nel definire la vostra musica. Vi infastidisce la cosa?
"Io penso che la gente abbia la necessità di catalogare o di comparare ciò che ascolta con altre band. Essere paragonati ai Dead Can Dance, oh... è piuttosto lusinghiero! Non trovi?"
"Con "Offering" abbiamo cercato quei suoni impiegati all'inizio, utilizzando molti strumenti tradizionali acustici piuttosto che i suoni moderni scelti per "Otherwise". Volevamo fortemente qualcosa di più puro con minor impiego di elettronica rispetto ai precedenti due album, ed "Offering" ha un approccio anche più mistico rispetti a quei lavori, diversi in quanto ricchi di un suono più moderno e maggiori 'textures'..."
(Rajna)
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Tra l'altro "Neverland" semmai ha affinità con i Cocteau Twins, giusto?
"Sì, in effetti è così, noi siamo grandi fans dei Cocteau Twins e questa song è una sorta di omaggio a loro."
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Le tastiere in "Offering" hanno spazi maggiori: la title-track si propone con un mood fiabesco su cui Jeanne canta con voce vellutata. Un episodio che piacerebbe tanto ad Olaf Parusel (Stoa): una possibile concreta evoluzione?
"Questo è certo! Per ora però nessun progetto con Olaf è all'orizzonte per i molti suoi impegni, ma nel futuro l'avventura tra Stoa e Rajna avrà un seguito..."
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La tua voce, tra l'altro, è sempre più eterea: stai studiando per aumentare i toni verso l'alto?
"No, studio no, ma faccio molta, molta pratica."
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"The Dance Of Cléomene" è uno dei momenti più belli di "Offering", l'unione di tanti temi musicali proposti nell'album. Identificate ciò che è il vostro sound di oggi.
"La musica dei Rajna oggi è un insieme di molti strumenti acustici, ma anche di synth, ed anche la voce ha un grande impiego."
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Come nascono le vostre canzoni? Il canto arriva dopo la creazione della musica, decidete insieme quali strumenti inserire? Raccontateci qualche aneddoto in proposito.
"Solitamente Fabrice compone la parte strumentale alla quale io aggiungo il mio cantato, e questo succede nella maggior parte dei casi. A volte invece, al contrario, Fabrice aggiunge e compone le musiche partendo dal mio canto, creando la melodia."
"Essere paragonati ai Dead Can Dance, oh... è piuttosto lusinghiero! Non trovi?"
(Rajna)
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La vostra musica è ispirata da riferimenti letterari, anche religiosi?
"Sì, ma non per questo album."
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Quale direzione prenderà il sound dei Rajna nel futuro? Ora la tua voce potrebbe provare anche territori 'fairy'...
"Per il prossimo album useremo molto il santoor ed il T'chin Yang (entrambi strumenti a corde pizzicate da bacchette, provenienti dalle aree cinesi nel secondo caso o persiane/indiane nel caso del santoor, nda). Abbiamo già composto due brani, entrambi di grande impatto emotivo, perché nella mia voce nasce una eco drammatica, e per rispondere alla tua domanda... no, non credo con la mia voce di cercare in futuro cantati 'fairy'."
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Soprattutto nell'etno-goth ci sono molti fermenti; una ragione è l'apertura francese verso le culture, dovuta al suo importante passato coloniale. Quali culture in particolare vi affascinano?
"Ci affascinano tutte le culture, non una in particolare."
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Una mia personale curiosità: è solo un caso che spesso la Bretagna sia protagonista? Immagino che vivere tra Mont S. Michel, Fougeres, il Finis Terre sia fonte di ispirazione...
"Certo, chi vive in posti 'selvaggi' in prossimità di mare, montagna o campagna ha sempre fonti ispirative. Vi è sempre ispirazione nella Natura, lontano dalle città, dall'inquinamento."
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Com'è la vostra regione? Vicino a voi ci sono città come Lille, Reims, in cui gotico il in architettura ha un grosso significato non solo nelle cattedrali...
"La nostra regione include città molto grandi: Reims, Amiens, Lille e molte cattedrali molto carine in effetti, nonché un'architettura fascinosa. Ci piace molto suonare nelle cattedrali. In maggio suonammo con Omasphere nella cattedrale di Nijmegen, in Olanda: un grande momento!"
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Parliamo ora della parte live: i Rajna on stage, oltre a voi due, vedono guest impegnati stabilmente?
"Nel nostro concerto olandese del primo maggio era con noi Omasphere: un ottimo live, davvero!"
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Avete date programmate, e quali 'piazze' toccherete?
"Ci stiamo organizzando per i live-show, ma ci mancano due musicisti di cui siamo alla ricerca. Trovare musicisti a noi adatti non è facile. Siamo però sulla giusta strada!"
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Deleyaman, Stoa, Omasphere sono solo collaborazioni, oppure anche amicizie? Quali ricordi avete di questi rapporti?
"Sono tutti amici! Abbiamo visto dal vivo il cinque giugno, sempre a Nijmegen, Deleyaman ed Arcana lo stesso giorno... fantastico! Abbiamo collaborato tante volte con Brian Oma di Omasphere e ci incontreremo questa estate. Inoltre abbiamo avuto il piacere di invitare Aret Madilian (leader della band Deleyaman n.d.a.) a cantare nel brano "Quiet Hour", su "Offering", ed è stato un momento di condivisione eccezionale."
"Chi vive in posti 'selvaggi' in prossimità di mare, montagna o campagna ha sempre fonti ispirative. Vi è sempre ispirazione nella Natura, lontano dalle città, dall'inquinamento..."
(Rajna)
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Avete collaborato anche con Francesco Banchini (Gor): è stata un'esperienza isolata quella degli Khvarena, oppure nel futuro ci potrà essere un sequel?
"Ci dovrebbe essere un secondo album targato Khvarena, ma non ora. Francesco è molto impegnato nella sua vita privata, così dobbiamo essere pazienti."
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Siete soddisfati della vostra carriera? Oramai non siete più soltanto un fascinoso progetto: vi sentite affermati, oppure ci sono ancora margini di miglioramento?
"Sì, siamo soddisfatti della nostra carriera, anche se quando ascoltiamo alcuni 'vecchi' album, pensiamo che avremmo potuto fare di meglio per la qualità del suono, il modo in cui avevamo registrato le tracce... ma in quel momento abbiamo usato un registratore Tascam, e non un Mac come oggi... ecco perché è diverso!"
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Nel salutarci vorrei che insieme ribadissimo che i Rajna, ora più che mai, sono sé stessi e la loro musica, che nel tempo è diventata ciò che oggi è "Offering". I nostri lettori lo sanno, ma se per concludere volete 'offrire' di nuovo il vostro album sarà un buon modo di congedarci. Sarà ora ancora più piacevole seguirvi nel futuro, convinti che nuovi suoni saranno per noi fonte di discussione, ma soprattutto emozione.
"Grazie per la vostra intervista e grazie a tutti i nostri fans che ci hanno supportato in tutti questi anni. Vorremmo informarli che abbiamo autoprodotto un'edizione ultra-limitata di "Offering", tra cui una in vinile (a colori e numerato in 150 copie) + CD + cartolina, ma ne restano solo 15 copie! Potete ordinarlo contattandoci direttamente dal nostro sito. Grazie a tutti! Saluti dalla Francia!"
http://www.rajna.net/
http://www.equilibriummusic.com/