11-11-2008
RUSSIAN LOVE
"Nergal"
(Plastic Passion/Eibon)
Time: (55:08)
Rating : 9
Grande ristampa quella dei Russian Love, formazione rock (attiva dal 1986 al 1998) proveniente da Haapavesi, un piccolo villaggio di settemila abitanti nel nord della Finlandia e una delle prime gothic-rock band finniche a cantare in inglese e a realizzare un album. La carriera dei Russian Love si può dividere tra un periodo gothic rock/darkwave (1986-1991) e uno alternative rock (1991-1998). Dopo due dischi primo periodo quali "Nergal" (1988) e "Flaw In The Cradle" (1990), si trasferirono a Oulu e cambiarono indirizzo musicale con il terzo disco "Hover Jack" (1992), reinventando il pop e il rock e di fatto iniziando il loro periodo alternativo, continuato con la pubblicazione di "Meat Mazurca" (1994) e "Gala Brutale" (1996). Durante il primo periodo musicale realizzarono il debutto Nergal, uscito originariamente per la Break Records nel 1988 e rieditato e rimasterizzato nel 2007 dalla fertile collaborazione tra la finlandese Plastic Passion e la meneghina Eibon. Questa uscita, oltre che per il valore artistico, si segnala soprattutto per quello storico, attraverso una vera e propria riesumazione dal silenzio che spesso travolge band non famose ma che hanno lasciato il segno nei vari generi musicali. Penso che pochi ricorderanno precisamente la carriera di questa band, ma riascoltando il disco si nota quanta distanza e contrapposizione esista tra la musica di ieri e quella dell'era odierna, dove troppi gruppi copiano male per poi perdersi in brevissimo tempo, dove è il mercato a dettare le regole e non il gesto artistico, e soprattutto quanto siano deboli le uscite degli ultimi anni in campo darkwave (forse ad esclusione dell'ultimo lavoro degli ottimi Editors) se paragonate ad esempio ad una gemma superba come "Nergal" dei Russian Love. Certo, anche loro ai tempi (1986) risultavano già debitori dei vari Joy Division, Bowie, Talking Heads, Bauhaus, Devo e Sonic Youth, solo per citarne alcuni (tra l'altro indicati espressamente dai Russian Love come icone che hanno influenzato il loro percorso artistico), ma la qualità espressa dai finnici è indubbia, smarcandosi dai mostri sacri con originalità. Ne è la prova questo "Nergal", impreziosito in questa rimasterizzazione da quattro bonus-tracks ripescate dall'EP "Malleus Maleficarum" del 1987, ai tempi autoprodotto. Tutte le 14 tracce sono state pubblicate su CD per la prima volta. Passando al contenuto musicale di "Nergal", aleggia un suono piuttosto maturo e malinconico, sorprendente se pensiamo che fu il loro esordio e che quest'anno il disco compie 20 anni; l'opera di pulizia e rimasterizzazione fa riemergere il lavoro sotteso delle tastiere e le sfumature di chitarre che presumo nell'edizione originale non fossero nemmeno percepibili. L'impostazione vocale del cantante è bassa e profonda e molto simile a quella dei Joy Division, e tutte le tracce hanno una linea compositiva semplice e ben definita, il che non significa ovviamente essere commerciali. Inoltre, come detto in premessa, le sperimentazioni dei Russian Love vedranno la luce più tardi. Da citare l'incalzante "The Outer Life" e la bellissima omonima "Russian Love", dove chitarre e tastiere danzano perfette in un solco prettamente rock, il tutto arricchito da interessanti vocalizzi a due che faranno spesso capolino in tutto il lavoro; inoltre la lenta, ipnotica e commovente "This Time" e "Flame - part one", con il suo triste e avvolgente ricamo chitarristico. Canzoni brevi (quasi tutte sui 4 minuti) e ottimamente suonate, che senza essere particolarmente difficili trasudano grande originalità e nascondono un lavoro fortemente personale. Le quattro tracce finali sono tratte da "Malleus Maleficarum", il primissimo sforzo della band uscito un anno prima (1987) di "Nergal" (1988). Il registro non cambia, ci si aspetterebbero canzoni leggermente più acerbe e invece non si discostano di molto dal debutto su lunga distanza, con fraseggi di chitarra molto belli che sono posti in primo piano rispetto al lavoro di synth più accentuato sul disco di debutto, ad eccezione del capolavoro "Sickness Over A Crown". Comunque differenze minime. Un grandissimo recupero, indubbiamente. Da riscoprire.
Piercarlo Tiranti (feed the Pier)