29-12-2008
JABBERWOCK
"Sweet Limbo"
(Black Rain/Audioglobe)
Time: (49:27)
Rating : 6.5
Se si vuole trovare un limite al nuovo full-lenght dei Jabberwock, è senza dubbio quello di seguire a breve distanza l'album di esordio: due uscite nello stesso anno che, nel caso specifico, risentono di una limitata innovazione e della ripetizione dei temi proposti. Non sempre e non per tutta la durata dell'album, ma l'impressione generale rimane comunque questa. La voce di Lena ha un'eccellente timbrica ed il cantato inglese non è assolutamente influenzato dalla natalità francese dei quattro; le piccole differenze rispetto al debut si limitano ad un carattere maggiore nella chitarra e nella batteria. "Clean" è un ottimo episodio e contribuisce a salvare il disco, così come "Faith", più oscura ed intrigante rispetto all'elettro-punk che i Nostri normalmente propongono: non è un caso che qui, come in "Brain Bondage" o "Replay", ci sia un maggior uso della tastiera a beneficio dell'eclettismo sonoro. Quest'ultimo in particolare può rappresentare il punto di partenza della probabile evoluzione artistica futura per l'ampia gamma di suoni, elaborati ed inframmezzati da istintive galoppate tra l'acido, il noise e riflessive pause intimiste. Anche i Sonic Youth presentavano queste prerogative nei primi album, ma rispetto agli americani vedo i Jabberwock più fedeli ai canoni europei e lontani da estremismi grunge, nei quali la voce di Lena è preferibile per morbidezza rispetto all'atonia di Kim Gordon. Se la parte centrale del disco ha la forza di concentrare l'ascolto, il problema si presenta nelle tracce finali, spesso imbarazzanti (come nella cover di "Le Freak", che assolutamente non ci sta nel computo generale), o in una prima parte troppo simile al debut nelle sue facce neo-punk elettroniche dalle scarse possibilità di essere fonte di evoluzione. Spesso il terzo album per una band è il momento della consacrazione e del raggiunto equilibrio, ed ai transalpini è proprio ciò che manca: maggiore simmetria e sviluppo delle tematiche che ho positivamente descritto sopra. Possono realmente darci la possibilità di godere, negli anni a venire, di un sound che tra passato e futuro crei una musica piacevole, stuzzicante e contemporanea nella sua armonia, ma una pausa di riflessione in vista del terzo lavoro la vedo necessaria in questa fase di crescita.
Nicola Tenani