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Room 103

30-11-2024

JESUS LIVES IN VEGAS

"Joy Or Sorrow"

Cover JESUS LIVES IN VEGAS

(Masse Noire Records/Meidosem Records)

Time: CD (36:14)

Rating : 7

Non ci eravamo sbagliati, oltre due anni e mezzo fa, nel dirci fiduciosi per il primo full-length di questo duo francese, che ci aveva fatto buona impressione con un maxi-singolo in vinile utile per testarne le qualità. Era la Masse Noire, allora esordiente nel mercato, a rilasciare quei brani che ben lasciavano sperare, e la stessa label francese fa ora coppia con un'altra etichetta sua connazionale (la Meidosem) per rilasciare il primo album dei JLIV non soltanto in CD, ma anche in vinile e nelle 50 copie dell'audiocassetta. Un lodevole sforzo collettivo che Christophe Lacroix (chitarre, basso, tastiere, programming, voce e cori) e Régis Beck (tastiere, programming) ripagano a dovere con un lotto di dieci canzoni ben assortite, attraverso le quali l'act di Nancy mostra la propria crescita sotto ogni aspetto, a partire dalla sicurezza nei propri mezzi. In un lavoro dove la componente elettronica assume un ruolo molto più centrale, i due continuano a spaziare con sicurezza fra le pieghe della dark/coldwave col passo del post-punk, retaggi padroneggiati ancor meglio che in passato grazie ad una maggior cura dei dettagli, sottolineati da una produzione anch'essa più efficace. In apertura, "Lovin' You" è subito esemplificativa di come il duo abbia nelle corde anche buone potenziali hit, con un'agilità a trazione darkwave che vive di una sana orecchiabilità, ribadita dalla piacevole "Batcaver", anche se la scelta dei singoli è ricaduta sulla coldwave cupa e tormentata di "No More Shattered Clouds" e sull'incalzante post-punk della groovy "Story Of You". Le pulsioni ritmiche del post-punk conservano un'importanza primaria nel sound dei Nostri, che siano le inebrianti ed ipnotiche trame di "Sex Tape" o la tensione della scattante "Lady Danger", e sicuramente il poter contare su una voce dallo spettro più ampio rispetto agli standard di settore, capace di sfumature rock come punk (non senza quel certo carisma necessario), non può che facilitare la riuscita del songwriting. Il maggior impiego di elettronica viene gestito altrettanto bene, e permette al duo di ampliare i propri orizzonti attraverso suoni dal fascino ottantiano, come ben dimostrano tanto le lente movenze della sofferta "Mister Doe" quanto il malessere che traspare tra i minimalismi di "Jaded", che chiude l'opera dopo le spigolose disillusioni della più organica title-track. Una prima prova sulla lunga distanza riuscita e soddisfacente, a conferma delle qualità che i JLIV avevano chiaramente lasciato intravedere nelle loro prime uscite pubbliche.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://jesuslivesinvegas.bandcamp.com/

https://massenoirerecords.bandcamp.com/