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16-04-2007
IN THE NURSERY
25 anni di gloria
di Michele Viali
Un'occasione particolare ci ha spinto ad incontrare i gemelli Humberstone: il compleanno del loro progetto In The Nursery, che spegne 25 candeline proprio in concomitanza con l'uscita del nuovo album "Era". La loro è una continuità produttiva che ha mantenuto inalterati nel tempo i segni distintivi della band stessa: la vena neoclassica, le ritmiche marziali e la forte struttura filmica e cinematografica dei brani, fatto, quest'ultimo, che ha portato inevitabilmente a concepire varie colonne sonore oggi celebri in tutto il mondo. L'intervista al duo di Sheffield ci dà la possibilità di entrare nel loro laboratorio artistico e capire la genesi delle melodie e le modalità compositive che hanno garantito al progetto di passare in brevissimo tempo da un punk-rock (frutto dell'imitazione dei sempre amati e fondamentali Joy Division) alla creazione di un sound personale e innovativo che non ha avuto eguali negli anni '80, e di cui si accorse ben presto lo stesso Douglas Pearce (Death In June). Il ruolo chiave dell'elettronica nei lavori degli Humberstone è rimasto tale anche quando, nel corso degli anni '90, hanno optato per sonorità prettamente neoclassiche e più morbide, sostituendo parte dei samples con strumenti per musica da camera, fatto che ha arricchito il loro sound senza intaccare o modificare il marchio di fabbrica In The Nursery. Ecco cosa ci hanno raccontato i celeberrimi gemelli inglesi...
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Nel vostro ultimo album avete deciso di esplorare il tema dell'architettura e della decadenza urbana. Perché vi siete interessati a questo argomento così particolare?
Nigel: "Personalmente vedo molti aspetti in comune tra l'architettura e la nostra vita di tutti i giorni. Il consumismo moderno è simile al modo in cui noi trascuriamo le costruzioni in rovina e alla nostra miope decisione di abbatterle, piuttosto che ristrutturarle e rinnovarle. Allo stesso modo, l'incapacità di apprezzare la nostra eredità culturale e la nostra storia architettonica è rispecchiata nella gente che ha quelle aspirazioni limitate, dettate dal mondo moderno. Ritengo che noi tutti abbiamo bisogno di essere almeno informati di cosa c'è stato prima di noi, nel nostro passato più recente, e di educare noi stessi riguardo i lavoratori, gli artigiani e tutta quella gente che ha contribuito a creare tali strutture meravigliose. 'Era' vuole in parte celebrare questa gente sconosciuta e il loro lavoro."
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In che modo il titolo "Era" è relazionato all'argomento dell'architettura?
Nigel: "Non c'è una relazione diretta, ma un collegamento più generale. La civilizzazione progredisce nelle ere e nelle epoche, così come l'architettura, e modifica, senza considerarle, le aree di vita di tutti i giorni. Il titolo 'Era' riflette sui diversi aspetti di questo concetto al di là dell'album, ma rappresenta anche il quarto di secolo durante il quale ha vissuto il progetto In The Nursery."
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Perché nel libretto allegato al CD avete usato solo foto che rappresentano ambienti urbani in decadenza?
Klive: "Mi poni una domanda particolare. Abbiamo ritenuto che le immagini si abbinassero bene allo stato d'animo trasmesso dall'album e proprio anche del titolo 'Era'. Anche se le immagini sono di strutture urbane in decadenza, c'è una bellezza inerte, un sentore di vita tranquilla che emana da queste foto e ci riconduce ad un'altra 'era'. Sheffield è fortemente relazionata alle industrie, in particolare al settore dell'acciaio. Quando venni in questa città nel 1979 fui scioccato dai desolati edifici industriali, a maggior ragione perché ero cresciuto in un piccolo villaggio del sud dell'Inghilterra. La struttura architettonica di Sheffield è stata un background costante per l'evoluzione della band. In 25 anni di carriera ci siamo esercitati, abbiamo provato, registrato, scattato fotografie, ci siamo esibiti in una gran varietà di edifici industriali di Sheffield: una parte della nostra ispirazione è dovuta a questa città. Un altro motivo per cui abbiamo utilizzato questo tipo di fotografie è dovuto all'incontro con il fotografo Guy J Brown. Dapprima abbiamo notato il lavoro di Guy in un giornale locale, aveva scattato alcune foto in un vecchio cinema di Sheffield e le immagini erano praticamente sbalorditive. Lo abbiamo contattato chiedendogli se potessimo usare una sola delle foto per la copertina di 'Era': lui ha acconsentito di buon grado ed è andato a fare ulteriori scatti nella vecchia industria di posate contigua al nostro studio. Queste immagini sono andate a caratterizzare l'artwork del nostro album. Le foto sono state scattate usando l'HDRI (High Dynamic Range Imaging), consistente in una serie di tecniche che permettono un range dinamico di esposizioni molto più ampio (ovvero una maggior differenza tra zone oscure e illuminate) rispetto alle normali tecniche digitali di fotografia."
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Per la prima volta nella vostra carriera c'è stata la partecipazione in tre brani della vocalist Sarah J Hawley (già cantante nei Massive Attack). Sembra che i brani realizzati con Sarah siano decisamente più soft rispetto al resto dell'album. La sua voce assume un ruolo basilare e la vostra musica passa ad un piano secondario e, forse, di puro supporto. Com'è nata la vostra collaborazione con Sarah?
Nigel: "Il nome di Sarah era stato fatto parlando fra di noi, quindi la contattai e la incontrai un paio di volte, durante le quali abbiamo discusso riguardo la possibilità di portarla in studio e provare un paio brani con la sua voce. Ho anche ascoltato il suo lavoro con i Massive Attack insieme ad alcune sue nuove interpretazioni, e ne sono rimasto molto impressionato in positivo. È interessante che tu consideri la nostra musica come supporto alla voce di Sarah, perché tutte le tracce sono state completate praticamente prima che Sarah aggiungesse il suo contributo vocale. Lavorare con Sarah è stato un procedimento decisamente semplice e produttivo. Il modo in cui abbiamo lavorato è stato quello di far cantare Sarah senza averle fatto ascoltare le tracce, quindi le abbiamo presentato parole, frasi, parti di liriche e temi mentre lei ascoltava la musica. A questo punto Sarah ha completato e adattato le liriche ed ha lavorato sugli arrangiamenti, e tutto ciò che dovevamo fare era solo registrare i risultati. Il tutto è stato molto veloce ed organico."
"I Joy Division sono stati uno dei primi gruppi che ci hanno ispirato nella produzione musicale intesa come nostro mezzo espressivo."
(Nigel Humberstone)
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Nel vostro ultimo album sono di nuovo presenti ritmiche bandistiche e militari in tracce come "Futurebuild" o "Kryptka". Le ultime occasioni in cui siete ricorsi a questo tipo di percussioni risalgono a brani ormai datati come "Workcorps" o "Blind Me" e in molte altre tracce realizzate nel corso degli anni '80. Come avete deciso di tornare a questo sound aggressivo?
Klive: "L'elemento marziale che menzioni è sempre emerso nelle nostre esibizioni dal vivo, ed anche in questo nuovo album abbiamo voluto combinare i due stili, che sono ormai un marchio di fabbrica degli In The Nursery (l'altro stile è quello neoclassico, nda)."
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A mio dire la musica degli In The Nursery è oggi fonte di ispirazione per molte giovani band e artisti provenienti dalla scena neoclassica, ma anche per autori della scena elettronica e marziale. Vi considerate un gruppo seminale in vari generi e stili?
Klive: "Non sono mai stato troppo perspicace nell'analizzare o riassumere la nostra importanza (o influenza) per altre band. Preferirei lasciare questo argomento ai giornalisti e agli storici della musica."
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Secondo te quali sono state le migliori nuove realtà musicali degli ultimi anni?
Klive: "Ho apprezzato gli Editors, e sono curioso di ascoltare cosa riusciranno a fare nel loro secondo album. Riguardo gli autori provenienti, come noi, da Sheffield, gli Arctic Monkeys sono stati grandiosi, poi mi è piaciuto anche il lavoro di Richard Hawley, ed inoltre penso che l'album solista di Jarvis Cocker (tra i molti progetti anche membro dei Pulp, nda) sia una grandiosa release che riesce dal vivo persino meglio che in studio."
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"Era", come molti vostri album realizzati nell'ultima decade, è un disco che suona molto meno elettronico rispetto alle vostre prime releases. Quanto è ancora importante il lato elettronico nei vostri brani più recenti?
Klive: "La tecnologia e le tecniche di registrazione sono drasticamente cambiate nel corso degli ultimi vent'anni. Abbastanza stranamente le nostre primissime release furono registrate usando soltanto chitarra, basso, batteria e voce, in parte con una piccola tromba e un sassofono. Ciò avveniva non molto tempo prima di quando abbiamo iniziato a sperimentare la tecnologia in studio. L'avvento dei samples (suoni campionati di strumenti, nda) ha significato per noi il controllo totale della nostra orchestrazione, i computer ci hanno permesso ulteriori vie di sperimentazione, evitando il limite del costoso affitto degli studi di registrazione. La scelta della strumentazione poteva così cambiare per ogni nostra release, infatti ci piace accostare l'uso di strumenti e suoni diversi per ogni singolo album. Con 'Era' abbiamo voluto scrivere una serie di tracce contrastanti tra loro: alcune contengono un'orchestrazione ritmica imponente segnata dalle tipiche percussioni marziali degli In The Nursery, le quali dovrebbero essere eseguite in concerto al fianco dei componimenti che hanno un sound più delicato. Penso che la delicatezza sonora di alcune tracce di 'Era' sia stata garantita dall'uso non campionato del violoncello e del flauto, entrambi gli strumenti hanno reso i brani più organici e fluidi. Abbiamo anche voluto che le percussioni uscissero con un'oscurità tuonante e al tempo stesso vitale."
"Penso che la delicatezza sonora di alcune tracce di 'Era' sia stata garantita dall'uso non campionato del violoncello e del flauto, entrambi gli strumenti hanno reso i brani più organici e fluidi."
(Klive Humberstone)
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Per realizzare le tipiche atmosfere neoclassiche degli In The Nursery quanto è importante per voi oggi l'uso di una strumentazione classica?
Klive: "Nella maggior parte delle occasioni componiamo le partiture di strumenti classici attraverso l'uso del computer, usando dei samples digitali. Talvolta abbiamo specifiche melodie che vengono eseguite direttamente da musicisti e registrate, mentre in altri casi diamo la possibilità allo strumentista di improvvisare sul brano e sviluppare particolari temi personali. Secondo noi il suono di alcuni strumenti orchestrali e classici non può essere pienamente ricreato usando campionamenti digitali: l'oboe e il flauto ne sono due chiari esempi. Preferiamo quindi aggiungere l'uso di questi strumenti alle tracce, ciò dà una maggior impressione di naturale organicità rispetto all'uso dei samples."
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Qual è la modalità di composizione e gli strumenti preferiti che adottate oggi rispetto ai vostri capolavori degli anni '80 tipo "Twins" o "Compulsion"?
Klive: "Sia io che Nigel non siamo in grado di leggere la musica, ogni cosa che realizziamo è fatta 'ad orecchio' grazie a tutta l'esperienza che abbiamo accumulato nel corso degli anni. Scrivere musica per film muti o per album da studio necessita la creazione di due discipline piuttosto differenti: componendo per il cinema mettiamo a punto un compito, mentre creando un nuovo album da studio possiamo avere una maggiore libertà espressiva. Di norma tendiamo ad iniziare la composizione di una traccia o da un ritmo percussivo, o da una melodia o successione di accordi realizzati col piano. Ciò viene poi registrato nel sequencer del computer e lavorato a più riprese. A volte mettiamo a punto parti per violoncello o flauto e invitiamo i musicisti a venire a registrare le loro partiture, altre volte ancora preferiamo sperimentare lasciando la struttura del brano piuttosto libera. Voce e testi sono lasciati alla fine del processo creativo."
Nigel: "L'album 'Twins' è stato il nostro primo grande disco dopo la dipartita di Ant Bennett (chitarrista degli In The Nursery, uscito dal gruppo nel 1985, nda), quindi è stato un lavoro molto importante per noi. Abbiamo iniziato a sperimentare attraverso l'uso delle drum-machine e con la tecnologia di registrazione a quattro tracce per cassetta, fattori che ci hanno aiutato a realizzare le basi per 'Twins' che sarebbero poi state sviluppate in studio. Brani come 'Compulsion' hanno visto l'uso della marching snare-drum (batteria da marcia, nda) come base, completata con samples orchestrali costruiti usando una Roland S10 e una Emax."
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La vena neoclassica è sempre stata uno dei marchi di fabbrica degli In The Nursery, dalle release degli anni '80 (penso ad esempio alla meravigliosa "Libertaire" del 1987) fino ai vostri album più recenti. C'è qualche compositore classico che ha ispirato in particolare i vostri componimenti?
Klive: "Durante gli anni ottanta ho assistito a molti concerti di musica classica, passando da un compositore all'altro. I lavori di Bela Bartok, Bruckner e Stravinsky mi hanno fortemente influenzato, ma devo ammettere che oggigiorno non ascolto più tanto i compositori classici. Questo tipo di autori hanno segnato un momento importante della mia educazione musicale, un periodo in cui avevo bisogno di imparare molto riguardo la musica orchestrale, soprattutto volevo imparare l'uso della ritmica militare e dei timpani all'interno dei componimenti. Questi elementi percussivi sono stati poi incorporati nella nostra musica e sviluppati fino a diventare l'elemento preponderante del tradizionale sound degli In The Nursery."
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Tra gli autori neoclassici, c'è qualcuno che è stato per voi fonte di ispirazione o che abbia creato atmosfere simili alle vostre (forse il Michael Nyman delle prime colonne sonore)?
Klive: "Ad essere onesto, ho sempre trovato i lavori di Michael Nyman fortemente generici e privi di vita. Ritengo molto più impegnato e vicino a noi un autore come Philip Glass e la sua colonna sonora per il film 'Mishima' (concordo senz'altro, nda)."
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Avete composto anche molte colonne sonore durante gli anni '90 (tra cui ricordo "Electric Edwardians", "Hindle Wakes", "The Cabinet Of Doctor Caligari", "Man With A Movie Camera" ed altre ancora). Com'è nato l'interesse per la produzione di musica per film e immagini?
Nigel: "Come tu saprai, la nostra musica ha sempre avuto una forte componente filmica. Era l'inizio del 1996 quando abbiamo parlato con un cinema di Derby riguardo la commissione del lavoro per la musica di 'The Cabinet Of Doctor Caligari': la direttiva per noi era di produrre una colonna sonora di accompagnamento per un off-screen del film. Dopo aver speso circa un mese lavorando a questo progetto e giungendo alla fine a realizzarlo, abbiamo deciso di fissare la performance su disco: questo è stato il primo di una serie di lavori di 'musica visiva'. Le altre partiture avrebbero preso vita dal linguaggio figurato e dal simbolismo espressionistico dei film. Il suono va quindi a caratterizzare i livelli ipnotici e subliminali. Le nostre partiture sono state eseguite in un ampio numero di cinema inglesi e del mondo. Memorabile l'evento del 1997, quando fummo invitati a presentare il nostro lavoro allo spettacolare teatro Metropolitan di Città del Messico, davanti a un pubblico di oltre duemila spettatori, e all'Istanbul Film Festival del 2005."
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Per quali film del passato avreste voluto realizzare la musica? Forse per altri film dell'espressionismo tedesco...
Nigel: "I film dell'espressionismo tedesco rappresentano una scelta ovvia per il nostro tipo di approccio musicale, ma siamo prudenti riguardo al fatto di limitarci solo a questo genere di pellicole. La scelta di film come 'A Page Of Madness' o 'Hindle Wakes' ha costituito per noi una sfida, ma anche una soddisfazione sul piano creativo."
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In questo momento state preparando altre partiture per vecchi film?
Klive: "Stiamo proprio lavorando ad una release su commissione che sarà presentata quest'anno al Wave Gotik Treffen di Lipsia. Stiamo anche facendo delle ricerche tra i film muti, per decidere quale potremmo scegliere per il nostro prossimo progetto di 'musica visiva'. In realtà abbiamo già fatto la scelta, ma a questo punto non sarebbe saggio svelare il titolo della pellicola prima di avere la sicurezza riguardo a diritti e permessi. Quindi siamo spiacenti, ma non possiamo darvi ulteriori informazioni."
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Qualche anno fa è stato realizzato "Cause + Effect", un album di remix di vostri brani ad opera di vari celebri musicisti, ed in quel disco avete deciso di inserire anche una vostra cover del classico dei Joy Division "Love Will Tear Us Apart". Come mai avete scelto di reinterpretare questo capolavoro della new wave proprio in un album in cui venivano rivisitati i brani degli In The Nursery?
Nigel: "L'album 'Cause + Effect' intendeva evidenziare l'interazione tra musicisti diversi e l'effetto subconscio della musica nella nostre vite. I Joy Division sono stati uno dei primi gruppi che ci hanno ispirato nella produzione musicale intesa come nostro mezzo espressivo. Ho incontrato di recente Bernard Sumner (componente dei Joy Division, nonché dei Warsaw e dei New Order, nda) e gli ho dato uno dei nostri album, come segno di apprezzamento per la sua 'sconosciuta' influenza nella carriera degli In The Nursery. È quindi per tutti questi motivi ed altri ancora che abbiamo deciso di includere una nostra versione di 'Love Will Tear Us Apart' in 'Cause + Effect'."
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Gli In The Nursery sono nati nel periodo in cui la new wave era all'apice (non a caso il vostro 12 pollici "Sonority" si rifà vivamente a quello stile): pensate che nella vostra produzione attuale ci siano ancora legami con l'era new wave?
Klive: "New wave è un termine molto generico e ampio, e suppongo che tanti gruppi vadano a cadere proprio in quel periodo. Personalmente riconosco come band new wave quelle che provengono dall'iniziale esplosione punk, gruppi come Joy Division, Gang Of Four, Pere Ubu, riconducibili quindi al periodo 1979 - 1984. Dato che noi siamo stati musicalmente ispirati proprio dai Joy Division, suppongo sia meglio dire che rientriamo in un'altra categoria (benché io non sia sicuro di ciò) che qualcuno ha chiamato 'industrial' (per motivi temporali certamente non l'industrial dei Throbbing Gristle o degli SPK, nda)."
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State organizzando una tournée dal vivo per il vostro "Era"? Speriamo sempre di vedervi di nuovo in Italia...
Nigel: "Tre tracce di 'Era' sono già state incorporate nei nostri live-set. Stiamo lavorando per tornare a suonare in Italia al più presto, speriamo ciò possa avvenire quanto prima nel corso del 2007. Abbiamo sempre amato la vitalità del pubblico italiano, le vostre città e soprattutto il vostro cibo!"
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Nella vostra immensa discografia ricordo che avete immortalato su disco un solo concerto: "Praha 1", del 1996. Siete intenzionati a stampare altri concerti su CD? Farebbe sicuramente piacere ascoltare le vostre magnetiche musiche per film eseguite dal vivo...
Nigel: "Sfortunatamente non abbiamo pianificato per l'immediato futuro la pubblicazione di un CD dal vivo come 'Praha 1', ma stiamo lavorando ad un DVD, che costituisce però un progetto a lunga scadenza e sarà caratterizzato da un'ampia sezione storica degli In The Nursery, con materiale d'archivio tra cui qualche performance live deliziosamente interessante."
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Ultima domanda: vorrei chiedervi una frase con cui poter commemorare e ricordare, come in una foto immortale, i vostri 25 anni di gloriosa carriera.
Klive: "Onward, Upward - the movement of Spirit."
http://www.inthenursery.com/