07-07-2008
DIE PERLEN
"Szenenwechsel"
(Fire!Zone)
Time: (53:57)
Rating : 7.5
Innegabilmente la copertina del disco ed il booklet ricchissimo di foto possono fuorviare chi, non ascoltando la musica dei Die Perlen, potrebbe lasciarsi andare a facili conclusioni stilistiche riguardanti il duo di Norimberga. Istantanea sarebbe quindi l'associazione con i Dresden Dolls, stesso gusto per il cabaret stilistico, l'atmosfera ironica creata dal binomio look-mimica facciale, l'essere un duo maschile-femminile. Conclusione mai stata più affrettata: bisogna andare oltre ed ascoltare il disco per rendersi immediatamente conto che i Die Perlen non sono la risposta teutonica (che in ogni caso, culturalmente, sarebbe legittima) ai Dresden Dolls. Il senso del cabaret espressionista della prima parte del secolo XX è presente, richiama alla mente le grottesche smorfie di Munch, la satira distorta del teatro tedesco e del forte senso di clownesca pantomima, un'aura di gran divertimento artistico da parte di Katja Hah 'und' Ferdinand Ess, rispettivamente voce femminile e maschile, nonché strumentisti ed arrangiatori di tutte le loro liriche. Divertimento puro nelle 16 tracce del loro secondo full-length ufficiale, che segue di due anni l'uscita di "Telektroponk!" (uscito però per l'etichetta K.P. Production). Sono allora degne di menzione "Jeudi Noir", variegata electro-dance che si sviluppa sul cantato in francese di Katja e sulle chitarre veloci in stile punk di Ferdinand, oppure sugli stessi temi anche "Geiz". In stile DAF per velocità e cambi di ritmo sia nella parte riservata alle tastiere che in quella della chitarra "Ich Bin Ich", ma gli episodi migliori si trovano nella parte centrale del disco: "Lost", con trame vocali costruite sulla voce di Ferdinand, una ballata electro-clash che strizza però l'occhio alla più classica wave psichedelica, e "Mein Stern", delicata in tutta la parte strumentale e nella voce femminile, memore della dolce e malinconica delicatezza dei Cure di "Disintegration". L'arte dei Die Perlen è variegata e le molteplici influenze s'intrecciano e si ritrovano in varie tracce, amalgamandosi ed evolvendosi in un sound contemporaneo che nasce nel passato glorioso del primo punk, non nichilista ma votato al semplice gusto per il suono ed ai tanti echi degli anni '80, il tutto senza scadere nel plagio, ma restando ben piantati nella riproposizione contemporanea degli arrangiamenti. "We Never Sleep" è una vivace nostalgia dei primi Damned, così come echi di Sigue Sigue Sputnik s'incontrano in varie parti dell'album. Merita davvero questo disco, per l'elegante aura di divertissement che i Die Perlen sanno evocare: il tessuto sonoro ben si fonde con le voci, il senso teatrale è fortemente presente, e considerando che mai scade nel clownesco, sicuramente per gli amanti della musica irriverente ma seria (e non seriosa...) scaturiranno piacevoli sensazioni fin dal primo ascolto. E bene hanno fatto i Welle:Erdball a collaborare discretamente alla realizzazione di questo disco.
Nicola Tenani
http://www.firezone-records.com/